Chiusura della caccia nei 475 valichi alpini lombardi, una disfatta senza se e senza ma
Ci sono molti motivi per considerare questa sentenza una vera e propria disfatta per il mondo venatorio lombardo e che, come un domino, potrebbe ricadere anche su altre regioni con conseguenze difficilmente immaginabili.
Innanzitutto si poteva evitare di arrivare a questa sentenza.
Questo è da dire.
Se il Ministro Lollobrigida non avesse fatto ritirare le proposte dell'On. Bruzzone in Commissione Agricoltura la questione "valichi" sarebbe stata risolta molto tempo fa e senza dover correre ai ripari ora (forse) in tutta fretta.
Quindi che il mondo venatorio lombardo sia vittima di faide politiche interne ad una maggioranza ( e a un governo) "amico dei cacciatori" sia a Roma che in Regione è una cosa ora alla luce del sole senza possibili interpretazioni e distinguo e, con questa lotta che fa godere solo chi vuole chiudere la caccia, prima o poi dovremo fare i conti, sempre se non si hanno le fette di salame sugli occhi.
Altra nota dolente è il fatto che questa sentenza non ha nulla di scientifico, anzi, è l'antitesi di tutto quello che si è predicato a livello di studi delle migrazioni e sulla necessità di gestione delle fauna.
Che ISPRA dica di non sapere quali sono le rotte migratorie è l'ennesima goccia che fa traboccare il vaso e non si può procrastinare oltre un intervento radicale di revisione nella gestione e nello "scopo" primario di un ente che dovrebbe fare ricerca e non politica.
Che poi il TAR abbia considerato che ove ci sia un appostamento fisso quello è un valico di migrazione credo non sfugga a nessuno come questo sia non solo illogico ma anche estremamente punitivo nei confronti del mondo venatorio.
C'è da considerare che si colpisce poi con la chiusura TOTALE di ogni forma di caccia uno dei comparti, quello alpino, tra i più gestiti e monitorati per i prelievi di selvaggina e questo è un atteggiamento che che cozza con il concetto moderno di gestione della fauna e degli ecosistemi.
Chi gioisce di questa chiusura sarà chiamato poi a fare i conti con la mancata gestione di ungulati, predatori ecc ecc..
Verrebbe anche da dire che quella dei valichi è una norma inserita nella legge italiana vecchia di 30 anni e che forse sarebbe ora almeno di aggiornare in modo organico e non a spot eliminando ad esempio, questioni come quella dei valichi che non hanno ragione d'essere a livello europeo.
Che poi sia l'attuale politica, vedi ragionamento di cui sopra, a metter mano alla 157/92 è una cosa che può almeno suscitare qualche apprensione di troppo nel cacciatore lombardo che già vive con incertezza le questioni anellini, deroghe ecc ecc.
Una riflessione la merita anche il mondo venatorio.
Se c'è ancora oggi una buona fetta di cacciatori che a fronte di questa sentenza può permettersi di fare "spallucce" perchè tanto riguarda la zona alpi, perchè tanto io vado fuori regione ecc ecc allora direi che non si è capito molto di quello che sta succedendo al nostro mondo.
Segnali ci sono già stati, e non pochi, anche in passato, non li elenco per non fare un post lungo un chilometro.
La colpa è anche nostra, soprattutto nostra, nel non sentirci uniti ( e non parlo della solita litania dell'unica voce, dell'unica associazione, cose buone per discorsi da bar...) come cacciatori in generale e nel non capire che se oggi tocca ad un altro, alla sua passione, domani toccherà inevitabilmente a me, alla mia passione, alla mia caccia..
Non è una questione di SE SUCCEDERA', è una questione di QUANDO SUCCEDERA' e quando succederà ci si guarderà in giro per cercare aiuto ma non si troverà più nessuno, per il resto dice un vecchio proverbio "male che si vuole, male che non duole".