Mi scusi Presidente
Caro Presidente Sergio Mattarella,
sono un maestro, in pensione da qualche anno. Sono nato circa 70 anni fa a Salò, sul bel Lago di Garda, ed abito a Gavardo in Provincia di Brescia, dove scorre il bel fiume Chiese. Mi permetto di disturbarLa, in questo periodo già pieno di difficoltà e di apprensione (come non pensare alla sorte del popolo afghano?), per un problema che sta a cuore a molte persone: la sorte del fiume Chiese.
Da sempre ho una grandissima stima nei Suoi confronti, sia per la cordialità del Suo modo di essere, sia per la Sua profonda sensibilità verso i problemi sociali ed umani. Con un gruppo di gavardesi l’avevo incontrata sabato 13 ottobre 2018, quando –il giorno prima della Santificazione di Paolo VI– ci siamo recati ad una visita guidata al Palazzo del Quirinale. Quale sorpresa, negli splendidi e verdissimi giardini, vederLa da lontano mentre camminava con alcune persone! L’abbiamo salutata, sorpresi ed emozionati. E Lei cos’ha fatto? Ci è venuto incontro, sorridente, stringendoci la mano, e salutando calorosamente il mio caro cognato Giovanni (ora in cielo), dopo aver saputo che era bisnonno. Quando Lei si è allontanato, molti, come me, erano commossi.
Ora, caro Presidente, mi permetto di scriverLe poche righe su una questione che riguarda il fiume Chiese. Da tempo si parlava delle fognature del Lago di Garda, che convergono da anni verso il depuratore di Peschiera. Si diceva che con una spesa non eccessiva si potevano risolvere alcuni problemi (sostituzione di condotte sublacuali, miglioramento tecnico… ).
Se ne parlava con serietà e senso civico, sia a livello istituzionale sia nelle varie organizzazioni in difesa dell’ambiente, per giungere ad una soluzione condivisa nell’interesse sia del Garda sia del Chiese.
Si stava giungendo ad una conclusione democratica, quando da Roma è stato deciso di affrettare l’iter per la costruzione di due maxi-depuratori a Gavardo e Montichiari, non tenendo conto del confronto e della mediazione fra Istituzioni pubbliche, comunali, provinciali e associazioni locali.
In questo momento, politici, sindaci e amministratori si stanno battendo nelle varie sedi per tornare ad una soluzione condivisa. Come pure le associazioni per l’ambiente e molti cittadini che, nonostante tutto, continuano a credere in una scelta democratica per la salvezza del fiume! Perché il fiume è storia, vita, sviluppo, economia, ricordi. Perché il fiume fa parte della vita di tutti noi.
Proprio in queste giorni il Comitato di coordinamento della civilissima protesta ha creato un Presidio nella bella Piazza Duomo a Brescia. Ora leggo che il Comitato chiede di incontrare proprio Lei, Signor Presidente, affinché vengano ascoltate le ragioni di salvaguardia del territorio del bacino idrografico del Chiese, che ha il diritto di ricevere lo stesso rispetto di ogni altro territorio. Magari, aggiungo io, i soldi risparmiati potrebbero essere utilizzati per migliorare sia il Garda sia il Chiese.
Potrei dilungarmi nella descrizione dei fatti, ma rischierei di essere tacciato di campanilismo. Perciò mi fermo qui. E poi, non sono un politico: se mi candidassi, forse neppure mia moglie mi voterebbe...
Don Milani scrisse: “Il problema degli altri è eguale al mio. Uscirne tutti insieme è la politica. Uscirne da soli è avarizia.”
Sento molti dire: tanto hanno già deciso tutto, tanto era già tutto previsto, tanto i potenti non cambiano mai… Spero tanto non abbiano ragione. Io per questo prego e pregherò ogni giorno. Chissà. Magari qualcuno cambierà idea. A scuola ho sempre insegnato ai miei bambini la correttezza ed il rispetto delle regole. Se capitava qualche bisticcio, i bambini erano invitati a parlarsi, a dire il proprio punto di vista. Fare pace significa perdere un po’ ciascuno per guadagnare il doppio.
Caro Presidente, so che Lei è molto impegnato in mille cose, ma spero tanto che, anche grazie al Suo competente gruppo di collaboratori, Lei trovi il tempo di ascoltare la versione dei fatti in modo oggettivo.
Caro Presidente Mattarella, tempo fa Lei ha dichiarato ad una scolaresca di essere vecchio, auspicando di potersi riposare tra pochi mesi. A parte il fatto che, nonostante i capelli bianchi, Lei è più giovane di tanti giovani! Coraggio, Presidente! Dedichi un po’ del Suo tempo prezioso per dare un’occhiata alla faccenda del fiume Chiese. So che Lei pensa come Papa Francesco, che ha scritto encicliche sulla Salvaguardia del Creato. Non sarebbe meraviglioso se lasciassimo alla future generazioni un ambiente più pulito, più bello?
Grazie, caro Presidente, Le mando un grande abbraccio. Mi permetta di dirLe che Le voglio bene. Con immutata stima,
Comini Giovanni
(maestro John per i bambini)
PS.- Il mio caro cognato Sergio Franceschetti, ora in Paradiso, raccontava orgoglioso di avere il Suo medesimo nome e di essere Suo coscritto! Con centinaia di alpini della Sezione di Salò Monte Suello, aveva svolto un’opera di pulizia dalla foce del lago d’Idro fino al tratto del fiume Chiese a Prevalle. La salvaguardia del territorio passa anche da queste bellissime iniziative.
Nelle foto:
1) L’incontro dei pellegrini gavardesi con il Presidente della Repubblica
2) Il gruppo davanti al Palazzo del Quirinale
3) Un’immagine della grande manifestazione del 12 gennaio 2020 a Gavardo
4) Un’immagine del Presidio in Piazza Duomo a Brescia