A don Andrea, il ricordo di un amico
Don Andrea Persavalli ha lasciato un segno indelebile in tutte le comunità in cui ha svolto il servizio sacerdotale. È sempre stato amato da tutti per il suo spirito giovane, sempre entusiasta, sempre aperto al mondo. Ha fatto grandi cose, ma con la leggerezza, la simpatia e l’umiltà di tutte le persone grandi.
Ricordo che prima di confessarmi, mentre preparavo la mia lista di peccati, mi diceva: “Brao brao, come va col teatro?” E mi teneva le mani nelle sue.
E poi la sua gioia nella fede! Sembra che domenica all’Angelus il Papa abbia descritto proprio don Andrea: “I cristiani siano gioiosi, non abbiano un volto da veglia funebre: anche nei momenti bui, il Signore è il centro della nostra vita.”
Tramite l’amico Mauro Abastanotti, ho chiesto al papà Antonio (la cui sorella Maria proprio oggi è salita in Paradiso) di ricordare il grande sacerdote.
Ecco le commoventi parole di Antonio Abastanotti…
“In questi giorni ci ha lasciato un carissimo amico, Don Andrea Persavalli. Che il Signore lo abbia in gloria, desiderio di ogni suo amico!
Era di casa con noi, ogni tanto veniva a pranzo ed era sempre una gioia averlo ospite, sapeva trasmetterti la gioia di vivere e la bontà con tutti.
Ho avuto l’opportunità di conoscerlo ancora da chierico quando, alle vacanze, veniva a Gavardo ed ho ancora una foto con lui di quel periodo.
Quando Don Renato Monolo nel 1946 dovette lasciare Gavardo per motivi di salute, il Vescovo nominò curato proprio Don Andrea.
Con lui l’Oratorio intraprese tante iniziative, oltre al calcio di cui era un appassionato, organizzò anche un cinema all’aperto, ed in casa sua si tenevano le preparazioni di tante commedie, che i nostri bravi giovani nel dopo guerra presentavano al salone Pio XI.
Durante questo periodo si formò anche il “Gruppo della Montagna Achille Ratti” del quale facevo parte anch’io, con sede presso l’Oratorio.
Nel 1951 lasciò Gavardo e venne assegnato a Bagolino, dove tanti nostri ragazzi andavano a trovarlo.
Non perdemmo mai il contatto con lui, anche nel suo spostarsi da una Parrocchia ad un’altra, sempre in obbedienza al nostro Vescovo. Non fu mai un sacerdote ordinario, per così dire.
Era un innovatore, uno spirito indipendente, insofferente delle formalità e in qualche modo precursore del Vaticano II. La sua sintonia con Papa Francesco poi era totale. Le sue messe, specie negli ultimi anni, erano veri e propri incontri di preghiera partecipata e di scambio di pensieri e sentimenti sugli svariati temi proposti dalle letture.
La sua era una ricerca dello spirito originario del Cristianesimo, dell’Ecclesia. Per lui anche le attività sportive e culturali erano preghiera. “Se Dio ci ha dato un corpo e un cervello, qualche progetto lo avrà avuto, o no?”.
Quando venne assegnato a Palosco frazione di Palazzolo sull’Oglio, conobbe qui alcuni amici appassionati di montagna e qualche volta ci accordavamo per unirci a loro. Ne ricordo una in particolare, alla Presolana.
Una salita abbastanza impegnativa, con altri amici di Gavardo e di Palosco. C’era anche mia moglie, anche lei entusiasta per questa scarpinata, Lassù sulla cima Don Andrea celebrò la S. Messa: lo spazio era poco, stretti l’uno contro l’altro assistemmo alla celebrazione con gioia, da lassù sembrava di toccare il cielo.
Il Gruppo era molto sereno e pieno di simpatia reciproca. Continuammo a frequentare le nostre montagne fino alla fermata per l’età, sua e nostra. Alcuni amici proseguirono.
Nel 1999 venne in Africa, in Angola con il gruppo del Mali Gavardo. Eravamo là a costruire una scuola elementare per le Suore della Sacra Famiglia di Castelletto di Brenzone. La sua presenza, come sempre, era fonte di serenità e gioia.
Fino a qualche anno fa si era preso l’impegno di visitare gli ammalati ed era arrivato a visitarne circa centoottanta in un mese. Era un modo per portare l’evangelizzazione nelle case e nelle famiglie, per costruire la Comunità cristiana, come amava dire, e realizzare la sua missione di sacerdote.
Tutti gli amici non potranno mai dimenticare le feste dei suoi compleanni, un appuntamento annuale immancabile per tutti quelli che gli volevano bene; si svolgevano con tanto entusiasmo, con la S. Messa in S. Maria e pranzo sociale all’oratorio., con tanti canti gioiosi.
Aveva fondato e animato un folto gruppo di preghiera. Distribuiva inoltre, ogni mese, ai suoi fedeli conoscenti, a circa centocinquanta persone, la pubblicazione “Il pane quotidiano” con le meditazioni di Don Oreste Benzi.
Caro Don Andrea hai seminato fede, amicizia e solidarietà. Questi semi non sono stati dispersi dal vento, ma hanno attecchito profondamente nelle nostre anime”.
Antonio Abastanotti
Nelle foto:
- Antonio Abastanotti con don Andrea
- Don Andrea con gli amici dell’AGE a Roma nel 2018
- Don Andrea con Papa Francesco
- Don Andrea con nipoti e pronipoti nel 98° compleanno
Un particolare ringraziamento ad Antonio, Mauro, Beatrice e a Daniela Massolini, a Roberta Caldera e Cristian Gamba per le foto