Mercoledì, 30 luglio 2025


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martedì, 29 luglio 2025 Aggiornato alle 08:00Confindustria Brescia

Streparava: «Dazi Usa al 15%, a rischio la tenuta del nostro export e la stabilità industriale»

di Redazione

Per il presidente di Confindustria Brescia i dazi statunitensi al 15% rappresentano un fattore di profonda incertezza per l'economia italiana e per l'intero comparto manifatturiero europeo

 

 

"L'introduzione dei dazi statunitensi al 15% rappresenta un fattore di profonda incertezza per l'economia italiana e per l'intero comparto manifatturiero europeo. Si tratta di una decisione che colpisce un sistema già provato da una domanda globale in rallentamento, e che rischia di compromettere ulteriormente le nostre capacità di penetrazione su un mercato strategico come quello americano."

 

Con queste parole, Paolo Streparava, presidente di Confindustria Brescia, commenta i recenti sviluppi sugli accordi per i dazi tra USA e Unione Europea.

 

"Non dimentichiamo che, in questo contesto, la Germania – da sempre il nostro principale partner commerciale – non ha ancora mostrato segnali concreti di ripresa – prosegue il presidente degli industriali bresciani –. Questa stagnazione pesa inevitabilmente anche sulla nostra economia, che si troverà ora ad affrontare una duplice sfida: la debolezza del mercato europeo e le nuove barriere imposte oltre Atlantico."

 

"Sebbene le prime stime sull'impatto dei dazi sul PIL nazionale appaiano contenute, sappiamo bene che le misure commerciali di questo tipo hanno tuttavia effetti strutturali e difficilmente quantificabili nel breve periodo – chiude Streparava –. Anche una soglia decisamente inferiore sarebbe potuta diventare altamente penalizzante, se considerata nel quadro attuale e alla luce dell'andamento del cambio euro-dollaro, che ne amplifica gli effetti negativi. Per quanto riguarda Brescia, la più recente simulazione effettuata dal Centro Studi (dazi al 15% + svalutazione del dollaro da gennaio ad oggi), in analogia con il ragionamento proposto da Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, comporta una contrazione dell'export di ben 339 milioni, poco meno del 2% sulle esportazioni complessive della provincia. Sono comunque numeri che, verosimilmente, sottostimano il fenomeno: infatti, tali simulazioni non considerano gli effetti indiretti dei dazi, quali la perdita di fatturato a carico delle imprese bresciane, derivante dalla minore domanda da parte di clienti italiani ed europei, a loro volta esportatori verso il mercato nordamericano. In ogni caso stiamo lavorando in questi giorni a una survey che coinvolge oltre 200 associate per raccogliere valutazioni sulle strategie di reazione messe in atto."

 

"Va infine sottolineato come persistano ancora significative zone d'ombra sulla portata effettiva della tassazione, soprattutto in relazione a specifici prodotti. La mancanza di chiarezza normativa rende difficile per le imprese pianificare le proprie strategie industriali e commerciali."

 

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