Habitar in sta terra compie 35 anni
Festeggiato a Bagolino l’anniversario di fondazione dell’associazione culturale bagossa
Fu Giorgio Tabellini nel lontano 1990 a trovare il nome Habitar in sta terra all’Associazione Culturale di Bagolino, che quest’anno compie i 35 anni dalla sua fondazione.
35 anni ben portati, se consideriamo il numero e la qualità di iniziative messe in cantiere per festeggiare la ricorrenza, tra cui Ri-Percorrendo Habitar 1990 – 2025, l’incontro con il pubblico tenutosi nei giorni scorsi per la presentazione delle attività svolte dall’associazione nel corso degli anni: - Ripercorrendo il nostro cammino vedo che abbiamo fatto tanto, e non solo in un settore, ma in vari. – ha specificato Luca Ferremi, presidente di Habitar, aprendo il convegno.
Il 6 Aprile 1990 alcuni temerari (Giorgio Foglio, Flavio Richiedei, Giorgio Tabellini, Nerio Richiedei, Sergio Rossi, Luca Ferremi) si buttarono in questa avventura costituendo Habitar in sta terra, un’associazione culturale avente l’obiettivo della conservazione e dello sviluppo della cultura bagossa.
Temerari? No, peggio - A volte siamo stati dei pazzi - rincara la dose Flavio Richiedei, riferendosi alla realizzazione di progetti molto impegnativi finanziariamente e organizzativamente, pensati in una prospettiva di lungo termine e di ampio respiro; e respiro forse troppo ampio per l’asfittica economia dell’associazione, che si autofinanzia con l’introito delle iscrizioni, con i mercatini no profit, con qualche striminzita elargizione pubblica e donazione privata, continuando comunque a respirare. Ma sempre con molto orgoglio di appartenere ad una comunità ricca di storia e tradizioni, con la specificità e l’unicità di essere espressione della gente bagossa.
Non a caso infatti il bel video proiettato per visualizzare le varie attività intraprese è iniziato con un’ironica versione del telegiornale di Rai1, che annunciava su rete nazionale la nascita di Habitar! Che ambizione questi temerari, ma la favola non è finita, perché già il Flavio bambino si chiedeva come mai tra le immagini dell’Intervallo non comparisse mai Bagolino! Ed eccoti accontentato sulla rete ammiraglia della Rai!
Tra le attività dell’associazione ne ricordiamo alcune tra le numerose altre, prevalentemente riguardanti il restauro di edifici storici significativi, come l’affresco del Leone di San Marco comprendente anche lo stemma di Bagolino, relativo alla dominazione della Repubblica di Venezia; il recupero delle decorazioni di un’abitazione che in passato fu la Procuratia, sede pubblica per ospitare le autorità; il restauro della Santella di Prada e della Cäsìnä Càvrä, un tipico edificio rurale montano; il consolidamento della Santella del Curlo con pregevoli affreschi della scuola di Pietro da Cemmo; il restauro della lapide di Antonio Ponzetti da Soresina, morto nella Battaglia di Monte Suello il 3 Luglio 1866 (3ª Guerra di indipendenza); e studi e interventi sull’antico Ponte di Prada, sulla località Rocca sede di un oppidum (centro fortificato) del IV sec. d.C.; ecc.
L’intervento più corposo di tutela del patrimonio storico-artistico di Bagolino, effettuato da Habitar, riguarda però nel 1996 il restauro del Cimitero Vecchio di età napoleonica, un’opera che contò oltre 5.000 ore di lavoro volontario e gratuito in collaborazione con gli Alpini, coordinati dal Capogruppo Elia Bordiga e da Nerio Richiedei.
Elia Bordiga ricorda quell’impresa, sostenuta da aiuti spontanei di persone come Mario Salvadori che forniva attrezzi e materiali, o come Giorgio Comini che prestava il suo trattorino per il trasporto delle attrezzature, ma sostenuta soprattutto dalla manodopera indispensabile per i lavori. – Ricordo che le mogli dei miei Alpini mi schivavano per non dover prestare i loro mariti a tempo pieno per giorni e giorni, Domà èl ga dä laorà dé lègnä, l’é dré ä sagà, èl ga mal dè décc, ma poi arrivavano a buonora a lavorare: pane e mortadella a colazione come rimborso energie muscolari. -
- E a proposito di mogli – interviene Nerio Richiedei – una celebre telefonata a casa mia, qualcuno mi cercava, Mio marito purtroppo è al cimitero (imbarazzo all’altro capo del telefono), .. ma a mezzogiorno sarà qui per il pranzo! E già, c’era anche il lato comico della situazione, e il più esilarante era costituito dalla domanda: Dove troviamo i soldi? L’opera era stata stimata infatti in circa 450 milioni di lire, comprensivi di assicurazione per i volontari e le parcelle per i restauratori professionisti che lavoravano alle cappelle esterne. Una parte delle spese è stata coperta dai famigliari dei soldati caduti nella Iª Guerra mondiale, le cui lapidi si trovano all’interno del cimitero e avevano bisogno di urgente restauro; una buona parte è stata coperta dalle famiglie dei defunti ricordati nelle cappelle esterne del cimitero; il resto del denaro è arrivato da donazioni, dal mercatino, ecc. –
Il lungo elenco di iniziative dell’associazione è continuato: mostre tematiche (Carnevale; Arte Campanaria; Antonio Stagnoli; Giochi antichi; Moda di città e di paese; Pittori in mostra a Bagolino, Vestone, Sabbio Chiese; Liuteria popolare); organizzazione di corsi (restauro mobili tenuti da Mirko Salvadori, pcon il restauro dei mobili per la CasaMuseo; tessitura a telaio con la Mª Letizia Rossini nel 2010 e 2020); pubblicazioni (cartoline storiche, opuscoli tematici, Collana Zangladello di 9 volumi); e visite guidate (la più sorprendente, improvvisata in mezz’ora, tenuta dal geologo Peter Brack al Chiodo d’Oro con 50 partecipanti; oltre 300 le visite tenute dal solo Luca Ferremi; 150 partecipanti in occasione dell’assegnazione del titolo di Borgo tra i più belli d’Italia).
E ancora: manifestazioni musicali in ambiente e concerti nelle chiese, tra cui la Chiesa di San Rocco divenuta sede di una rassegna prima e di una stagione concertistica in seguito, San Rocco in Musica, che gode di apprezzamenti per la qualità delle sue proposte musicali e non ha confronti in Vallesabbia; direttore artistico è il violinista Daniele Richiedei, formatosi con la musica del carnevale e in seguito al Conservatorio Musicale Luca Marenzio di Brescia.
Ma torna poi quel guizzo di follia divenuto marchio di origine di Habitar: nel 2009 viene acquistata una casa per convertirla a CasaMuseo, da adibire a sede dell’associazione, per l’ambientazione dei reperti etnografici acquisiti, sia anche come esempio di tipica abitazione bagossa, non avendo subìto modifiche strutturali interne o esterne da oltre mezzo secolo: 41.000 euro per l’acquisto e 138.000 di ristrutturazione conservativa; e non contenti dell’indebitamento comprano la casa adiacente per realizzare un’unica struttura museale adeguatamente spaziosa, accollandosi un mutuo ventennale di 5.000 euro all’anno (per metà già saldato).
Beh, c’è da dire che in quel caso i fondi per sostenere le spese sono arrivati da enti vari, il più corposo di 74.000 euro da Fondazione Cariplo, e se non è una vena di pazzia questa, cos’è? È passione per la cultura bagossa, come da principio statutario.
Insomma, concludendo, Habitar ha goduto tra l’altro di un’ottima amministrazione economico-finanziaria, che ha consentito di gestire l’ordinaria attività associativa con sicurezza e di affrontare con oculato calcolo del rischio anche impegni onerosi. Il resoconto economico finanziario presentato da Flavio Richiedei è stato infatti meticoloso e preciso al centesimo: nell’arco di 35 anni, dal 1990 al 2025 l’associazione ha raccolto fondi per euro 752.000, cifra certamente importante, ma corrispondente a euro 21.485,7 annuali, un ammontare da modesto bilancio famigliare più che da associazione con importanti e costose attività culturali. Complimenti quindi per l’oculata gestione patrimoniale che ha consentito la realizzazione di significativi progetti a favore della comunità.
Un omaggio è stato riservato anche alla figura di Uberto Formenti, primo promotore di una raccolta di documentazione fotografica e archivistica relativa alla cultura bagossa. – Si deve a lui se l’Eremo di San Gervasio è ancora in piedi, strappato alla distruzione del tempo e al vandalismo; Uberto Formenti ci ha tracciato la direttiva e noi l’abbiamo seguita. – Ha così terminato la dettagliata relazione il presidente di Habitar Luca Ferremi.
L’incontro con i partecipanti al convegno è proseguito con una passeggiata nel centro storico di Bagolino per vedere gli edifici recuperati dall’associazione, e si è concluso alla Casa Museo dove era allestita una mostra celebrativa del 35° di fondazione di Habitar; un aperitivo ha concluso infine la manifestazione.
Nelle foto di Luciano Saia: alcuni interventi di restauro effettuati dall'Associazione Culturale Habitar in sta terra di Bagolino:
- Restauro affresco del Leone di San Marco
- Restauro Cimitero Vecchio
- Restauro conservativo Casa Museo
- Recupero dell'Eremo dei S.S. Gervasio e Protasio