Ottava tappa dell’Avis Gavardo in bici verso Roma
Festa dell’Assunzione della Vergine Maria alla gloria del cielo. Tutti allegri alla colazione, ormai siamo nel Lazio, Roma si avvicina! Alcuni (i soliti noti) ieri sera dopo cena si sono recati a visitare la bella città di Viterbo. Capitan Arturo li aveva informati che ci sarebbero state le prove della “macchina di Santa Rosa” che ogni anno, la sera del 3 settembre, viene portata a spalle sfilando per le vie del centro storico in onore della Patrona della città. Ma temo che i nostri stanchi eroi si siano fermati al primo bar, dove tra una birra e una battuta hanno potuto godere di un po’ di fresco dopo una giornata di pedalate.
Qui devo ribadire un dilemma che ad ogni tappa crea confusione: che i nostri eroi seguono un’applicazione mobile contenente mappe e sentieri del mondo e che fornisce informazioni dettagliate come lunghezza, durata e difficoltà del percorso. Ma ancora una volta i nostri si dividono in “guelfi e ghibellini” e ognuno stabilisce una traccia diversa dagli altri: chi dice che la propria app gli indica di andare a destra, chi a sinistra, chi al centro… Emanuela Perini (che ringrazio di cuore) mi ha inviato questa riflessione.
“La guerra delle tracce.
«’Ndó nóm, che fóm, a mé mé segna de là, a mé mé segna de ché...nóm aànti…».
Questa è solo la partenza, poi queste frasi sono una continua ripetizione ad ogni incrocio. Siamo tutti tecnologici, abbiamo scaricato le tracce del percorso verso Roma tramite l’app Komoot ma la domanda sorge spontanea: siamo noi incapaci di leggere le mappe oppure è l’app? Lascio a voi la risposta...
Vale però la pena di fare una riflessione: viviamo in un’era tecnologica, dobbiamo chiederci quanto la tecnologia sta occupando la nostra vita; se non abbiamo un’app, un telefono, non siamo più capaci di orientarci, non troviamo più la via. Come facevamo i romani più di 2000 anni fa a viaggiare? Come facevano i pellegrini a partire da Canterbury ed arrivare a Roma? Come facevano i crociati ad arrivare a Gerusalemme? Non avevano app ma si orientavano con il sole e le stelle. Alla fine con app e grazie anche a Google Maps siamo arrivati a Roma e possiamo confermare che nonostante km fatti in più tutte le strade portano a Roma…”
Probabilmente ha ragione suo marito Angelo, che ha esclamato in pura lingua dantesca: «Sóm rimambicc nóter!».
Dopo la foto di gruppo ad un’artistica fontana (vedi foto 1), via di corsa verso Vetralla, dove ci attendeva un’altra sezione Avis. Nel frattempo, come Beppe per il furgone dell’AC Gavardo, ho fatto il pieno di gasolio per quello dell’AVIS Provinciale: a proposito, nonostante i miei antichi dubbi sul cambio automatico, sono diventato abile e arruolato. A Vetralla, un vasto Comune sulla Via Francigena con più di 13 mila abitanti sparsi in 13 frazioni, siamo stati accolti dalla bella Presidente avisina Laura Cenci, accanto al marito Marco Stellin ed alla sorella Maria Grazia: una cosa tutta in famiglia... Laura ci ha detto di aver partecipato alla FrancigenAvis, ci ha parlato della difficoltà di avere più donatori e comunque di essere sempre impegnati, convinti di fare una cosa utile e giusta. I nostri avisini hanno cantato in coro “Bravi/bravi/bravi bravissimi!”, poi hanno dato l’assalto al “Bar più bello del mondo” (si chiama così!) dove la sezione di Vetralla ci offriva caffè e bevande a profusione. L’amico Alex in precedenza si vantava di aver battuto allo sprint mio nipote Sergio. Mi pare impossibile…ma penso che Sergio, dall’animo nobile, lo abbia lasciato vincere almeno in questa importante Festività…
Prima di partire abbiamo cantato la canzone che è ormai diventata la sigla del gruppo: “Pellegrin che vien da Roma”, e via, verso Anguillara Sabazia, dove ci attendeva un’altra sezione AVIS, passando per Capranica, Sutri e Monterosi. A Sutri noi furgonauti ci siamo fermati per partecipare alla Messa: ma sarà perché è iniziata alle 11.30, sarà perché l’omelia è stata piuttosto lunga, sarà perché la stanchezza si fa sentire, quasi mi addormentavo dietro gli occhiali scuri…Noi furgonauti ci siamo diretti verso Anguillara Sabazia, un grosso comune di quasi 20 mila abitanti della città metropolitana di Roma Capitale. Si affaccia sul lago di Bracciano ed è un importante centro turistico e balneare. C’era un “mare” di turisti, di bagnanti e di famiglie che prendevano la tintarella sulla spiaggia, mangiando, bevendo e cantando. Io e Beppe abbiamo fatto fatica a trovare uno straccio di parcheggio, poi al primo bar ci siamo fermati per mangiare e bere qualcosa. Eravamo lontani dal centro storico, dove i nostri ciclisti sono stati accolti e rifocillati da alcuni gentili membri della sezione avisina di Anguillara Sabazia (vedi foto 3). Quindi ci hanno raggiunto, scatenando battute su battute fra i tavolini del bar. Tra le altre cose, ho scoperto che Leo Casari ha di nuovo vinto in volata su Gigio Baresi, che infatti pareva piuttosto introverso…Ma qualcuno sostiene che Leo sia scattata ad un semaforo rosso…Quid est veritas?
Infine partenza per l’Hotel Cassia di Formello, e a cena alla “Trattoria di Clotilde” abbiamo dato il meglio di noi sia come buongustai sia come simpatia. (vedi foto 4) Alla fine abbiamo fatto una standing ovation a Carla ed Arturo per la loro fantastica impresa: pedalare insieme fino a Roma per circa 660 km non è stata un’avventura da poco! Complimenti! Capita Arturo, dopo aver baciato la sposa, ha detto alcune parole che hanno commosso tutti: l’idea di venire a Roma con Carla, con una bici attrezzata per chi ha difficoltà, gli era stata lanciata dal mitico Angiolino Goffi. Quando ha detto che sulla bici porta la A di Angiolino e la bandierina con le immagini di Angiolino, di Dario Persavalli e di Mirco Comini, in molti non siamo riusciti a trattenere le lacrime. Poi Arturo ha ringraziato tutti, e sorridendo ha detto che tra di noi c’era una persona seria e competente, ma che vivendo una decina di giorni con il nostro scatenato gruppo ha perso ogni aurea di rispettabilità…Parlava del grande
Franco Tarana, figura di spicco del movimento dilettantistico, che abbiamo avuto la fortuna di incontrare sia per il suo modo di rapportarsi con noi sia per la sua grande umanità. Franco è stato alpino a Merano nel 5° Reggimento, era un eccellente ciclista (e lo è tuttora!) ed ha vinto svariate gare. Beppe Maioli mi ha scritto che sotto il profilo calcistico nel 2001 Franco era a Lumezzane come responsabile degli allievi nazionali e Beretti (primavera del Lumezzane). Poi ha iniziato a fare il direttore sportivo alla Bettinzoli in 3^ categoria, ha vinto il campionato di Eccellenza con il Rezzato, nel 2023 è arrivato al Gavardo come direttore generale. Da due anni è stato nominato Presidente dell'Associazione Direttori Sportivi Bresciani. Grande Franco!
(le ultime foto si riferiscono ad alcuni suoi importanti successi)
Alla fine Arturo ha imbracciato la chitarra (è pur sempre un membro dei Km0!) ed abbiamo cantato alcune canzoni popolari, attirando l’attenzione benevola degli altri avventori.
Concludo con 3 annotazioni. Mio nipote Sergio Avanzi (grande avisino e grande uomo!) mi dice che la Francigena, spesso criticata per l’inadeguatezza dei servizi ai pellegrini, si è rivelata al contrario ricca di opportunità e di spazi di assistenza. Anche su stradine semi-sconosciute, i nostri ciclisti hanno trovato la possibilità di sostare, bere e ripartire alla grande!
Gigio Baresi mi ha ricordato di inserire nell’elenco del mitico gruppo “Animali notturni” anche Charlie Bresciani, ora affermato chef. Infine il mitico Cèco Maioli mi scrive: “Caro amico avisino in pellegrinaggio verso Roma: mi permetto di fare un appunto sul Gagliardetto, quello che vi siete scambiato si chiama guidoncino, poi c'è il gagliardetto, il vessillo e infine il labaro. Però fai pure come vuoi, ciao e buon viaggio Ceco Maioli”. Hai certamente ragione, caro Cèco, ma qui è già tanto se sopravvivo al caldo... e alle birre! Un grande abbraccio!
È quasi mezzanotte, con la scusa di scrivere il blog ho declinato l’invito a rimanere fuori ancora un po’. Per stare con certa gente ci vuole davvero un fisico bestiale (vedi alla voce Ivo, grande persona ma che accompagna sempre il caffè con la Vecchia Romagna, che non è solo una canzone). E alùra nó a dormer che ghó una sonn del’ostis! E buonanotte ai sognatori!
Domani a Roma, a Dio piacendo,
maestro John