Sanremo, ecco il «pagellone»
di Davide Vedovelli

Conclusa la prima serata, salvata dal talento degli ospiti e da poche rare eccezioni. Un ottimo Ibra fa da contraltare ad un imbarazzante Fiorello. Bravo l'arbitro Amadeus


Come da tradizione ecco Il Pagellone dello Spaccadischi.

Scenografia: questa astronave che dovrebbe traghettare la musica nel mondo mi convince così così. Molto robotica, asettica, dire molto anni '90 ma non abbastanza Kitsch per esserlo davvero.

Amadeus: 8. Non pecca di protagonismo, sa dare il giusto taglio alla serata riuscendo a leggere il clima e non sembra particolarmente in difficoltà per l'assenza di pubblico in sala, anzi, non è costretto a quei fastidiosi siparietti con gli ospiti seduti in poltronissima.

Fiorello: 4. Vi ricordate la famosa frase di Fantozzi in merito alla Corazzata Potëmkin? E diciamolo che Fiorello ha davvero rotto gli zebedei. Battute da cabaret di seconda mano, mai divertente, mai serio, mai emozionante e mai dissacrante. Il vuoto totale. Ricicla le solite vecchie gag da un sacco di anni (telefonate in diretta e via andare) fa la macchietta ma non è altro che l'ombra di se stesso... ne avremmo fatto volentieri a meno, ma proprio in generale... non solo per il Festival.

Ibraimovic: 8. Funziona, funziona e diverte, sopratutto nel gioco con Amadeus proponendo un grande classico della comicità che affonda le radici nel grande circo classico, ossia la contrapposizione tra il Clown Bianco (quello autoritario, rigido e severo) e l'Augusto - Amadeus, il clown burlone, pasticcione e sconclusionato.

Queste dinamiche funzionano e i tempi comici sono ben rodati. Si vede che è uno abituato a scandire il ritmo. Bravo. Davvero bravo.

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Arisa: 7 - La canzone "Potevi fare di più" non è farina del suo sacco ma è opera di Gigi d'Alessio. La interpreta bene, musicalmente è sanremese fino al midollo fino a risultare stucchevole, radiofonica e lineare. Effetto noia ma podio molto probabile, ad ogni modo arriva.

Colapesce e Dimartino: 5.5 - Gusto retrò che ricorda un sound a metà tra Alan Sorrenti e Alberto Camerini. Due artisti che si sono fatti strada e si sono fatti conoscere per la loro capacità di scrittura ed originalità interpretativa. In questo pezzo però non trovano una cifra stilistica precisa e fanno un po' di confusione. Il risultato è un po' pasticciato ma comunque accettabile. Quasi sufficiente.

Aiello: 3 -  Imbarazzante oltre ogni bassissima aspettativa, tra rime baciate da quarta elementare, temi sdolcinati da "Cioè" con chicche quali "ci tenevo a mostrarmi come un drago nel letto" ci si chiede come sia potuto approdare al Festival... ma si sa, fuori dal letto nessuno è perfetto (Cit. Aldo, Giovanni e Giacomo).

Francesca Michielin e Fedez:  4 - Alcune frasi fatte (Le mie scuse erano mille, mille, E nel cuore sento, spille spille) si incastrano in un brutto testo accompagnato da un brutto arrangiamento. "Chiamami per nome" ce la dimenticheremo, spero, molto presto. La coppia non funziona e non si capisce in che modo dovrebbero interagire tra loro.

Loredana Bertè: 8.5 - Qui si sente lo stacco tra la serie B scesa in campo fino ad ora e la serie A. Con un capolavoro scaturito da quella gran penna di Enrico Ruggeri ci regala un'interpretazione intensa e, finalmente, qualche emozione. Continua l'esibizione con alcuni suoi grandi cavalli da battaglia. Brava Loredana.

Max Gazzè 6.5 – Il brano meriterebbe anche un voto migliore, ma è sempre la solita filastrocca a cui Gazzè ci ha abituato negli ultimi cinque anni. Scorre bene e con un testo interessante, ma è sempre il solito Gazzè. Come canta Arisa “Potevi fare di più”.

Noemi 6 - “Glicine” è la nuova canzone di Noemi. Leggere ed accattivante, sa il fatto suo ma il testo non fa centro.

Madame – NC ero a fare i Pop Corn.

Maneskin 8 – Finalmente una canzone a Sanremo non scritta per Sanremo. Grinta e sound risollevano la serata e mi fanno uscire dallo stato di torpore in cui ero sprofondato. Bravi, davvero bravi, anzi... i migliori.

Ghemon 5 - Non davvero Rap, non abbastanza Pop per questo palco.

COMA_COSE 8- Sono la seconda bella sorpresa della serata. Testo ben strutturato e ottimo arrangiamento e per niente a disagio su questo palco che mette paura anche ai vecchi leoni. Avanti così.

Annalisa 3- Solo voce, il resto è noia.

Francesco Renga 4 - Non sono davvero riuscito a capire il brano. Un pasticcio senza capo nè coda. Fuori gioco.

Fasma 5 - Trap... ma non troppo. Ma forse sono io ad essere troppo stanco per dare un giudizio. Mi ritiro per deliberare.

Achille Lauro 6. Troppo presto è rimasto imprigionato nel suo personaggio e si ritrova a dover stupire per forza, esagerare per forza, provocare per forza. Non sempre è necessario.

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Voto alla serata: 6
Sembra davvero che i testi siano un inutile orpello alla voce e agli abiti di chi li canta. Salvo poche rare belle eccezioni, quasi tutti ripropongono la stessa storiella malinconica, sentimentaloide, strappalacrime di cui non avevamo avvertito l'esigenza. In un momento tanto complicato mi sarei aspettato qualche testo più impegnato e qualche tema meno banale. Ingenuo io. In attesa della seconda serata.

Photo credits IPA fotogramma

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