Venerdì, 9 maggio 2025


Banner
ValleSabbiaNews logoBanner


 

mercoledì, 5 marzo 2025 Aggiornato alle 10:03Lettere

Fra Vobarno e Salò

di Francesco Tiboni

In risposta alla lettera "Saluto al Duce" da noi pubblicata a firma Matteo Rossi, ci scrive un altro vobarnese

 

Gentilissimo Direttore,

come cittadino vobarnese sento il dovere di scusarmi con l'amministrazione di Salò per l'improvvido e inopportuno intervento che un rappresentante del mio comune, peraltro "consigliere comunale e delegato alla cultura", ha condotto attraverso la sua testata, entrando nel merito di una decisione presa da un consiglio comunale eletto e rappresentativo di una cittadina, quasi volendo maliziosamente evidenziare una sostanziale inopportunità storica della decisione di cancellare la cittadinanza al duce Benito Mussolini.

 

Trovo che mascherare l'attacco politico attraverso un maldestro tentativo di ammantare la decisione di un profilo anti-storico, inserendola nel più ampio e assai articolato discorso della deprecabile 'cancel culture', il cui profilo progressista potrebbe essere discusso nel merito, non renda giustizia né al tema in sè, né , tantomeno, alla storia di una comunità, quella italiana, che da troppo tempo non sa fare ammenda e non appare in grado di fare i conti con la propria storia, abituata al manicheismo e alla divisione guelfi-ghibellini che, ancora oggi, a 85 anni da Piazza Venezia, non riesce ad oggettivizzare il disastro compiuto nel mondo e a cospargere l'elmo di Scipio di cenere, per affrontare il presente liberata e conscia degli errori del passato.

 

Forse è vero: saranno gli storici a comprendere e spiegare la scelta di tale cancellazione. 

Ma lo potranno fare solo quando si saranno liberati dell'idea a loro tanto cara, specie quando impegnati nella e impregnati dalla politica, di essere esegeti della società attuale grazie alla loro conoscenza del passato. Passato che, purtroppo, troppo spesso tirano per la giacchetta e piegano alla loro idea del futuro prossimo, certi di essere nel giusto.

 

Penso che anche chi non condivide la scelta fatta dovrebbe avere più rispetto della libera decisione di un Comune che non ha certo fatto una scelta di marketing. 

 

Svilire una decisione tanto simbolica quanto potenzialmente divisiva, interpretandola come una semplice scelta pubblicitaria, non fa certo onore a nessuna delle parti.

In un attimo si cancellano ottant'anni di dibattito, anche aspro, e di confronto.

 

Sono certo che la Storia, quella con la S maiuscola, potrà davvero, prima o poi, aiutarci a comprendere fino in fondo le ragioni di questa scelta.

Oggi dobbiamo solo rispettare le decisioni di una comunità libera, evitando di sentirci autorizzati a giudicarne le scelte o additarne presunte incoerenze dall'alto di cattedre che nessuno ci ha assegnato.

 


 

Leggi anche...