Storia e leggende sulle acque dei laghi
Alla ricerca di leggende e racconti popolari legati a luoghi e a paesaggi, mi sono spinto fin nel profondo nord-ovest della nostra penisola, all’imbocco della Val di Susa, tra spettacolari montagne e strade percorse nei secoli da eserciti, pellegrini e mercanti
Qui, in provincia di Torino, sorge un borgo grazioso non distante dal quale si possono ammirare due limpidi laghetti. È il borgo di Avigliana; ed è qua che si racconta un’antica leggenda a proposito di quei due specchi d’acqua, che, secondo ciò che si narra, un tempo non c’erano; al loro posto, infatti, si estendeva un’immensa pianura che faceva da sfondo a un ridente paese abitato da gente ricca e gaudente, ma cattivo di cuore.
Nessun mendicante vi si fermava a chiedere ospitalità poichè la fama della malvagità della gente del posto si era diffusa ovunque.
Una fredda e piovosa sera d’inverno, però, un poveretto che veniva da molto lontano, passò di lì e tentò l’impossibile bussando a tutte le porte.
Ovunque venne scacciato in malo modo. Fuori dall’abitato vide del fumo uscire dal camino di una piccola casetta e pensò così di fare un ultimo tentativo. Chiese misericordia agli abitanti di quella casupola e al suo richiamo rispose la voce di una vecchietta che lo invitò ad entrare.
L’interno era misero e spoglio, ma il calore necessario a riscaldare le membra del pover’uomo si diffondeva ovunque. La vecchietta gli offrì del pane e un po’ di brodo caldo. Il povero viandante si coricò vicino al fuoco e si abbandonò a un sonno ristoratore. Per tutta la notte soffiò un vento feroce. E quando al mattino la vecchietta si svegliò, il vento soffiava ancora. Il mendicante però se n’era già andato. La buona donna disse fra sé: “Avrà avuto fretta!” e si preparò per andare a far legna nel bosco.
Ma quando uscì di casa, restò per un istante meravigliata e spaventata. Dove prima sorgeva il ricco paese, vi erano due laghi, uno grande e uno piccolo, con le rive coperte di neve. Soltanto la sua piccola casetta, quella che non si era chiusa al poverello, si era salvata.
Secondo il racconto popolare, questa sarebbe l’origine dei due suggestivi laghetti di Avigliana.
Sulle rive di un altro lago, invece, si racconta una singolare storia. Ci troviamo sulla sponda piemontese del lago Maggiore, in provincia di Verbania, e precisamente a Cànnero.
Un tempo i malandrini infestavano il lago Maggiore assaltando i battelli e i barconi di mercanzia. Il loro covo era costituito da due castelli mezzo diroccati che sorgono ancora oggi davanti al borgo di Cànnero. Una sera uno dei capi dei masnadieri invitò i compagni a rapinare le argenterie e gli ori antichi che si trovavano in una villetta tra i pini sul monte che sovrasta l’abitato.
Qui, secondo il suo racconto, abitavano soltanto un vecchio e un bambino. Il piano predisposto prevedeva che, una volta entrati in casa, i briganti avrebbero ucciso il vecchio e sarebbero scesi al loro covo con il bottino e (come lo chiamavano loro) con il “marmocchio”, con l’intenzione di farne un futuro sparviero d’acqua.
Il compagno mandato in avanscoperta si incamminò verso il monte. A un certo punto, intravista la villetta, vide accendersi un lume all’interno e il bimbo affacciarsi alla finestra.
Pregava il buon Dio per la mamma morta e per il babbo lontano. Il masnadiero rise di quelle preghiere e disse fra sé: “Prega, prega pure! Il tuo Dio non potrà salvarti, tu diverrai un malandrino come me”. Quando fece per muoversi, si accorse che i suoi piedi si erano attaccati alla roccia e che da essa saliva un gelo strano che gli intirizziva le membra.
I compagni giù al lago lo aspettavano invano. Al mattino uno della compagnia, detto il Gufo, salì per il sentiero e rimase a bocca aperta quando trovò il compagno pietrificato. Attribuendo la cosa a stregoneria, i malandrini lasciarono in pace la villetta sul monte e non avrebbero mai immaginato che la preghiera di un innocente avesse fatto un tale miracolo.
I castelli di Cànnero, disabitati e simili a ruderi galleggianti, sprigionano un particolare fascino e parlano di misteri, leggende e racconti popolari simili a quello del malandrino pietrificato.