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lunedì, 10 novembre 2025 Aggiornato alle 08:29Lettere

Nassiriya, una ferita che l’Italia non deve dimenticare

di Marco Morandi

Nel ricordo del 12 novembre 2003, Marco Morandi di Vobarno invita a non dimenticare il sacrificio dei 19 italiani caduti in Iraq

 

 

Ogni anno, il 12 novembre, l’Italia si deve fermare per una solenne e dolorosa commemorazione: il ricordo della strage di Nassiriya.
Questa data, incisa a fuoco nella storia recente del nostro Paese, segna il giorno in cui, nel 2003, un vile e brutale attentato terroristico spezzò tragicamente la vita di 19 italiani — 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito e 2 civili — insieme a 9 cittadini iracheni.

 

Non si trattò di un evento distante o astratto, ma di una ferita profonda che scosse la Nazione dalle fondamenta, rivelando il prezzo altissimo della pace e dell’impegno internazionale.

 

I soldati e i civili italiani si trovavano in Iraq nell’ambito della missione di pace “Antica Babilonia”, avviata dopo la caduta del regime di Saddam Hussein. 

Il mandato italiano non era quello di combattere, ma di ricostruire e portare stabilità, formare le forze locali e riattivare le infrastrutture civili.

 

L’attacco colpì la base “Maestrale”: un’autocisterna imbottita con circa 300 kg di esplosivo sfondò il cancello e si fece esplodere, provocando una devastazione immane. 

L’edificio principale crollò quasi completamente, travolgendo i nostri militari. Fu il peggior attacco subito dalle Forze Armate italiane dalla Seconda Guerra Mondiale.

 

Il momento più toccante fu il rientro delle salme il 18 novembre 2003 e i funerali di Stato del giorno successivo, a Roma, davanti a un Paese intero stretto nel dolore e nell’orgoglio.

 

Il sacrificio dei caduti di Nassiriya resta un simbolo di coraggio, dovere e abnegazione

Militari e civili avevano scelto consapevolmente di servire un ideale più grande: la pace e la solidarietà internazionale.

L’Italia reagì con fermezza, continuando la missione e dimostrando che il terrorismo non può spegnere i valori di democrazia e cooperazione.

 

Ricordare Nassiriya significa trasmettere alle nuove generazioni il valore del sacrificio e dell’impegno per un futuro di pace.
Il loro sacrificio, pertanto, non è stato e non sarà mai vano.

 

Marco Morandi – Vobarno

 


 

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