Mami Voice a Sant’Antonio di Castèr

Sant’Antonio di Castèr, scrigno d’arte esistente già dal XIII secolo, si erge sul dosso, dominando la via maestra che costeggia il lago d’Idro, nel punto in cui da quella si stacca la strada che porta a Bagolino. Dedicata a Sant’Antonio Abate, l’edificio presenta affreschi di prim’ordine dai colori vibranti. Quale luogo migliore ieri avrebbe potuto ospitare, adagiate sui banchi in attesa delle braccia delle persone, le tavolette armoniche dell’architetto Alfredo Bigogno? Questi semplici trasduttori rotondi di vibrazioni hanno fatto risuonare bellezza tra gli spettatori. “Sentir vibrare una tavoletta con la voce di qualcuno sa di magico, se non si pensasse che alla base c’è il principio fisico delle onde sonore”, dice la Professoressa Antonella Ali, che presenta la serata insieme all’artista Romeo Seccamani, grande conoscitore di arte e curatore dei restauri della Chiesetta. Sul minuscolo altare della Chiesetta Alfredo Bigogno col figlio Elia, esperto informatico, presenta il dispositivo MAMI VOiCE. Il dispositivo, nato agli inizi degli anni 2000, è un amplificatore a batterie che fa passare solo le onde sonore e annulla i campi elettromagnetici trasmettendo, attraverso le vibrazioni, il suono della voce materna al bimbo nato prematuro, costretto a vivere nella termoculla. L’idea è piaciuta e alcuni ospedali l’hanno sperimentata con successo. Fra questi: l’Ospedale Poliambulanza di Brescia, il San Raffaele di Milano, l’Ospedale Civile di Pescara, l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, l’Ospedale Civile Spirito Santo di Pescara, il Caritas Baby Ospital di Betlemme, il Sant Joseph di Gerusalemme. [img id="34826"] Scanditi i principali momenti che hanno segnato il passaggio dalla sua carriera di architetto a quella di inventore geniale del sistema MAMI VOiCE, tutti accomunati da un insieme di fatti, apparentemente, casuali, che lo hanno spinto ad interessarsi sempre più alla condizione di fragilità indotta o meno dalla malattia, Bigogno ha spiegato che uno dei primi momenti decisivi è stato un colloquio col pediatra del figlio. Il medico gli disse che, per conoscere il benessere del bambino, osservava prima di tutto quello della madre. Una seconda tappa essenziale per la realizzazione del dispositivo è stato l’incontro con Grazia di Michele, celebre cantautrice, che si occupava del clima sonoro delle termoculle. Secondo lei, al loro interno, i bambini sentivano rumori così forti da essere devastanti. Andato di persona, subito, all’interno della Terapia Intensiva Neonatale degli Spedali Civili di Brescia, e, accostato l’orecchio alla termoculla, rimase impressionato dal clima sonoro a cui era sottoposto il piccolo nato. Il pensiero che un bambino- avrebbe potuto essere anche il suo -appena allontanato dal ventre materno, potesse trovarsi in una condizione di forte disagio, inesprimibile da lui, lo catturò a tal punto da decidere di inventare un dispositivo per eliminare questi rumori. Creatività e bellezza, bellezza vera perché unita al “buono.” Nel 2013, nella TIN del Civile di Brescia, sotto la supervisione del primario Gaetano Chirico, ci fu la prima sperimentazione con Edoardo, bambino nato prematuro. Quando Alfredo vide che tutti sorridevano, allora pensò che il dispositivo poteva essere applicato anche ad un sistema simile per adulti. Da qui ha inizio l’esperienza del lettino armonico, realizzato col legno profumato dell’abete rosso, poi recuperato dai 16 milioni di piante abbattute dalla tempesta Vaia nel 2018. Un migliaio di persone ha provato il lettino che emette vibrazioni sonore a 432 Hertz a coloro che vi si adagiano. Ognuna di loro ha condiviso le riflessioni sulle percezioni avute. Dopo il lettino, è stata la volta del totem, asse che emette vibrazioni, utilizzata anche nelle sale di attesa per rendere le persone più rilassate. I totem sono stati utilizzati durante alcuni concerti per trasmettere la musica anche ai sordi. Il sistema è stato applicato anche in una forneria bresciana che fa lievitare il pane armonico su una tavoletta vibrante…alcuni clienti richiedono il pane armonico… In seguito, l’Università di Padova ha richiesto di “far sentire” le vibrazioni anche ai semi di barbabietola. Risultati sorprendenti, in attesa di una pubblicazione che attesti i lavori svolti…e poi il “vigneto sonoro” a Montisola, sperimentazione che proseguirà in quel di Idro. E poi ancora, la sonorizzazione di una stalla in Molise, in cui i totem emettono vibrazioni a 432 Hertz, favorendo il benessere degli animali. [img id="34827"] Per tornare a ciò che più interessa all’architetto, e cioè il benessere delle persone fragili, ci sono stati numerosi episodi che lo hanno avvicinato alla disabilità: anche in questo caso, nella scuola Audiofonetica un progetto col sistema MAMI VOiCE ha interessato i ragazzi sordi. Essi riescono a sentire il ritmo ed hanno un modo di percepire le vibrazioni diverso da chi ha il senso dell’udito. Dopo aver partecipato al Ferrara Film Corto Festival, Bigogno venne chiamato in chiusura per partecipare al Moscerine Film Festival di Roma, dove ha usato le tavolette armoniche come strumento per trasmettere le vibrazioni sonore. E da qui è partito per la Lega del Filo d’oro, che sostiene i bambini sordo-ciechi nello sviluppo delle loro potenzialità. Ad Osimo Bigogno ha fornito il lettino armonico, più consono per la tipologia di difficoltà presentata dai pazienti. In collaborazione col figlio, ha ideato un dispositivo per permettere ai sordo-ciechi di comunicare con gli operatori. Esso, che è presentato per la prima volta come prototipo, si basa sul principio MAMI VOiCE ed è costituito da un alfabeto Morse, formato da tre diverse vibrazioni con cui comporre delle frasi. E’ stato pensato un dizionario di soluzioni possibili per permettere di comunicare. La serata termina così, con gli spettatori che provano il dispositivo e fanno domande… Come dice don Giussani: “La vita ci è stata data per una creatività. Il tempo è come il tessuto su cui occorre disegnare una creazione.”

Mami Voice a Sant’Antonio di Castèr

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