Giovedì, 7 agosto 2025


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mercoledì, 6 agosto 2025 Aggiornato alle 08:00Blog - Il viaggiatore curioso

Quanta storia a Modigliana!

di Roberto Maggi

È bellissimo poter constatare che in una cittadina sperduta tra le colline del forlivese, stretta tra i monti e il piano, ancora la memoria viva e sfidi i tempi, i cambiamenti, le dimenticanze

 

Giungendovi, infatti, all’incrocio tra via Garibaldi e via don Giovanni Verità (e non è una coincidenza!) trovo lo storico “Caffé Garibaldi”, dove non posso non entrare. Ed è proprio lì in un antico locale che, mentre sorseggio tranquillamente un caffè, improvvisamente mi attrae, appesa al muro, una bellissima stampa del Generale in piedi - con sciabola e divisa - datata 1875.

 

Ma perché Modigliana? Perché fu in questa bellissima cittadina che Garibaldi, fuggendo da Roma nel 1849, fu accolto e nascosto in casa di un sacerdote, don Giovanni Verità.

 

La vicenda garibaldina è già intravedibile all’entrata in paese dal cartello di località che indica e segnala Modigliana come la città di Silvestro Lega (ne parleremo tra poco) e di don Giovanni Verità. In Piazza Matteotti, poi, a pochi passi dalla casa del leggendario sacerdote, una moderna scultura a centro piazza riproduce l’uomo di Dio nel gesto di portare in salvo l’eroe dei due mondi. L’insieme fa pensare ad un libro aperto. Un libro che narra una vicenda particolare. Ci si sofferma su di una pagina di questo libro e la scritta in alto a destra recita: “Pagina della nostra storia”.

 

 

Attraversata la piazza, dirigendosi verso il municipio, quasi dirimpetto a quello, nascosta tra palazzi e abitazioni che sembrano stritolarla o proteggerla dal tempo, ecco la casa di don Giovanni Verità, cui si accede per una scaletta con ringhiera. Ed è bellissimo leggervi le parole scolpite dai reduci garibaldini sulla facciata che, in pensieri ed intenti, accomunano l’eroe e il sacerdote (“cuori dei cuori”) che si nascosero aspettando entrambi il destino e pensando al proprio futuro.

 

 

La ridente cittadina che accolse Garibaldi in fuga, oggi accoglie me, viaggiatore curioso, in un assolatissimo e azzurrissimo pomeriggio. Mi dà il benvenuto in piazza don Minzoni, con i resti della Roccaccia sullo sfondo e gli occhi semichiusi di un gattone sdraiato all’ombra di un portichetto di fronte alla bellezza mozzafiato della Tribuna, che introduce a una Modigliana antica, stretta e in leggera salita. 

 

 

La Tribuna è un robusto bastione che però affascina per l’eleganza che vi traspare. Vi si accede attraversando un ponte gettato su un rigagnolo che vorrebbe assomigliare ad un fiume. Da piazza Saffi, la vista è davvero incomparabile: si vedono il portichetto con il micio addormentato, il ponte, la Tribuna e sullo sfondo i ruderi della Roccaccia, che sembrano quasi abbarbicarsi al monte per resistere e non crollare. Il bastione centrale della Tribuna è elegantemente affiancato da ogni lato da due torrette campanarie, mentre la loggia centrale porta in bella vista l’immagine della Madonna Addolorata, trafitta dai sette dolori.

 

Oltrepasso la Tribuna, quasi entrassi nell’antica città seguendo un atavico itinerario, ed eccomi in Piazza Pretorio da alcuni considerata la più bella piazza medievale della provincia di Forlì. Sono venuto a cercarvi tracce di storia e leggenda. Un famoso baratto, infatti, sarebbe avvenuto nel bellissimo Palazzo Borghi.

 

 

Si racconta che nel 1773 giunse a Modigliana un misterioso forestiero in compagnia di una donna prossima al parto. Furono ospitati a palazzo Borghi dalla contessa Camilla Borghi-Biancoli, anch’essa incinta in seguito a una relazione clandestina. Le due donne partorirono insieme la notte tra il 16 e il 17 aprile. La figlia della contessa fu battezzata col nome di Maria Stella. In età adulta, Maria Stella ricevette una lettera in cui il padre le rivelava che alla sua nascita era stata “barattata” con il figlio di un ricco signore che gli aveva offerto condizioni vantaggiose. Messasi alla ricerca del vero padre, Maria Stella scoprì che il misterioso ospite di Modigliana era Luigi Filippo d’Orleans, a quel tempo in esilio in Italia. Secondo questa leggenda, quindi, il bambino nato il suo stesso giorno nel suo stesso palazzo era il futuro Re di Francia.

 

Nacquero sempre a Modigliana in una casa di via Saffi al numero 6, Silvestro Lega, uno dei massimi esponenti del movimento pittorico dei macchiaioli, e la cantante lirica Pia Tassinari. Potevano salutarsi dalle rispettive finestre di casa inebriandosi della vista della Tribuna che si erge lì accanto.

 

 

Alla memoria di Silvestro Lega la città di Modigliana ha dedicato – gesto delicatissimo e di estrema originalità – un pergolato in uno dei punti più belli del centro storico: di fronte al Ponte della Signora. Il pergolato rende onore a quel pittore che (come recita la lapide sul fronte della casa natale) ebbe come compagne inseparabili l’arte divina della pittura, la tetragona fede mazziniana, la più desolata povertà. Il pergolato altro non è che la riproduzione viva del famoso quadro di Silvestro Lega “Il pergolato”. Lì a fianco, una scultura ritrae l’illustre concittadino intento alla sua arte, e lo definisce grande pagina della nostra storia nel mondo.

 

 

Il ponte secentesco della Signora (o di San Donato), che nello stile e nei movimenti ricorda i tanti “ponti del diavolo” sparsi per l’Italia, è di piccole proporzioni, quasi isolato a ridosso di uno strettissimo ruscello. Ma val la pena attraversarlo e soffermarsi inspirando a pieni polmoni l’atmosfera di fiaba e di magia di cui esso si riveste.

 

 

È proprio visitando piccoli centri di provincia come Modigliana, sconosciuti ai più, che ci si rende sempre più conto di quanta storia e di quanta italianità si annidi tra sconosciute mura, silenziose strade, sereni scorci ammantati di sole e di cielo.

 


 

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