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lunedì, 12 maggio 2025 Aggiornato alle 10:30Lettere

A Presegno per la festa del Zerlo

di Rosalba Francinelli e Angelo Lossi

Un’esposizione di artisti locali ha fatto da cornici alla festa del primo maggio nella caratteristica frazione montana di Lavenone

 

La mattina del primo maggio, ad accoglierci un sole bellissimo ad accendere questa ricorrenza: la Festa del Zerlo a Presegno, frazione di Lavenone. Onorata di presentare le mie umili opere artistiche, su invito della signora Katia, proprietaria del piccolo ristorante il Zerlo, proprio all’ingresso della contrada di questo borgo. La giornata, con altri artisti Valsabbini, ha colorato angoli poetici, riportando indietro il tempo, ricordando gli avi e anche valorizzando chi in queste stradine e percorsi ha fatto la storia. 

 

Come ho detto, Presegno, nel contesto generale è sempre stato un piccolo paesino di poche anime che attraverso l’anima della gente e delle loro passioni; degli uomini e delle donne talenti di questa storia locale hanno maturato l’affascinante paese. 

 

Dai ricami a merletto da sapienti mani e maestre di un tempo molte donne preparavano le doti alle figlie, narratrici di un passato nel viaggio simbolo di crescita di una laboriosità che tutt’oggi ormai è scomparsa. Uomini dall’eccellente predisposizione all’intaglio del legno. Qui si sono portati i massimi esponenti intagliatori: i “Boscai”. La chiesa, infatti, al suo interno può mostrare una bellezza autentica del lavoro ingegnoso, dal ricavo del legno si può assistere a maestose opere di vero pregio; che Presegno può così fregiarsi. 

 

Una forma per lasciare intatta la cura del bello e dell’essenziale e di portarlo avanti con un’anima e di insegnarla. Come diceva il paesano che qui diede i natali a Giuliano Bortolo Zanaglio originario del paese e custode prezioso della manualità ancora storica, scultore poi trasferitosi ad Agnosine, disse:. “Ho preso un pezzo di legno e ho tolto ciò che c’era dentro, fino a farlo poi diventare opera”. 

 

Qui oggi, a fare da sfondo alla magnifica Corna Blacca e a una natura stupenda eccovi collocati, alcuni artisti per presenziare con opere di qualità ed espressione. Un dono non solo per la ricorrenza che specialmente avrebbe catturato l’attenzione ma anche riflettendo nel ricordo del passato. Il lavoro di un tempo dove si trascorrevano momenti memorabili; dove l’arte della fantasia creativa lasciava il vero spazio della forza e della marcata attività del luogo. 

 

Non serve essere tutti maestri, ma penso che basti mostrare che l’arte debba continuare a muovere l’interesse anche qui in Valle Sabbia. L’avvento della tecnologia ha portato a essere troppo spesso facilitati a interpretare la quotidianità; dimenticando che le radici di un’umanità sono state le fatiche e il riassunto del cammino mostrato verso il lungo periodo della resistenza e di ogni rapporto tra uomo e natura, arte e luogo che si ha vissuto. 

 

Durante il bellissimo cammino avvenuto dalla mia bancarella a tutte quelle messe a disposizione nella giornata odierna, devo dire che tutti hanno dimostrato uno spessore di vera arte. Anche se non eravamo in quantità massiccia; ai passanti, agli escursionisti, ai paesani e a tutti coloro che si sono portati presso il borgo hanno apprezzato davvero la mostra. La cornice di tutto sono stati gli artisti come detto ma pure i suggestivi particolari della frazione. La fontana dove sgorga acqua buona, e dove dal getto continuo il rinfrescante beneficio per dissetarci, e anche per rinfrescare il turista è un modo per accoglierlo qui. 

 

Percorso culturale e paesaggistico dunque affacciarsi in una giornata che continuava nei preparativi. Dal mattino presto preparando ognuno i propri oggetti, manufatti, realizzazioni dai colori stupendi a fare da libera protagonista incentivando il tutto nella materia dell’arte, come la corrente più magnifica per questo paese e la sua edizione. Come artista anche io, penso che se il ricordo possa farci appunto lasciare un modo per ringraziare chi è passato e chi ci ha lasciato di questo paese; sia importante ricordarlo in ogni sua gesta che ha improntato; sia in mezzo agli altri sia individualmente. E perciò ringraziare ognuno attivamente per ciò che ha portato come orgoglio collettivo; nel contenuto di una gente semplice, laboriosa e creatrice. Alzare gli occhi al cielo e fare un plauso a tutti le persone di Presegno e dei paesi confinanti credo sia doveroso. 

 

La vita, insegna che non bisogna mai finire di apprezzare e di imparare perché riunirsi come in questa giornata, si creano spazi di crescita personale. Condividere insieme, ad altri artisti il valore di una comune bellezza che sta in noi ci fa vedere e ascoltare panorami interiori ed esteriori. In ogni attività culturale esiste un elemento trainante che si chiama estemporaneità e attività di gruppo. Tutto questo si trasmette e viaggia silenzioso, ma poi ci fa assistere a pezzi unici. Come la fantasia si affacci all’energia in modo affascinante e carismatico, nel tempo che ci vuole insegnare a pensare e a vivere per qualcosa d’importante. L’arte è il motivo principale su cui l’artista muove in modo pittorico o con altre forme preziose la sua marcia al pubblico. 

 

Noi tutti oggi credo che aver presentato le nostre opere, chi dai ricami, chi con quadri o altre tecniche si a portato una bella vetrina non per dire  chi siamo, ma cosa possiamo custodire per il senso di un cammino conservativo. Una giornata veramente indimenticabile dove tutti hanno potuto degustare i piatti buonissimi e caldi del bar ristorante el Zerlo. Piatti genuini di montagna che preparati con estrema raffinatezza e bravura da Katia e collaboratori a così lasciato una bella conviviale giornata di ritornare l’anno prossimo nuovamente preparati per l’edizione 2026. 

 

Presegno, ci ha accolto veramente con un caldo benvenuto, e attraverso i passi di questo ricreativo e antico borgo, muovendo i nostri passi lungo il ciottolato siamo stati riuniti in tradizioni che resteranno dentro di noi intatti per sempre. L’arte antica bisogna sempre insegnarla con lezioni pratiche, con la storia, con i nomi, con i ritratti veri di patriarchi. Nel modo anche più bello, e semplice, raggruppando con fotografie i cenni storici di persone locali. 

 

Ritrarre anche i nomi di artisti che ci hanno lasciato e che con noi hanno fatto lunga strada di amicizia e non solo anche di arte vera. Il ricordo dell’artista Gianbortolo Crescini, di Agnosine, che ci ha lasciato. Di numerosi artisti che qui sono cresciuti ma che non possiamo non dimenticarli. Queste, sono le più belle azioni, che ci restano da portare in mezzo a tutti noi, e che possano sempre riempire l’animo di grande significato. Un paese, deve essere carico d’iniziative per l’estate; come Presegno valorizzato in tutti i suoi angoli e aspetti più belli di una terra, che parla in chiave artistica. Ricordo di vita contadina, di vita durissima ma che porta avanti la storia. Nel suo panorama stupendo dalle fioriture, dagli alberi secolari e spontanei e che vogliono essere osservati. Un brindisi finale per comunicare che qui esiste la pace nel cuore o meglio la si deve sempre cercare e affrontare con coraggio e con un’azione nella ricerca di vedere ciò che di bello dobbiamo continuare a scorgere.

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