Alla Gola del Furlo, passando da Fermignano, patria del grande Bramante
In un’assolata mattina di luglio, partito da Urbino, mi sono messo alla ricerca di uno dei luoghi più incantevoli dell’Italia Centrale, la gola del Furlo
Prima però, ho fatto sosta a Fermignano, patria del grande Bramante, l’architetto che forse meglio di altri traghettò l’arte quattrocentesca verso la grande stagione Rinascimentale. Sembra che questo paese debba il nome a Firmidio, il legionario romano che lo fondò attorno al 200 a.C.
Il poeta Torquato Tasso soggiornò a Fermignano nel 1578, nella residenza dei conti Bonaventura, detta “L’Isola”, per via del fatto che era circondata per tre lati dal fiume Metauro. Qui il grande poeta compose l’ode “O del grand’Appennino” più nota come “La canzone del Metauro”. In fuga dagli altri e da se stesso, Tasso pensava fosse bello rifugiarsi a Fermignano. E che la vita fosse come il fiume:
Piccola avventura di un corso d’acque fra grosse ombre.
Acque tranquille e impetuose.
Esposte e ricoperte.
Volte alla terra, ma anche al cielo e al mare.
E le amò coi brividi, perché altri le amassero nella pace. E per amore di pace scorrono il fiume, la vita e la poesia.
Fermignano accoglie il visitatore con la panoramica veduta del ponte romano a tre arcate, la torre medievale e la ciminiera dell’antica Cartiera. Al centro del ponte, un’edicola con una Madonna con Bambino del XV secolo. La torre, oltre che all’avvistamento, fungeva anche da pedaggio e luogo di difesa.
La Cartiera è un esempio di archeologia industriale. Fondata nel Trecento, forse dai fabrianesi, divenne in seguito lanificio e pastificio.
L’antico cuore del borgo sorge attorno all’attuale corso Bramante. Il Municipio di Fermignano ha trovato sede proprio in quella che fu la casa natale del grande architetto. Egli vi nacque nel 1444.
Nella seconda metà del XIX secolo, la casa natale altro non era che un rudere recuperato poi per volontà dell’amministrazione comunale e trasformato in sede del Comune. Sulla facciata, una lapide ricorda il luogo natale di Bramante e un tondo in bronzo raffigura il grande artista.
Da Fermignano alla Gola del Furlo il passo è breve
“O del grand'Apennino
figlio picciolo sì ma glorioso,
e di nome, più chiaro assai che d'onde;
fugace peregrino
a queste tue cortesi amiche sponde
per sicurezza vengo e per riposo”.
Leggo questi versi del Tasso che sono sì dedicati al Metauro, smeraldino fiume delle Marche, ma che voglio adottare per esprimere i sentimenti provati quando mi sono fermato a contemplare il verde silenzio di un altro fiume, il Candigliano, mentre scorreva lento e bonario tra le spoglie pareti dell’immensa Gola del Furlo.
Aspre rocce formate da calcare massiccio, sembrano precipitare, scavate dall’acqua del fiume, che ha separato le cime del monte Pietralata da quelle del Monte Paganuccio.
Lambisce la Gola, l’antica via Flaminia con a sinistra la Galleria del Furlo, iniziata da Vespasiano nel 76 d.C. e scavata in una sola notte. Il toponimo Furlo, infatti, deriva dal latino forulum, (piccolo foro), da cui forlo e infine furlo.
Prima della famosa galleria, la gola era denominata saxa intercisa (pietra spaccata, sasso rotto), poi petra pertusa, pietra forata. Fu rifugio di banditi tanto pericoloso da essere evitato dalle poste pontificie.
Durante la Prima Guerra Mondiale, la gola del Furlo veniva utilizzata per gli scambi di informazioni tra Roma e il fronte.
Quassù, sulle scoscese pareti del monte Paganuccio, si riproduce l’aquila reale. Salendo, poi, lungo il monte Pietralata, fino al rifugio del Furlo, si scorgono i resti di una struttura in muratura in cui era raffigurato il volto del Duce.
Mussolini, infatti, soggiornò diverse volte al Furlo, presso l’albergatore Candiracci. Ecco perché la Milizia Forestale lo volle immortalare, realizzandone il profilo sul Monte Pietralata. Ciò che rimane è quanto resta di quanto fu fatto saltare dai partigiani nel 1944.
La Gola del Furlo è comunque un luogo incantevole, dove ci si scopre e ci si sente sempre più “piccoli”.
(La Gola del Furlo si trova in provincia di Pesaro-Urbino nei pressi di Acqualagna, a breve distanza da Urbino).