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sabato, 25 novembre 2023 Aggiornato alle 07:00Eco del Perlasca

No alla violenza sulle donne

di A.A. 5B grafica
Il 25 novembre è una data che richiama l'attenzione su una delle questioni più urgenti e dolorose della nostra società, ovvero la violenza sulle donne che non può essere tollerata o ignorata

Questa giornata è denominata "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" perché ci ricorda l'importanza di combattere questa forma di violenza e di promuovere un mondo in cui le donne possano vivere libere da qualsiasi forma di maltrattamento.

La violenza sulle donne è un problema diffuso a livello globale, che non conosce confini geografici, culturali o socio-economici. Si manifesta in molte forme: come violenza domestica, stupro, violenza psicologica e via dicendo.
Questi atti hanno conseguenze devastanti per la vita e la dignità di una donna, perché rimangono cicatrici profonde che possono durare per tutta la vita e, anche se guariscono, non si richiuderanno mai del tutto.

C’è un’urgente necessità di agire e di fare in modo che i femminicidi non siano alla regola del giorno. Perché la violenza sulle donne non può e non deve essere accettata come parte integrante della nostra società. È nostro compito come cittadini, e soprattutto come esseri umani, di impegnarci attivamente per porre fine a questa violenza.

Ogni donna ha il diritto di sentirsi sicura, rispettata e libera.
Un passo cruciale per combattere la violenza sulle donne è l'educazione e la sensibilizzazione sull’argomento all’interno delle scuole. È essenziale promuovere una cultura di rispetto, uguaglianza di genere e consapevolezza dei diritti delle donne sin dalle prime fasi dell'istruzione.
Perché un bambino apprende di più da piccolo rispetto ad un adulto a cui sono stati imposti certi pensieri durante la crescita. Sin da piccoli dobbiamo essere in grado di riconoscere e condannare la violenza di genere, promuovendo relazioni sane e rispettose.

Molte donne hanno paura a denunciare la violenza subita dal proprio compagno; infatti, solo il 27% delle donne riescono a portare a buon fine una denuncia. Il restante delle vittime o non denunciano, oppure denunciano, ma senza completare il procedimento.
Questo è dovuto anche alla paura di non essere comprese o di subire cose peggiori una volta tornate a “casa”. Per mettere a loro agio le donne che hanno subito violenze, in Italia esiste il progetto “Stanza rosa”, dove vengono accolte.

Queste stanze, sono allestite come le camere di una casa
: non assomigliano ad un ufficio, per far in modo che le donne si sentano più a loro agio. In questi luoghi si fa in modo che anche le guardie siano sensibilizzate, spronando le vittime a parlare con più tranquillità (ci sono alcune Stanze rosa a Salò e Desenzano). È importante che le vittime sappiano di non essere sole e che ci sono risorse disponibili per aiutarle a uscire da situazioni di violenza.

La lotta contro la violenza sulle donne richiede anche l'impegno attivo degli uomini.
È necessario che gli uomini si uniscano a questa causa, rifiutando la violenza e promuovendo modelli di comportamento sani e rispettosi. È importante educare gli uomini sulla loro responsabilità nel contrastare la violenza di genere e nell'essere alleati delle donne. Come è stato espresso in questi giorni su molti post di diversi social, non bisogna dire: “State attenti alle vostre figlie”; ma: “Educate i vostri figli”.

Pertanto, solo attraverso l'educazione, la sensibilizzazione, la legislazione adeguata e il sostegno alle vittime possiamo creare un futuro senza violenza sulle donne. Dobbiamo far in modo che il 25 novembre sia un punto di partenza per un cambiamento significativo e non solo per ricordare come l’educazione di alcuni individui sia fallita miseramente.

In conclusione, ci tengo a riportare la poesia di Cristina Torres Cáceres, circolata anche questa in maniera virale sui social in questi giorni per un femminicidio straziante, quello di Giulia Cecchettin.

Se domani non torno
“Se domani sono io, mamma,
se non torno domani,
distruggi tutto.
Se domani tocca a me,
voglio essere l’ultima”.


Numero verde per denunciare violenze: 1522
A.A. 5B grafica


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