Caccia e dintorni: in quattro finiscono nei guai
di val.

Giro di vite da parte degli uomini della Forestale valsabbina sulle pratiche illegali di caccia e riguardo alla detenzione irregolare di animali. Quattro le denunce



Rischia il porto d’armi e anche l’autorizzazione a mantenere i due capanni di caccia vicini a casa, il cinquantenne di Agnosine sorpreso dagli uomini della Forestale di Gavardo e di Vobarno a recuperare quattro balie nere, uccelletti particolarmente protetti dalla normativa, uccisi da altrettanti “sep”, posizionati proprio nelle pertinenze di uno dei suoi appostamenti di caccia, in località “Zappelli”, dove di queste trappoline ne erano state posizionate ben sedici.

Gli stessi agenti, nel corso del mese di agosto, hanno denunciato altre tre persone, sempre per reati che riguardano la caccia o comunque il rapporto fra l’uomo e la selvaggina.

Giovedì 4 il caso di un cacciatore di Provaglio Valsabbia, che deteneva in condizioni non idonee una decina di uccelli da richiamo, alcuni sprovvisti di anello di identificazione.
Quattro erano morti di inedia dopo essere rimasti nella voliera per almeno 15 giorni senza acqua, col cibo mescolato agli escrementi.
Gli animali sopravvissuti sono stati affidati al Centro di recupero WWF bergamasco di Valpredina: uno, un merlo, era conciato tanto male che è morto durante il trasporto.

Lunedì 8 l’ispezione è toccata ad un uomo di Preseglie, anche questo in possesso di licenza di caccia. In casa deteneva lucherini e passere scopaiole, un frosone ed un verdone, animali particolarmente protetti dalla Convenzione di Berna, sprovvisti di anello identificativo.
In questo caso gli animali sono stati prima sequestrati e poi liberati in ambiente naturale, in quanto ritenuti perfettamente idonei al volo.

Due giorni prima di Ferragosto a finire sotto la lente delle indagini da parte dei forestali valsabbini era stata invece una donna di Vobarno, che in località Fucina Nuova allevava 19 esemplari di daino senza il permesso di farlo.
Tutti i cervidi, infatti, sono considerati dalla legge pericolosi per l’incolumità pubblica e possono essere allevati solo dopo aver ottenuto specifiche autorizzazioni.


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