Venerdì, 25 luglio 2025


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lunedì, 21 luglio 2025 Aggiornato alle 07:00Blog - Genitori e figli

Sinner campione e il tennis. Cosa insegnano?

di Pino Maiolo

Sinner a Wimbledon campione! Un grande successo per lui e per tutti ma pure una preziosa occasione per provare a riflettere con genitori, insegnanti, educatori, non tanto sulle doti sportive di questo atleta, quanto su ciò che può insegnare il tennis e un giovane di 23 anni

 

Non ci deve sfuggire che Sinner vince nel tempio mondiale del tennis dove, da sempre, si premiano i “Gentlemen”, cioè l’eleganza e la correttezza del comportamento con le migliori prestazioni. Lì ci sono ancora antiche e rigide regole, che in un’epoca di veloce fluidità e dominata da barbarie morale, sregolatezza e mala educazione, sottolineano come il tennis rappresenti lo sport in cui i migliori devono saper coniugare la prestazione alla signorilità.

 

Che fossimo, con Sinner, di fronte a un grande atleta lo avevamo capito da tempo, ma che la sua bravura fosse accompagnata da gentilezza e eleganza, dall’educazione al rispetto soprattutto dell’avversario, ce ne siamo resi conto un po’ alla volta. 

 

Qualcuno, a proposito del suo comportamento mai scomposto tanto meno violento, ha definito semplicisticamente freddezza emotiva quando invece è autocontrollo, gestione delle proprie emozioni e governo dei sentimenti a cui Jannik Sinner si è preparato con rigore, sotto la guida di esperti. Allenare la mente per gestire stati d’animo e reazioni impulsive è fondamentale nello sport agonistico e non, ma pure necessario per crescere. 

 

Per diventare campioni servono talenti ma non bastano. Neanche forse sono sufficienti rigorosi allenamenti e preparazione tecnica, ma serve un intreccio di elementi psicofisici. 

 

Gli stessi necessari per diventare uomini e donne, ovvero adulti, grazie a un’intera Comunità educante realmente attiva, che sappia accompagnare lo sviluppo. 

 

Educare alle relazioni, all’ascolto di sé e degli altri e alla gestione di ciò che si prova, è fondamentale per diventare adulti quanto per risultare campioni capaci di gestire al meglio un mondo concentrato sull’apparire e sul vincere ad ogni costo, sull’indifferenza e sull’arroganza e ora governato da rumorosi social media che hanno sostituito l’autorevolezza degli adulti, oggi ridotta all’osso.

 

Non sono mai stato uno sportivo e ancor meno un tifoso rapito dalla passione per una qualche squadra o per un idolo, ma il tennis e ora Jannik Sinner mi hanno fatto pensare più volte che un continuo dialogo interno serve a un atleta per concentrarsi e stare nel “qui e ora”. Ma va insegnato! 

 

Gli esperti dicono che il tennis è lo sport mentale per eccellenza in cui l’ascolto della “voce interna” aiuta a riflettere su quello che accade e permette di trovare le strategie utili nel match, per cambiare gioco e capire gli errori. I risultati di questa preparazione all’ascolto e all’autocontrollo sono però connessi alla flessibilità mentale che consente ll cambiamento, irrinunciabile per un tennista.

 

Poi più di tutto da educare e allenare, prima del diventar campioni, c’è quella forza da far uscire già nei bambini e negli adolescenti sportivi o meno, che Confucio in una splendida sintesi suggerisce: “La felicità più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta”


 

Giuseppe Maiolo

Psicoanalista

Università di Trento 


 


 

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