Sabato, 5 luglio 2025


Banner
ValleSabbiaNews logoBanner


 

sabato, 5 luglio 2025 Aggiornato alle 08:00blog - genitori e figli

Adolescenti e legami tossici e violenti

di Pino Maiolo

Di questi tempi ci sono storie d’amore e violenza che fatichi a capire, di legami precoci tra i giovani che sembrano idilliaci e sono tossici e sconvolgenti

 

 

Abbiamo letto di femminicidi di bambine da parte dei “fidanzatini”, come Martina ad Afragola uccisa dal ragazzo di 18 e Aurora da Piacenza spinta dal 7mo piano da un quindicenne. Ma oltre ai casi estremi, ci sono dati allarmanti nell’indagine sviluppata dal Consiglio nazionale dei giovani con il supporto dell’Istituto Piepoli (Avvenire 28.6.2025) che mostrano come il 56% degli adolescenti tra i 18 e i 24 anni ha sperimentato relazioni turbolente.

 

Storie affettive che non sai come leggere perché fatte di minacce o persecuzioni incontrollate. 

 

Ad esempio nella storia di Aurora, la ragazza ha chiesto a Chat GPT di capire se l’amore di quel ragazzo era vero affetto. Forse intuiva che quel fidanzatino non le voleva bene ma di certo temeva di perderlo e non essere più nei suoi pensieri. 

 

A qualsiasi età in fondo, è questa la ragione che ti fa accettare l’amore violento. I quasi bambini e i poco adolescenti, hanno difficoltà a dare nome alle proprie emozioni. Figuriamoci a quelle degli altri!

 

Troppo presto a 13 anni l’Amore maiuscolo perché troppo anticipato e nella generazione Alpha trovi adolescenti più “impauriti dall’amore” che affascinati. Nelle consulenze scolastiche con i tanti studenti che incontro, ci sono ragazzini che dicono di stare distanti dall’amore, che ne hanno paura e non vogliono soffrirne quando finisce.  Sono più spaventati dall’intimità della relazione e incapaci di accettare la moltiplicazione delle fragilità e dei personali bisogni, piuttosto che in grado di condividere le angosce.

 

Ti pare un controsenso quell’amore che imprigiona, oppressivo e crudele da cui dovresti fuggire a gambe levate e che invece accetti senza fare nulla. Ammetti la prepotenza di chi con la geolocalizzazione ti controlla ogni passo che fai e la leggi come testimonianza di affetto, oppure quel chiederti la tua password privata la senti come prova d’amore quando è solo violenza.

 

Ma a 13 anni come fai a capire, se non hai un’amica del cuore di cui ti fidi e tantomeno adulti cui appoggiarti per dire cosa sta accadendo in quella strampalata relazione, che tanto piace in famiglia. Ti affidi alla tecnologia digitale per venire fuori dall’incubo o dall’illusione che sia Amore vero. Soprattutto quando i grandi non vedono come stranezza quel precorrere i tempi della crescita. Perché oggi la genitorialità che non dà più limiti e ha annullato la conflittualità generazionale che prima imponeva regole severe e difficili da osservare, non produce più trasgressività per diventare grandi. Tutto è normalizzato, tutto accettato e compreso. Così non si scappa di nascosto nella casa che l’amico ha libera per provare la sessualità. Viene ammessa in casa propria l’intimità dei figli.

 

Ma non si può morire perché si cresce in fretta e da soli o in balia di chi non sa cosa vuol dire amare. Riprendiamo in mano, noi adulti, la funzione regolativa che è quella di mettere confini all’onnipotenza infantile e riprendiamo il coraggio di comunicare meglio con i figli, parlare di amore e sessualità, e con il coraggio usiamo non solo le parole giuste ma quel non-verbale che mostra con il comportamento cos’è l’amare.

 

Giuseppe Maiolo

psicoanalista

Università di Trento

www.officina-benessere.it

 


 

Leggi anche...