Viaggio a Narnia
Quando ho lasciato la sala cinematografica dopo quelle quasi tre ore di proiezione, non riuscivo a credere che un Fantasy per ragazzi mi avesse conquistato a tal punto!
Per questo giorni dopo corsi in libreria ed acquistai un librone di 1155 pagine, copertina nera con il muso di un meraviglioso leone in primo piano. Si trattava di uno dei capolavori della letteratura inglese del Novecento, “Le cronache di Narnia”, di C.S. Lewis, sette avventure raccolte in un unico volume. Al momento mi interessava leggere la seconda di queste, ovvero “Il leone, la strega e l’armadio” e non solo perché il film appena visto narrava quella vicenda, ma perché è lì che per la prima volta la protagonista, la piccola Lucy scopre che oltre le ante intarsiate di un grande armadio c’è un mondo incantato che sta soffrendo proprio come sta soffrendo il mondo di qua, a causa della Seconda Guerra Mondiale.
Lucy, quindi, scopre Narnia e per prima vi mette piede, seguita più tardi dai suoi increduli fratelli e dalla sorella. Narnia è un regno incantato, abitato dalle creature più svariate e misteriose, ma sul suo territorio la gioia si è spenta da tempo, da quando la Strega Bianca ha imposto un eterno inverno.
Quel che non potevo nemmeno immaginare, nel mentre mi accingevo a leggere quelle appassionate pagine, è che l’autore - profondo conoscitore della cultura e della storia romana - aveva letto Tito Livio, Plinio il Vecchio e Tacito, ed aveva scoperto che al centro della geografia della penisola italiana esisteva una località il cui nome era stato imposto dai romani stessi per la vicinanza al fiume Nera, che ai tempi era denominato Nar. La località, situata in territorio umbro, si chiamava (e si chiama tuttora) Narni. Di questa attenzione di Lewis verso l’Italia ne dà prova il fatto che esiste un antico atlante sul quale lo scrittore aveva sottolineato a matita il nome “Narni”. A dare certezza a tutto questo è la biografia di Lewis scritta da Walter Hooper che, da colloqui diretti con l’autore, ha scoperto che Lewis, pur non avendo mai visitato la cittadina umbra, l’aveva scelta per ambientarvi la sua saga fantasy.
La cosa mi incuriosì parecchio. Ecco che allora, in un bel mattino d’agosto, capito a Narni senza passare attraverso un armadio, ma solo dopo una saporitissima colazione all’agriturismo “Poggio delle Rocche” di Ferentillo, a due passi dalla cascata delle Marmore. Giunto a Narni, e dopo aver scoperto che la cittadina umbra ha dato i natali a un grande condottiero di ventura, Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, devo in qualche modo arrangiarmi a cercare le analogie con la saga di Lewis e capire perché proprio Narni l’ha ispirata. Non c’è nessun signor Tumnus, il fauno buono, che mi può guidare. L’incanto del paesaggio innevato con il lampione acceso è lontano anni luce dal sole di questa bella mattinata estiva. E allora passeggio tra le stradine di un meraviglioso borgo medievale e comincio a scoprire che molte delle ambientazioni del fantasy di Lewis sono ispirate da quel che mi circonda.
Ecco lassù in alto la trecentesca Rocca Albornoziana, che tanto ricorda il castello che domina Narnia dall’alto di un monte. La Rocca di Narni deve la sua costruzione a un discendente del re Alfonso V di Spagna, il cavaliere Gil Alvarez Carrillo de Albornoz.
Il castello costituisce un quadrilatero delimitato da quattro torrioni angolari, tre dei quali hanno il nome di un santo (Bernardo, Filippo, Giacomo), mentre il quarto è detto “Maschio”, essendo il più imponente. La Rocca sorge al di sopra di una sorgente che in passato era un luogo di culto, la Fonte Feronia, ninfa della fertilità, venerata dalle popolazioni locali. E qui il richiamo alle ninfe rimanda a personaggi fantastici, come quelli che popolano il meraviglioso mondo di Narnia.
Nel cortile del Palazzo Comunale, poi, un leone di pietra vigila sull’amministrazione della giustizia. E non è forse quello che fa il grande Aslan nelle cronache di Narnia? Nei pressi di Narni, poi, presso la grotta di Orlando, sulla via Flaminia, un’ara sacrificale preromana rimanda subito con la memoria a quella su cui Aslan viene immolato.
Comincio a pensare che questo mondo con le sue storie medievali, sia stato davvero una fonte di ispirazione per la fantasia di Lewis. Scopro inoltre che sotto la Rocca, e in pratica nel sottosuolo di Narni, esiste un mondo sotterraneo tutto da esplorare (vengono infatti organizzate visite guidate per i turisti). E questo universo nascosto, fatto di cunicoli e passaggi segreti, rappresenta la sintesi della lotta tra il Bene e il Male che permea tutta la storia e grazie alla quale i quattro fratelli protagonisti ritrovano se stessi e liberano il regno di Narnia dalla tirannia della Strega Bianca.
Lewis avrà sicuramente anche letto i versi del suo conterraneo lord Byron che, dopo aver visitato la Cascata delle Marmore, la celebrò in una sua lirica con parole di questo tono:
S’alza e giù cade in perpetua pioggia
Nube inesausta e dolce rugiada
Che germina intorno un sempre verde
Maggio, un tappeto di smeraldi”.
Che emozione essere stato a Narnia! Sembra davvero di camminare tra la pagine del libro e di scoprire che la fantasia si nutre di luoghi, di riferimenti, di ambientazioni. C’è un’ultima curiosità destinata a rimanere nel mondo delle ipotesi: sembra che per il personaggio di Lucy, l’autore delle cronache si sia ispirato a una suora domenicana che gode di venerazione nella cittadina umbra, la beata Lucia (da cui Lucy!) Brocadelli. Non aggiungo altro perché non ci sono ancora sicuri riscontri riguardo a questa analogia
Infine, verso sera, mi porto nei pressi delle acque azzurre di un laghetto in località Le Mole, passando vicino al Ponte di Augusto, un manufatto romano del 27 d.C. che - guarda caso! - è simile al ponte di pietra che nel libro attraversano i fratelli Pevensie. Il mondo di Narnia mi circonda con la sua magia. Nelle nubi di un sereno tramonto mi sembra di scorgere il muso dolce e rassicurante di un leone. Verrebbe da commuoversi. Ma un poeta indiano mi suggerirebbe di non piangere quando tramonta il sole; le lacrime mi impedirebbero di vedere le stelle.
(Narni si trova nel sud dell’Umbria, in provincia di Terni. Non distante si possono visitare la Cascata delle Marmore e il lago di Piediluco).