L'interpellanza al ministro dell'Ambiente per la modifica del progetto

Cristina Almici, parlamentare di FdI, ha presentato nei giorni scorsi un'interpellanza al ministro per l'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin con cui sta interloquendo per modificare il progetto che prevede di depurare i reflui fognari prodotti dalla sponda bresciana del Benaco negli impianti di Gavardo e Montichiari.

L’idea è che non servono altri depuratori a Gavardo e Montichiari, ma il potenziamento e l’ampliamento di quello già esistente a Peschiera, per cui sono necessarie due azioni: la sostituzione delle condotte sublacuali, deteriorate e fortemente danneggiate e il potenziamento dell’impianto attuale.

«Nella "partita" del depuratore - spiega Almici - sono emerse novità che meritano di essere tenute in considerazione, a partire dallo stanziamento di 120 mila euro da parte di Regione Lombardia per uno studio ecofluviale del Chiese. Il Pirellone si è espresso in modo chiaro rispetto alla reale difficoltà del Chiese a smaltire le acque depurate. Un passaggio fondamentale ai fini del progetto. È poi in corso un nuovo intervento di manutenzione sulle condotte sublacuali.»

La tenuta delle condotte sublacuali che trasferiscono i reflui fognari dalla sponda bresciana del Garda al depuratore veronese di Peschiera è garantita e certificata fino al 2032 a patto di eseguire «tagliandi» periodici.

Come quello che sta per partire in occasione della terza campagna di manutenzione alle condotte sommerse: a breve, il gigantesco pontone allestito nei pressi della spiaggia del vialone a Toscolano Maderno ospiterà a bordo i sommozzatori della Drafinsub di Genova, incaricati per conto di Acque bresciane come nel 2019 e 2021, di ispezionare ed eventualmente riparare, come nelle precedenti due occasioni in alto fondale, i tratti di condotta lesionati.

A preoccupare Almici è anche l'aspetto economico: «sul progetto Gavardo-Montichiari i costi potrebbero lievitare in maniera esponenziale».

«É evidente che la questione deve essere rivalutata dal ministero, considerando anche che la sponda veronese ha affermato di essere in notevole difficoltà a causa dell'incremento dei costi. Con il finanziamento di 40 milioni del Governo non riescono a coprire integralmente l'intervento. Tanto che è stata avanzata la richiesta di utilizzare le risorse bresciane per finire almeno la loro parte. Rispetto a questo passaggio, è evidente che il discorso della destinazione delle risorse non è oggetto di discussione».

Nell'interpellanza inviata al ministro Fratin si è fatto riferimento anche alla questione del commissariamento dell'opera: «Si deve intervenire prima dell'affidamento della progettazione definitiva e riportare la fase decisionale in capo alla Provincia, autorità competente per decidere nel merito».