Gli uomini non cambiano
Non bastavano le guerre e la morte dei bambini: continuano i femminicidi
“Morta la donna di 62 anni accoltellata dall’ex marito. Uccisa la modella e imprenditrice di 29 anni, accoltellata nella sua casa. Ragazza 19enne picchiata dall’ex e salvata dalla polizia.”
Rabbrividisco all’elenco delle donne uccise o picchiate dagli uomini. Ci sono ancora uomini che odiano le donne. Ci sono ancora donne che subiscono violenza. Ci sono ancora donne uccise da maschi pieni di orgoglio, di voglia di possesso o di un “amore” sbagliato. Quella del delitto “per amore” è una delle tragedie che avvengono da lungo tempo. E pare che non abbiano mai fine. E pensare che l’amore è davvero una cosa meravigliosa: ma può diventare una cosa sporca, brutta, orribile.
Nel nostro Paese cosiddetto civile, oltre cento donne, ogni anno, vengono uccise da uomini, quasi sempre quelli che sostengono di amarle. È una vera e propria strage. Ai femminicidi si aggiungono violenze quotidiane, donne molestate, perseguitate, aggredite, picchiate, sfregiate.
C’è un lato nascosto di molti uomini, sempre più preda delle insicurezze e delle frustrazioni, che una certa educazione li porta a pensare di poter possedere la donna che amano. Mariti che tra le mura domestiche si trasformano in aguzzini, dando sfogo a rabbia e violenza immotivata. Uomini che non riescono ad accettare la volontà di autonomia delle donne, uomini che vogliono dominare e che non capiscono le esigenze della propria partner, uomini che non vogliono cambiare…
Come canta Mia Martini:
“Gli uomini non cambiano
prima parlano d’amore e poi ti lasciano da sola
gli uomini ti cambiano
e tu piangi mille notti di perché
invece gli uomini ti uccidono
e con gli amici vanno a ridere di te.”
Le persone dovrebbero essere educate al rispetto dell’altro fin dall’infanzia. C’è ancora tanto da fare nell’educazione ai sentimenti.
“Tutti si devono fare carico di questa emergenza. Fermare i violenti, ma anche superare una cultura di sopraffazione, di misoginia, di prevaricazione. Denunciare e convincere a farlo. Rispettare e insegnare il rispetto: perché dietro l’omicidio che diventa notizia ci sono milioni di piccoli soprusi che non finiscono sui media, che ogni donna prima o poi conosce, e diventano un bagaglio segreto che può rendere più forti ma anche schiacciare come un peso. È troppo facile scandalizzarsi quando tocca a nostra figlia, a nostra sorella, alla nostra compagna, a nostra madre. È per tutte le donne che tutti dobbiamo impegnarci.” (Aldo Cazzullo)
Se una donna ha bisogno di aiuto, può chiamare il numero 1522 per le vittime di violenza e stalking: fornisce assistenza e supporto tramite operatici specializzate per richieste di aiuto, consigli, supporto psicologico e giuridico, oltre che informazioni su come rivolgersi alle strutture sul territorio.
Per fortuna c’è da noi il Centro Antiviolenza Chiare Acque: donne che mettono a disposizione professionalità e riservatezza per ascoltare, accogliere e sostenere donne in situazioni di violenza.
I colloqui di accoglienza vengono svolti da due Operatrici del Centro, con una formazione specifica, nella più assoluta garanzia di privacy e riservatezza.
Negli incontri la donna svolge un ruolo attivo, viene ascoltata e non giudicata, si cerca di dare risposte positive ai suoi bisogni, nella condivisione di una strategia comune perché possa riprendere il controllo della sua vita e sia in grado di gestire la sua sicurezza. La donna viene aiutata a valorizzare se stessa, le restituisce fiducia nelle sue risorse, le fornisce il coraggio di modificare la sua vita e prendere eventuali provvedimenti nei confronti di un partner violento.
Uscire dalla violenza è possibile
Primo passo: Cerca di riconoscere e di ammettere con te stessa che stai vivendo una situazione di violenza, ricordando che la responsabilità della violenza è sempre di chi la compie e non di chi la subisce.
Secondo passo: Può capitare che tu ti senta confusa, perché quella relazione per te è ancora importante, perché un partner violento non lo è sempre, perché temi per il futuro dei tuoi figli. Accogli le tue paure, le tue incertezze. Non sentirti in colpa per quello che stai vivendo, non provare vergogna. Pensa che chi ti colpisce viola gravemente i tuoi diritti.
Terzo passo: Anche se la situazione si trascina da molto tempo, pensa che è possibile mettere fine alla violenza. Che molte donne ce la fanno.
Quarto passo: È fondamentale che tu decida di chiedere aiuto: puoi rivolgerti al Centro Antiviolenza per prendere un appuntamento e chiedere informazioni, ai Servizi Sociali o, per le emergenze, alle Forze dell’Ordine o al Pronto Soccorso del tuo territorio.
Quinto passo: Inizia “il percorso di uscita dalla violenza” con i tuoi tempi e le tue modalità, al Centro Antiviolenza troverai persone competenti e sensibili e scoprirai che insieme ad altre donne è più facile.
SALÒ Via Fantoni, 86 Tel. 0365 1870245 Cell. 334 9713199
(attiva anche segreteria telefonica)
www.centroantiviolenzachiareacque.it
info@centroantiviolenzachiareacque.it
Lunedì, Mercoledì e Giovedì 9.00 – 12.00 Martedì e Venerdì 14.30 – 17.30
SPORTELLO DI SABBIO CHIESE (BS)
Via Caduti n. 1 (sede Municipio)
Tel. 331 1276461 (anche per messaggi WhatsApp)
Fuori dagli orari di apertura degli sportelli rivolgersi alla sede di Salò
sportellosabbiochiese@centroantiviolenzachiareacque.it
Lunedì 14.30 – 17.30 Mercoledì 9.00 – 12.00
per colloqui telefonici, fissare appuntamenti o per informazioni.
Ci sono sportelli anche a Carpenedolo e a Ghedi.
A volte ti viene addosso la disperazione. Pensi: quando noi uomini cambieremo in meglio? L’amore vero è continuare ad amarsi anche quando l’amore non c’è più.
maestro John
Immagini di Mafalda (Quino) di Altan e sotto gli incontri a Gargnano di Chiare Acque