Domenica, 9 novembre 2025


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domenica, 9 novembre 2025 Aggiornato alle 07:00Blog - Genitori&figli

Malessere a scuola. Lo stress prima del disagio

di Pino Maiolo

La parola malessere indica la condizione di chi non si sente a suo agio. A scuola può avere diverse facce e l’andar male o gli esiti scolastici negativi solo in qualche caso coincidono col disagio

 

Quello psicologico di fatto ha motivazioni complesse e non aiuta semplificare dicendo che le colpe vanno addossate alla scuola.

Nemmeno ha fondamento l’idea che la scuola sia un ambiente stressogeno per “il carico di lavoro” che pressa gli studenti. Lo stress è una realtà frequente, ma è una condizione connessa più di tutto alla crescita. Lo sviluppo pscio-fisico fin dalla preadolescenza mette di fronte e a continue richieste di adattamento. 

 

Va detto che c’è uno stress fisiologico e uno patologico. Il secondo è uno stato cronico o eccessivo che esaurisce le risorse e lascia senza energie per rialzarsi e riprendere. Nell’epoca scolastica può accadere anche perché il sistema scuola, ora fortemente competitivo, aggiunge tensione e sovente pressioni spropositate. Le richieste di un migliore rendimento da parte dei docenti, di solito si sommano alle attese e alle “pretese” della famiglia. 

 

Ma soprattutto in età evolutiva contano i fattori personali come il sentimento di inadeguatezza, l’insicurezza e la sfiducia in se stessi, la bassa autostima e l’ansia prestazionale che mandano spesso in cortocircuito il sistema di autoregolazione. 

 

I carichi di studio che sembrano in aumento, le interrogazioni e le verifiche spesso frequenti e ravvicinate, le lezioni non sempre sono coinvolgenti o i conflitti con i docenti e tra i pari, possono aumentare quel malessere che alimenta ansia e stress. 

 

Quest’ultimo come risposta specifica se non va unicamente attribuito al carico di lavoro scolastico e a quanti compiti ci sono da fare, bensì al modo con cui si promuove l’apprendimento. La competizione che si sollecita e il continuo confronto con gli altri, enfatizzato dai social onnipresenti, come pure l’eccesso di informazioni e l’iperconnessione producono insonnia in una percentuale elevata di adolescenti e sono fattori di stress. Poi le relazioni familiari di continuo controllo, favorite oggi dal controverso registro elettronico per nulla educativo, sono condizioni che fanno crescere tensioni e irrequietezza. 

 

Le manifestazioni che si accompagnano allo stress sono di frequente caratterizzate da forte disattenzione e carenza di concentrazione e alimentano una scarsa motivazione allo studio riconosciuta dai ragazzi stessi, peraltro pure incapaci di gestire le emozioni. 

 

Urge di sicuro avviare modifiche strutturali alla realtà scolastica, dove inserire tempi e spazi da dedicare alla crescita personale, allo stato emotivo-affettivo e all’autocontrollo. Ma allo steso tempo servono anche modifiche negli atteggiamenti della famiglia rispetto alla scuola e reali capacità di ascolto al servizio della crescita dei propri figli. 

 

Giuseppe Maiolo

 Psicoanalista 

Università di Trento


 

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