Arrivato a Roma l’Avis Gavardo in bici
Arrivati, finalmente! La mattina di sabato una colazione tranquilla all’Hotel Cassia, le valigie da caricare sui due furgoni e poi 13 km da Formello a Roma, presso la “Casa per Ferie Giovanni Paolo II - Opera don Orione” (un saluto a don Alessandro D’Acunto). I nostri ciclisti ripartono subito verso la città, insieme a Beppe e a Sonia che sul furgone dell’AC Gavardo avevano portato le proprie bici.
Io, Emi ed Anna ci rechiamo in taxi (a prezzo stracciato) in Piazza San Pietro e poi in Piazza Navona, dove incontriamo Ermanno Barbieri con Gabriella Poletti e Mauro Zane (Kaiser) con Marcella Ferrari venuti in treno. Poi raggiungeranno il gruppo di ciclisti per visitare San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura e la Basilica di Santa Maria Maggiore, le quattro basiliche papali in cui si può ottenere l’indulgenza.
A Roma, sotto il solleone, c’è un mare di gente. I nostri indossano tutti la divisa avisina. È impossibile descrivere l’emozione che provano i nostri avisini, ciclisti ed accompagnatori. Ognuno ha la testa piena di pensieri, di ricordi, di nostalgie, di speranze. Ognuno prega a suo modo, perché sente che sta vivendo un momento straordinario della propria vita. Ognuno pensa ai suoi cari, alle persone amate, a chi adesso è lontano, o magari in cielo. E forse il cielo non è così distante, ognuno ha un pezzetto di cielo nel proprio piccolo cuore.
Ed ecco i magnifici 26: Emma Avanzi (Emi), Sergio Avanzi, Gianluigi Baresi (Gigio), Eleonora Casari (Leo), Giovanni Comini (John), Livia Federici, Donata Ferretti (Doni), Ivo Franzoni, Laura Goffi, Giuseppe Grumi (Pepi), Giuseppe Maioli (Beppe), Anna Martini, Germana Moreni, Manuela Perini, Gianni Podavini, Angelo Portesi, Sonia Prandini, Alessio Savoldi (Alex), Massimo Scalvini (Massi), Antenore Taraborelli, Giovanni Taraborelli, Franco Tarana, Arturo Tebaldini, Claudio Tebaldini (Ciba), Gianbattista Terrasi (Titta), Carla Zucchetti.
L’AVIS Gavardo ha vissuto questo viaggio con il cuore, perché il viaggio in bicicletta crea legami profondi: la gioia di pedalare, di faticare, di perdersi nel paesaggio mozzafiato, nella bellezza, è un atto d’amore, un mezzo per instaurare un rapporto di umana partecipazione e di condivisione di valori universali come quelli che da sempre propugna l’Avis.
Ci sono stati giorni di sudore, di battute (splendide!), di attesa: oggi è stato il giorno dell’emozione, il giorno della riflessione. Certo, il pellegrinaggio è solo la tappa intermedia di un percorso che –se ognuno di noi lo vorrà- dovrà poi continuare nella vita di tutti i giorni.
Franco Tarana (che ringrazio di cuore) ha mandato a tutto il gruppo questi stupendi pensieri: “Da Brescia a Roma, non è stato solo un viaggio in bici… è stato un viaggio nell’anima. 21 persone, una sola strada, un’unica forza: quella del gruppo. Abbiamo affrontato salite dure, caldo insopportabile, fatica vera… ma nessuno ha mollato.
Abbiamo pedalato con il cuore, con le gambe, ma soprattutto con lo spirito di chi sa che insieme si arriva ovunque. Roma non è solo una meta: è il simbolo di ciò che possiamo fare quando ci fidiamo l’uno dell’altro, quando ci si aspetta, ci si incoraggia, si ride e ci si sostiene nei momenti più duri.
Torneremo a casa con le gambe stanche, ma con il cuore pieno.
Perché certe emozioni, certi legami, non si cancellano più.
Grazie a ognuno di voi!! Un grazie speciale ad Arturo per il lavoro che ha fatto per organizzare tutto questo, perché il tempo che ha dedicato per noi è stato davvero tanto.
Abbiamo scritto una pagina indimenticabile, che mi porterò sempre nel cuore!!!
Grazie grazie grazie grazissime!!!!”
Il pellegrinaggio ha visto il coinvolgimento di numerosi gruppi AVIS incontrati lungo il percorso, che ci hanno accolto con cortesia, ammirazione e generosità. Qualcuno ha scritto che ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo vivi e quando lo ricordi. E pazienza se domenica non potremo partecipare all’Angelus di Papa Leone XIV in Piazza San Pietro, poiché si è trasferito a Castel Gandolfo e per motivi tecnici non possiamo essere presenti. Ognuno conserverà per sempre in cuor suo questa esperienza. Ognuno ricorderà questi giorni, densi di piccole e grandi cose. Ognuno percepirà il senso del tempo trascorso insieme. Ognuno con il proprio filo del destino, da intrecciare con il filo di altre persone.
Ma poiché non voglio essere retorico, finisco col sorriso ricordando alcune delle mille battutacce dei nostri eroi. Una delle espressioni più frequenti era “Càga!”. E se li sorpassavo col furgone suonando il clacson in segno di saluto, alcuni gridavano “Sunèt i coj…!” Ma sono fatti così (non tutti, per fortuna!): il loro modo di esserti amico è fatto da questo linguaggio boccaccesco.
Del resto, anche il sommo Dante ha scritto «Ed elli avea del cul fatto trombetta»: e di trombette nelle camere ne son suonate parecchie…Certe espressioni e certe “libertà” dei nostri pellegrini in bicicletta saranno certamente perdonate da Lassù…Li guardo uno ad uno, e penso che sono davvero delle belle persone, ognuno diverso e con il proprio modo di essere. Chi fa battute a raffica, chi ride, chi comunica sempre ad alta voce, chi è riflessivo, chi parla sempre, chi ascolta, chi se ne sta in disparte immerso nei propri pensieri. Come nella canzone di Ivano Fossati: “…E in tutto questo bell’andare/ quello che ci consola/ è che siamo stati vicini/ e siamo stati anche bene / e siamo stati male/ ma siamo ancora insieme”.
E allora…buona strada a tutti!
Se tutto va bene, torniamo a Gavardo domenica sera… a Dio piacendo,
maestro John
Ho appena saputo da mio nipote Sergio Avanzi che è salita in cielo la mamma del mio grande amico e maestro Angelo Mora. Mando a lui ed a tutti i familiari un abbraccio grande grande. Vi sono vicino in questi giorni di tristezza. Le mamme vanno sempre in Paradiso!