Sabato, 18 ottobre 2025


Banner
ValleSabbiaNews logoBanner


 

sabato, 18 ottobre 2025 Aggiornato alle 08:00Blog - Maestro John

Una bella persona: Franco Godi

di John Comini

 

 

Il mio fortunato incontro a Villanuova con Franco Godi.

 

Si chiama Francesco Godi, ma tutti lo chiamano Franco. L’ho incontrato per caso una domenica mattina camminando sulla Via Romana, dopo il ponte di Villanuova, mentre tornavo a casa. 

 

Ad un tratto un distinto signore, seduto ad una panchina, mi saluta: «Salve maestro John!». Io contraccambio il saluto e gli chiedo come faccia a conoscermi. Lui mi dice che legge sempre il mio blog su Vallesabbianews e che è coscritto di mio fratello Dino. 

 

Abbiamo chiacchierato amabilmente per una mezz’ora, ed in sintesi ecco la storia di una bella persona. Franco è nato il 29 gennaio 1942, ha 4 fratelli: Attilio, Paolo, Marcello e Mario (gli ultimi due purtroppo defunti). Ha frequentato le scuole elementari con la maestra Ravera. 

 

Con la squadra denominata “I cuccioli” ha spesso giocato nei tornei di calcio dell’Oratorio contro la formazione in cui gareggiava mio fratello Dino. Franco è entrato come apprendista nell’Officina TessilMeccanica, dove ha lavorato per 25 anni: nel frattempo ha frequentato per 5 anni - i sabati e le domeniche - la scuola Moretto di Brescia. 

 

Lavoro e studio: un impegno che denota sacrificio e desiderio di migliorare sempre di più. Il 6 settembre 1969 Franco ha sposato la dolce Giuliana: le nozze sono state celebrate da don Angelo Maestri in quel di Monte Maderno. Franco è stato tra i fondatori di un gruppo sportivo importante a Villanuova sul Clisi: dai primordi al Bar Pasticceria denominato “I cicciotti e i magrotti” è poi nata l’Atletica ’70. Ho letto che quando il CONI istituì i primi “Giochi della Gioventù”, a Villanuova si decise di costituire l’Atletica Villanuova 1970: Presidente Enzo Remi, allenatore Giovanni Bonori, dirigenti Augusto Bettini, Giuseppe Bettini, Severo Scarsato, Gianfranco Spiazzi e il “nostro” Franco Godi. 

 

Iniziò così un’avventura sportiva che ha portato l’Atletica ‘70 (Associazione Sportiva Dilettantistica affiliata alla Federazione Italiana di Atletica Leggera) ad ottenere importanti riconoscimenti: numerosi componenti hanno vestito la maglia della Nazionale Italiana ed hanno disputato molte competizioni in Italia e nel mondo. Complimenti a tutti!

 

Franco ha sempre lavorato con passione e impegno, ingegnandosi nel migliorare sempre di più gli strumenti che utilizzava. Nei lavori svolti è passato dalle macchine utensili al montaggio e manutenzione alle macchine tessili, per giungere alla manutenzione delle macchine da calze. Gli ultimi dieci anni è stato artigiano nel calzificio. Franco ricorda di aver lavorato molti anni fa anche per Giovanni Soncina, il mitico fondatore della Omsi Trasmissioni. E mentre mi raccontava i momenti del suo lavoro, pensavo alle belle persone che come lui si sono date da fare con passione, studio ed impegno per migliorare la propria vita e la vita delle nostre comunità. 

 

Nel 1992 per il 50° della classe Franco ed amici hanno creato i “Manca mai!”, un gruppo spensierato ed allegro: e infatti Franco ama raccontare le proprie vicende con spirito brioso ed ottimista. Era bello vedere gli occhi di Franco illuminarsi nel descrivere episodi simpatici. Ho poi scoperto che abbiamo due comuni amici, Cesarina Cattaneo (per tutti Ceci) ed Aldo Zambelli, con i quali si è recato spesso in ferie. Ecco il racconto di Ceci (che ringrazio anche per avermi fatto da “ponte” per le foto).

 

“Franco e Giuli.

Fino al 1990 per noi erano sì una coppia del nostro paese, ma niente di più, salvo che Giuliana era coscritta di mio marito Aldo. Poi, nel fare la scelta del campeggio per le ferie, abbiamo con loro sviluppato una bella e sana amicizia. Complice il fratello di Franco, ci siamo ritrovati nello stesso camping e, a dir la verità, analizzando i 20 anni trascorsi (per tre settimane l’anno fino al 2009) in quel di Villarosa di Martinsicuro, ci vorrebbe un corposo libretto dove raccontare le nostre avventure.

 

Il “Camping delle rose”, posto quasi ai confini con Alba Adriatica, non era noto per la sua vivacità in quanto senza piscina, poca animazione, lontano un “cincinin” dal paese: ma per noi, con i figli ancora ragazzi (10 e 16 anni) era l’ideale, calmo e direttamente sul mare. Per l’animazione ci abbiamo pensato noi! Spesso il nostro vialetto del campeggio era il luogo delle tavolate a base di pesce, pescato nei laghetti dell’entroterra da Franco, dal fratello Attilio e dai ragazzi o acquistato fresco di giornata dai pescatori. Era cucinato su indicazione del nostro amico Cinelli e della moglie di Ascoli, esperti in materia, per non parlare delle squisite olive all’ascolana. Poi siamo passati ai funghi, grazie a fortunate ricerche sui monti della Laga o nei boschi del Gran Sasso, il tutto annaffiato con il buon vino di una cantina dell’entroterra. 

 

Finito di pranzare si continuava poi con canti, barzellette e sonore divagazioni, qualche volta trasgredendo anche il silenzio che dalle 14 alle 16 si esige in campeggio per il riposo di tutti. Ma, non da ultimo come importanza, ecco la scoperta da parte di tutti del nostro “amato spiedo”. Messa in macchina l’attrezzatura, cercato in loco il macellaio, trovata la salvia e la farina per la polenta (da quelle parti praticamente introvabili) per parecchi anni la festa si è ripetuta. Il patron del camping, quando cominciava a sentire il profumo di spiedo aleggiare tra le fronde, arrivava con la sua sedia e con del buon vino sottobraccio. Abbiamo fatto provare l’ebbrezza dello spiedo ai mantovani, ai tedeschi, ai piemontesi… 

 

Ci raccontavano che negli anni precedenti, in un’estate si erano ritrovate ben 40 persone tutte di Villanuova sul Clisi. Ovviamente il punto di convergenza era il nostro Franco ed i suoi fratelli: lui, con la sua verve e la sua comunicativa, aveva intrecciato rapporti amichevoli con tutti.

 

 

N.B.- Quando vi capiterà di fargli gli auguri per San Francesco (è il suo onomastico) lui vi dirà “francamente”: «Grazie no, io non sono quel Francesco lì perché io vado a caccia, ma sono l’altro Francesco, quello di Sales, patrono della comunicazione…»”

Grazie Ceci! 

 

Ad un tratto la conversazione con Franco è stata interrotta dal suono del cellulare. Era la moglie, che lo informava di aver preparato il coniglio. Lui da fine umorista le ha esclamato: «Spero che il coniglio non sia scappato dalla padella o -peggio- non si sia bruciato!». 

 

Ci siamo salutati sorridendo, con la promessa che avrei scritto del nostro incontro. E quando tramite Ceci mi ha mandato alcune notizie, ha aggiunto: «Il coniglio è stato una leccornia. Ti saluto e come maestro sii benevolo nel voto. Ciao! Franco». Carissimo Franco, ti do un bel 10 e lode: ce ne vorrebbero tante di belle persone come te! 

 

Ci sentiamo domani, a Dio piacendo. 

 

maestro John


Nelle foto: 

1) Franco Godi e la moglie Giuliana (grazie alla nipote Valeria) 
2) Franco Godi

3) Nel 1989 al “Camping delle rose”: Franco (col cappellino rosso) è accanto a sua moglie Giuliana, il ragazzo col cappellino giallo è il Pizeta, figlio di Ceci e Aldo 

 


 

Leggi anche...