Un sabato emozionante
La Messa e la festa per il 50° di Anna con Antenore e la presentazione del libro dedicato ad Angelo Susio
Sabato, nonostante il sole, era un giorno freddissimo, ma ho vissuto alcuni momenti davvero intensi. Alle 11 mi sono recato nella stupenda chiesa di Limone, dove don Eugenio Panelli -sempre in formissima- ha celebrato la Messa per l’anniversario di nozze di Anna Martini ed Antenore Taraborelli. Ogni invitato aveva un libretto con le letture, con la frase “Gioia e Pace sono il frutto dell’amore”. È stato bello vedere i figli degli sposi, Francesca e Giovanni, accompagnare i canti con la chitarra.
Nell’omelia don Eugenio ha parlato del percorso dei due sposi, in cui ci sono momenti di nebbia ma c’è sempre la luce di Dio che illumina la vita. Bella la citazione da David Maria Turoldo: “Ognuno nasce per scrivere un romanzo”, ogni persona è chiamata a narrare la propria storia unica e originale. Emozionante la benedizione degli anelli: a stento ho trattenuto le lacrime. Alla fine la simpaticissima Francesca ha letto un proprio testo (sembra che il fratello Giovanni abbia “limato” alcuni passaggi…)
“Cinquant’anni son volati in fretta,
da quel “sì” che tremava fra le mani
e che oggi ancora il cuore vostro aspetta.
Siamo qui, figli, amici e i vostri domani,
ognuno porta un ricordo che vi somiglia,
ognuno sa quanto valete, più degli orfani anni.
Eppure ridiamo — perché la meraviglia
sta anche lì, nelle piccole guerre del giorno:
una parola storta, una brontola che scintilla.
Lui che è lento, un po’ come un ritorno
di primavera che tarda ad arrivare;
lei che dirige tutto come un contorno.
“Taglia il salame! Muoviti a preparare!”
“Anna, non correre, è presto per gridare…”
E la casa si riempie di quel familiare
teatro d’amore, che non smette di suonare.
Perché dietro ogni sbuffo, ogni finta bagarre,
c’è un modo vostro unico di restare.
C’è il giallo del sole che sa consolare,
quando le giornate paiono più stanche;
c’è l’azzurro che addolcisce il respirare.
C’è il verde dei gesti quieti e mai avari,
che insegnano a chi vi guarda da vicino
che volersi bene è fatto di passi chiari.
E poi il rosso, che sembra destino:
il colore che vibra quando vi stringete,
anche dopo un diverbio un po’ birichino.
Nessuno sa quanto amore tenete,
quanto silenzio condiviso, quante volte
vi siete scelti, anche quando era difficile scegliere.
Per questo siamo qui, e le emozioni sono molte:
perché cinquant’anni non sono un traguardo,
sono un cammino, un ponte tra le vostre svolte.
E noi, che vi vediamo, lo sappiamo tardi o guardo:
che è un privilegio raro starvi vicino,
sentire il bene che date senza fare rumore, a sguardo.
Perciò vi auguriamo, col cuore bambino,
che il tempo vi resti largo e ben disposto,
e che vi trovi ancora mano nella mano, al mattino.
E ridete pure — brontolate al vostro posto:
è la musica vostra, quella che ci consola,
il segno di un amore testardo, vero, tosto.
Grazie di tutto: di ogni meraviglia che vola,
di ciò che siete stati, di ciò che siete ancora.
Oggi celebriamo la vostra storia sola.
E che la vita, da qui in avanti, vi colora.
Noi vi applaudiamo, e nel farlo, lo sappiamo:
non è finita qui… anzi: comincia ora.”
Poi tutti a pranzo all’Agriturismo Morso46, dove ci attendeva la bella Manuela con Maurizio, fratello di Anna, grande chef e musicista. Ci ha raggiunti don Cesare Polvara, che 50 anni fa non era ancora sacerdote ed era il testimone di nozze di Anna, insieme a Gabriella Bonvicini. È stata una bella festa, ed io ho dedicato agli sposi una filastrocca in dialetto che terminava così:
“En bel dé el bubà l’è deentat nóno
e la mama l’è deentada ‘na bèla nóna
e töcc i niucc i nàa a troai
e lur iera felici de brasai.
E adess sóm ché ‘nsema a lur
a festegià i sò 50 agn de amur
da Gaart a Bagulì, en töcc i paes
a lur ghé disóm che ghé volom bé fés!”
E a proposito di poesie in dialetto, sabato pomeriggio ho letto alcuni brani alla presentazione del libro “Angiolino ‘Patà’ Susio” nell’Auditorium Cecilia Zane stracolmo di persone. Sono stato felice di vedere così tanta gente che voleva rendere omaggio ad una persona che ha dato il proprio importante contributo alla comunità. Ho salutato l’inossidabile Antonio Abastanotti e l’amico Orazio Valdagni, che ovviamente sedeva accanto ad una bella signora...
Dopo il saluto del sindaco Davide Comaglio e la presentazione di Marcello Zane, Stefano ha raccontato interessanti momenti dell’attività politica del papà e del suo impegno sociale per il paese. Sono intervenuti anche il fratello Massimo (mio coscritto) e la bella sorella Elena che ha raccontato alcuni emozionanti episodi vissuti con il padre quand’era bambina. Da parte mia ho letto alcuni simpatici brani del “Patà”, come “La zènt del Cò dél Burg de quasi 60 agn fa” che inizia così:
“L’ira èl Có dèl Burg öna contrada
‘ndoe la zént l’ia töta scötömada.
Nisì che i vignies ciamacc con èl sò nòm
sia che j’eres fomne sia che j’eres òm!
Però gh’è de dì che con chèl sistema lé
la zént la se cunusia ön po’ piö bé…”
Poiché si tratta di un vero affresco sugli abitanti di Capoborgo, ho faticato a leggere alcuni incredibili soprannomi: per fortuna mi hanno aiutato la mitica Terry Goffi (che conosce a memoria la filastrocca) e la scatenata Lisi Bertera col marito Giordano, mio coscritto. Molte persone hanno riconosciuto nei vari personaggi i propri nonni, come la brava maestra Anna Cortini. Abbiamo ascoltato con emozione la voce registrata di Angelo Susio, accompagnata da immagini realizzate da alcuni bravi volontari di “Gavardo pulita è più bella”, di cui Stefano fa parte.
Alla fine un rinfresco luculliano con squisitezze preparate da Terry: ma io ero già sazio per il pranzo a Limone, mi sono limitato ad assaggiare una decina di tartine…È significativo ricordare che il ricavato della vendita del libro sarà interamente devoluto alla Scuola Materna G. Quarena, dove Angiolino Susio si era impegnato come volontario. Evviva!
Ci sentiamo domenica, a Dio piacendo,
maestro John
Nelle foto:
1) Gli invitati alla cerimonia del 50° di Anna e Antenore
2) Anna e Antenore nella Chiesa di Limone
3) La presentazione del libro di Angelo Susio
4) Angiolino Susio (il 2° da sx) con un nipote in braccio











