18 Novembre 2015, 16.00
Controcorrente

Anche le immagini uccidono

di Redazione

Ci sarà anche il "nostro" padre Fabrizio Colombo, comboniano di Agnosine, alla conferenza programmata alla Camera dei Deputati per sensibilizzare al corretto uso delle immagini quando si raccolgono fondi da destinare ad aiuti umanitari


Venerdì 20 novembre 2015 alle 11, a Roma nella sala stampa della Camera dei Deputati, in via della Missione 4, si svolgerà la conferenza stampa per la presentazione della campagna di sensibilizzazione sociale “Anche le immagini uccidono”, promossa da Redani – Rete della Diaspora Africana Nera in Italia.

Intervengono Khalid Chaouki, deputato parlamentare, Silvia Costa, europarlamentare, Livia Turco, presidente Fondazione Nilde Iotti, S.E. M. Manuel Amante DA ROSA, Ambasciatore della Repubblica di Capo Verde e Presidente della Commissione di Immigrazione, Fabrizio Colombo, direttore Signis Services Roma (Associazione Cattolica Mondiale per la Comunicazione), Esoh Elamé, docente Università di Padova, Massimo Coen Cagli, direttore scientifico Scuola di Roma fundraising.it, Gianfelice Bisceglia, Dipartimento Marketing di Ria Money Transfer, Ada Ugo Abara, studentessa “G2”.
Modera Suzanne Mbiye Diku, ginecologa INMP Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti.

Alla conferenza sono presenti anche S.E. Mme Mariem AOUFFA, Ambasciatore della Repubblica Islamica della Mauritania e Presidente della Commissione Cooperazione e Sviluppo, e S.E. M. Didace HYGIN SABIN, Incaricato degli Affari Consolari presso l’Ambasciata della Repubblica del Congo.
È prevista inoltre la proiezione in anteprima nazionale del video omonimo “Anche le immagini uccidono” del regista etiope Dagmawi Yimer, realizzato appositamente per l’occasione.

L’evento ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e di coinvolgere le istituzioni su un tema delicato e quanto mai attuale: l’uso indiscriminato delle immagini da parte delle associazioni e organizzazioni non governative per la raccolta fondi da destinare agli aiuti umanitari e alla solidarietà internazionale.

Periodicamente infatti, in concomitanza con le festività natalizie e pasquali, vengono realizzate campagne promozionali dallo stile pressoché identico: ritratti di bambini africani, fortemente denutriti, dal respiro ansimante, lo stomaco gonfio, lo sguardo vuoto, spot che hanno il solo scopo di speculare sulla sofferenza.

È acceso il dibattito fra i sostenitori “del fine giustifica i mezzi” e coloro che invece condannano messaggi che si basano sul cliché dello scheletrino africano, considerati un mezzo di spettacolarizzazione del dolore, così crudeli da definirli “pornografia del dolore”.

A prescindere dalla propria opinione, è lecito domandarsi:
è proprio necessario usare immagini così forti o si dovrebbe invece preferire una forma di comunicazione più rispettosa delle popolazioni destinatarie?

Nella ferma convinzione di voler superare la polemica sterile e di dare una risposta a tale interrogativo, la campagna “Anche le immagini uccidono” (#ancheleimmaginiuccidono #dignitàxbambiniafricani sono gli hashtag per Facebook) si realizza con il desiderio di avanzare proposte che coinvolgano gli attori sociali e le istituzioni impegnate nel Terzo Settore, così come accrescere la consapevolezza di tutti i cittadini sul tema, promuovere un dibattito sulla necessità di una legge che eviti gli abusi e lo sfruttamento delle immagini di sofferenza, riconoscendo un Codice di Condotta.

Molti passi in avanti sono stati fatti nel corso degli anni.
Per citare un esempio, l’articolo 7 della Carta di Treviso recita: “Nel caso di minori malati, feriti, svantaggiati o in difficoltà occorre porre particolare attenzione e sensibilità nella diffusione delle immagini e delle vicende al fine di evitare che, in nome di un sentimento pietoso, si arrivi a un sensazionalismo che finisce per divenire sfruttamento della persona”.

Un imperativo morale che non ammette eccezioni e che è valido a prescindere dal colore della pelle o dal Paese di provenienza.

“Anche le immagini uccidono” è promossa da Redani in partenariato con Associazione Africafriends, Associazione Tam Tam d’Afrique, Associazione Comunità Eritrea a Roma e nel Lazio, Arising African, WFWP Federazione delle Donne nel Mondo per la Pace, Upter, Signis, Le Réseau, Peace words.

Media Partner Rivista Africa.
Collaborano alla realizzazione della campagna Cesv, Stardust Village, Guiotto Graphic Design e il fotografo Marco Ambrosi.

Il progetto è finanziato da Ria Money Transfer e ha il patrocinio del Corpo Diplomatico Africano, Municipio IX di Roma Capitale e Fondazione Nilde Iotti.

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