Revoca della cittadinanza al duce... anche a Vobarno
Gentile Direttore, non sono solito commentare articoli e lettere, perché un po’ dubito della rilevanza di quello che scriviamo e diciamo, tuttavia stavolta voglio esporre anche io alcune pacate riflessioni su quanto è comparso in questi giorni su Valle Sabbia News, riguardo la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini
E’ quantomeno ovvio che la scelta dell’Amministrazione Comunale di Salò non è intesa a cancellare la Storia quanto a prendere le distanze dal Fascismo e dalla figura di Mussolini.
Se poi questo creerà occasioni di lavoro per gli storici del futuro, tanto meglio. Speriamo che ciò incrementi il P.I.L. del prossimo secolo.
Restando sull’oggi, mi viene da considerare che è banalizzante ricondurre decenni di dibattito (scontro) sul tema, ad una semplice operazione di marketing politico, complice l’ennui dell’opinione pubblica ridotta a mera spettatrice televisiva nelle serate di pioggia. In questa maniera non si dà conto dei fatti, ma si rischia semplicemente di fare inutile dietrologia.
Trovo inoltre francamente disarmante che il dispiegarsi della metodologia di indagine storica per comprendere le conseguenze di un fatto, giunga alla conclusione che il risultato è stato quello di sollevare un nugolo di polemiche.
I casi sono due: o è troppo presto per le indagini, oppure gli strumenti sono spuntati e ne vanno trovati di migliori.
Sempre sul tema delle conseguenze (volute o meno, non è chiaro) ci sarebbe il posizionamento dell’amministrazione comunale di Salò nel campo del ‘progressismo internazionale’, di cui però ad essere onesti si fa molta fatica a trovare traccia.
Quello che vedo io sono semplicemente degli atti di affermazione dell’Antifascismo come valore fondante della nostra storia comune, che devono prescindere dall’appartenenza politica. Quello che inoltre vedo è il preoccupante aumento di atti vandalici contro targhe e monumenti della Resistenza, nella sostanziale sottovalutazione del fenomeno.
E’ ovvio che l’atto di revoca abbia un alto valore simbolico e come qualunque fatto produca degli effetti reali che possono essere prevedibili o meno. Non servono gli storici o i sociologi per dirlo.
Al riguardo mi riesce difficile credere che gli amministratori si siano posti il problema di quanti mesi manchino alle prossime elezioni, preoccupandosi dei possibili voti persi (anche perché i nostalgici contrari alla revoca della cittadinanza onoraria, non li hanno di certo votati e non li voterebbero comunque). Agitare lo spauracchio delle future elezioni vuol dire semplicemente confondere le possibili conseguenze con le personali aspettative.
Vorrei terminare con una considerazione su Vobarno, Comune dove ho abitato per molti anni e dove tuttora sono felice di partecipare attivamente alla vita culturale.
Ho avuto l’onore di conoscere gli ex partigiani vobarnesi che mi hanno introdotto all’importante contributo del paese alla Resistenza. Mi hanno fatto capire come l’Antifascismo in paese sia sempre stato un patrimonio condiviso, trasversale ai partiti ed alle correnti politiche (per schematizzare: cattolica, liberale e socialista).
Questo sentire comune l’ho sempre ritrovato nelle occasioni pubbliche e nelle commemorazioni, nei richiami ai valori fondativi della nostra Repubblica nata dalla Resistenza ed ai principi che hanno ispirato la nostra Costituzione. Valori e principi sempre ribaditi dalle varie amministrazioni comunali, seppure di differente colore politico.
Questo ‘sentire comune’ recentemente si è concretizzato nella richiesta al sindaco di Vobarno, della revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.
Ho trovato del tutto inadeguato quanto scritto da un consigliere comunale al riguardo.
Cercando la frase ad effetto lancia un monito sul pericolo di risvegliare i morti (Mussolini?) cercando di sotterrarli meglio (tutto in grassetto). Sembra il soggetto di un film horror.
Probabilmente è anche vero che, come scritto, se non si solleva la questione, il fatto che Mussolini fu nominato cittadino onorario di Vobarno, resterebbe sconosciuto a molti (cittadinanza onoraria concessa assieme ad una pletora di altri Comuni italiani, quindi non così sconosciuta), ma credo che portare a conoscenza dei fatti sia auspicabile, specie per gli scienziati sociali, e porre rimedio a quelli iniqui sia doveroso per tutti.
Prendere in esame la richiesta citata, inoltre, non contrasta affatto con l’occuparsi dei ‘vivi’, e rende omaggio a nostri morti.
Concludo dicendo che le frasi ad effetto sono belle da leggere ma alle volte, oltre ad essere fuori luogo, distolgono dalle questioni reali.
Luigi Troina
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