Se Torino riesce ad inquietarmi…
Solitamente non vado alla ricerca di itinerari esoterici, ma non nascondo che il fascino di certi misteri cattura e almeno innocentemente incuriosisce
La fama di città nera, esoterica e anche satanista ce l’ha Torino, e i motivi sono molti, anche se alcuni appositamente creati ad arte.
Torino rimane comunque sotto molti aspetti una città poliedrica: regale, bellissima, elegante, riservata quanto basta, contraddittoria, dolce e ingegnosa. Ricca di cultura, di storia, di letteratura, arte, spettacolo, religione, mistero, e chi più ne ha più ne metta.
Misteriosa è già la leggendaria fondazione di Torino dovuta a Fetonte, il dio figlio del Sole che avrebbe scelto il luogo alla confluenza di due fiumi (il Po e la Dora Riparia) per edificarvi un tempio in onore del dio Api, la divinità egizia con le sembianze di un toro.
Ma anche con la stessa dea Iside, la dea raffigurata con la pelle scura che spesso viene identificata con l'appellativo di grande madre.
E guarda caso, in un luogo come Torino, dove un tempo si dice che esistesse un tempio a lei dedicato, oggi troviamo una splendida chiesa chiamata la Gran Madre, nei cui sotterranei è custodita una Vergine nera. E sempre a Torino esiste il Museo Egizio, il più grande al mondo subito dopo quello del Cairo.
Se poi volessimo continuare, potremmo non finire più. Potremmo credere - come credono molti - che la Mole Antonelliana, il simbolo di Torino, sarebbe un’antenna che capta energie sovrannaturali. Potremmo cercare i molti richiami che in Torino rimandano alla massoneria.
O collegare Torino anche alla fervente santità sociale di grandi figure come lo stesso San Giovanni Bosco, che, guarda caso, legò gran parte della sua vita al misterioso dono di prevedere eventi in sogno.
A Torino, poi, sono stati personaggi come Paracelso, Nostradamus, Cagliostro, Nietzsche (che qui improvvisamente impazzì), e un certo Fulcanelli, particolarmente interessato alla Torino sotterranea e alle grotte alchemiche.
“Come in alto, così in basso”, è una massima della tradizione esoterica e ben si presta quando si parla di Torino.
C’è, infatti, sotto Torino una via di fuga creata appositamente a suo tempo per il Re nel caso di attacco al palazzo reale. Intricate gallerie collegano i sotterranei di Palazzo Madama con la cripta della chiesa della Santissima Annunziata e con il Palazzo Reale.
Come la Cittadella, una vera e propria struttura fortificata, anche sotterranea, in grado di proteggere la città dagli attacchi nemici. Si tramandano racconti intorno alle persone che in quei sotterranei persero la vita: tutta una serie di leggende che narrano di presenze inquietanti in questi luoghi.
Si dice anche che sia molto attivo il fantasma della vivandiera degli uomini che lì operavano, una donna morta anch’essa in uno di quei tunnel.
Accompagnano le notti torinesi, fantasmi celebri o casuali e non si può non considerare che la città, orientata verso ovest, dove tramonta il sole (per gli antichi Romani un significato oscuro), è esattamente situata sul 45° parallelo e sorgerebbe esattamente al punto di congiunzione tra due linee sincroniche che separerebbero un “cuore bianco” e un “cuore nero”:
Torino, infatti, sarebbe l’unica città a trovarsi contemporaneamente al vertice di due triangoli opposti: quello della magia bianca (con Praga e Lione) e quello della magia nera (con Londra e San Francisco).
Tornerò spesso a Torino in altre puntate, sempre in questo mio blog.
Oggi mi fermerò a riflettere su quell’alone di mistero che la circonda, soprattutto in un preciso punto della città.
A Torino, infatti, si troverebbero addirittura un punto estremamente negativo e uno estremamente positivo.
È una città dove tutto inizia ma da dove, altrettanto sorprendentemente, tutto fugge. Il punto estremamente negativo, quello della magia nera, si troverebbe in una piccola aiuola di Piazza Statuto, un luogo considerato oscuro perché proprio in quella zona gli antichi romani seppellivano i morti e, in periodi più recenti, vi sarebbe stato collocato il patibolo.
Centro della magia bianca, invece, è Piazza Castello.
Qui il punto estremamente positivo è stato identificato tra le statue dei due dioscuri, Castore e Polluce, proprio in corrispondenza del catenaccio centrale che fissa a terra una catena che impedisce il passaggio alle autovetture.
A fare di Piazza Statuto un luogo ancor più misterioso è la presenza di un monumento piuttosto inquietante che commemora le vittime tra gli operai che realizzarono il traforo del Frejus.
Si tratta di una sorta di piramide di sassi sovrastata dal genio della scienza, un angelo trionfatore che sembra voler spiccare il volo in direzione di via Garibaldi.
Il bellissimo angelo potrebbe essere Lucifero, l'angelo più bello, che guarda direttamente verso Piazza Castello, il punto positivo, quello del bene, che deve tenere costantemente sotto controllo, perché è per lui un nemico.
Il monumento provoca strane sensazioni in chi lo guarda. Tutto sembra muoversi. Non solo l’angelo alla sommità, ma anche i Titani che precipitano dall’alto o vogliono arrampicarsi lungo il fianco della montagna la cui composizione di sassi, tutti provenienti dal Frejus, sembra poter cadere da un momento all’altro.
Sempre in Piazza Statuto, in un'aiuola è posto un piccolo obelisco di marmo che segnalerebbe, in quel punto, il passaggio dell'ottavo meridiano.
E qui si trova un tombino, un piccolo tombino: questo sarebbe l'ingresso agli inferi (la porta dell’Inferno).
Devo essere sincero: di tombini in quell’aiuola ne ho visti più di uno.
Dirvi quale di questi possa essere la porta dell’Inferno sinceramente non lo so. Anche perché da nessuno di essi saliva odore di zolfo né si udivano lamenti.
Commuove ricordare che a pochi passi da piazza Statuto sorgeva un cinema dal nome omonimo. Un cinema che una domenica di febbraio del 1983 si trasformò in una trappola mortale per 64 persone (la gran parte giovani) che vi morirono in un terribile incendio. Il cinema oggi non esiste più.
Una piccola aiuola ricorda le vittime di quel triste avvenimento.
Se a Piazza Statuto si trova la porta degli inferi, in Piazza Solferino, presso la Fontana Angelica, è invece collocata la Porta dell’Eternità, il cui pertugio sarebbe esattamente nel varco rettangolare tra le due figure maschili al centro della fontana. Questi sarebbero Boaz e Jaquim, i due sostenitori delle Colonne d’Ercole.
Ma non voglio “superare” altre colonne; preferisco fermarmi qua perché la visita a questi luoghi mi ha già inquietato abbastanza e ora ho bisogno di serenità.
Quasi quasi vado al Parco del Valentino! Spero di incontrare uno di quei simpaticissimi scoiattoli che zampettano tra gli alberi e che non hanno paura di avvicinarsi.
Poi mi siederò su una panchina in riva al Po e lascerò che i pensieri vadano liberamente dove più desiderano.