Venerdì, 9 maggio 2025


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venerdì, 14 marzo 2025 Aggiornato alle 10:43Eco del Perlasca

La vita dietro le sbarre

di Claudio Spagnolo

Un racconto speciale di chi il carcere lo ha vissuto

 

 

Nei giorni scorsi, in occasione di un'assemblea studentesca, i ragazzi e le ragazze dell'Istituto Perlasca di Vobarno hanno avuto l'opportunità di conoscere Francesco Ghelardini, un ex detenuto che ha raccontato la propria vita.


Francesco Ghelardini, 58 anni, nato nel quartiere milanese della Comasina, ha fatto delle rapine in banca il suo lavoro per oltre trent'anni; oggi però si mostra come una persona diversa: autore di due libri e sempre pronto a sensibilizzare riguardo al tema della vita in carcere, Ghelardini, libero dal 2016, lavora oggi come soccorritore del 118.


Tramite il racconto dei suoi 22 anni dietro le sbarre, Ghelardini ha puntato a far capire agli studenti cosa vuol dire essere un carcerato e, una volta fuori, un ex-detenuto. 

I suoi interventi sono stati molto coinvolgenti, anche grazie al fatto che non si sono soffermati solo sulla vita da detenuto, ma piuttosto sulla vita fuori, sui comportamenti, sugli errori e sui passi falsi che portano alla reclusione. 


Attraverso il racconto delle sue esperienze, Ghelardini ha toccato molti temi importanti, che meritano una riflessione. 

Tra questi troviamo i problemi strutturali delle carceri, come il sovraffollamento, la mancanza di fondi e quella di personale, che rendono il carcere sempre più un luogo di punizione, piuttosto che di educazione. 

Per farci capire la gravità di questi problemi Ghelardini ha fatto riferimento a molti dati, come quelli relativi alla triste statistica che cita l'aumento dei suicidi dei detenuti.


Ghelardini è stato molto coinvolgente perché ha saputo raccontare esperienze di vita personali. 

Per esempio, ha parlato della sua infanzia, vissuta in una famiglia dove il crimine altro non era che lavoro; oppure ha racconto del percorso fatto per uscire da quel mondo, parlando di tutte le persone e situazioni che lo hanno portato, nel corso degli anni, a capire che una vita fatta di crimine è una vita persa.


Un racconto di vita che i ragazzi e le ragazze di Vobarno ricorderanno a lungo, concluso con una frase che resterà impressa: "Ragazzi, non rubate i soldi, ma rubate la vita".


Claudio Spagnolo, 5A Informatica

 

© Riproduzione riservata

 

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