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giovedì, 29 giugno 2023 Aggiornato alle 09:03Blog - Aqua Alma

Acqua e salute

di Mariano Mazzacani
Nell’organismo, l’acqua, è il costituente presente in maggior quantità ed è indispensabile per lo svolgimento di tutti i processi fisiologici e le reazioni biochimiche che vi avvengono

L’acqua inoltre
entra nella struttura di varie sostanze e agendo da solvente per la maggior parte dei nutrienti (minerali, vitamine idrosolubili, aminoacidi, glucosio, ecc.), svolge un ruolo essenziale nella digestione, nell’assorbimento, nel trasporto e nella utilizzazione degli stessi nutrienti.

L’acqua è anche il mezzo
attraverso il quale il nostro organismo elimina le scorie metaboliche, agisce come “lubrificante” e come ammortizzatore nelle articolazioni e nei tessuti, mantenendo elastiche e compatte la pelle e le mucose (la cui funzionalità dipende dal corretto grado di idratazione) garantendo la giusta consistenza del contenuto intestinale.

L’acqua svolge un ruolo primario
nel meccanismo della respirazione poiché le superfici respiratorie possano adeguatamente svolgere la loro funzione è necessario che siano umide: sia l’ossigeno sia l’anidride carbonica, infatti, devono esser sciolti nell’acqua per potersi diffondere.

L’acqua è essenziale nel processo della termoregolazione: il corretto svolgimento delle reazioni chimiche all’interno dell’organismo richiede che la temperatura corporea rimanga costante e tale funzione viene facilitata dalla quantità corretta di acqua presente nel nostro corpo Bilancio idrico.

Visto che non vi è alcun sistema
all’interno dell’organismo che non dipenda direttamente dall’acqua, è facile intuire che mantenere un giusto equilibrio del “bilancio idrico” (rapporto tra “entrate” e “uscite” di acqua) è fondamentale per conservare un buono stato di salute nel breve, nel medio e nel lungo termine.

La quantità totale di acqua
varia in funzione di età, sesso, peso e della composizione corporea (il tessuto adiposo contiene molta meno acqua del tessuto magro). Nel neonato l’acqua rappresenta l’85% circa del peso corporeo; questa frazione percentuale diminuisce progressivamente fino all’età adulta dove costituisce circa il 60% del peso.

Questa percentuale
può tuttavia variare da un minimo del 50% ad un massimo del 75%. Nell’anziano si ha una ulteriore diminuzione della quantità di acqua corporea, sia in valore assoluto che in percentuale (circa il 45% del peso corporeo).

Quanto alle differenze tra i sessi,
queste si evidenziano a partire dall’adolescenza: le femmine, infatti, avendo una maggiore percentuale di tessuto adiposo (povero di acqua), hanno una minore quantità di acqua per chilo di peso corporeo.

Il 75% circa dei muscoli
e degli organi interni e il 10% del tessuto adiposo sono costituiti da acqua. Lo stesso scheletro è costituito per oltre il 30% da acqua. Come tutte le sostanze chimiche che compongono il nostro corpo, l’acqua viene persa e consumata continuamente; quindi, deve essere di continuo reintegrata dall’esterno.

Perciò è fondamentale assumere l’adeguata quantità di acqua necessaria a mantenere il corretto equilibrio idrico, considerando tutte le variabili citate. Ricordiamo che l’equilibrio idrico deve essere mantenuto bevendo essenzialmente acqua, tanto quella del rubinetto quanto quella imbottigliata, entrambe sicure e controllate.

Bisogna sempre tenere presente che invece bevande diverse (come aranciate, bibite di tipo cola, succhi di frutta, caffè, tè) oltre a fornire acqua apportano anche altre sostanze che contengono calorie (es. zuccheri) o sostanze attive (es. caffeina) perciò vanno assunte in misura molto limitata.

Soprattutto va considerato
che il senso di sete va anticipato, bevendo a sufficienza, mediamente 1,5-2 litri di acqua al giorno (almeno 6-8 bicchieri) a piccoli sorsi ricordando che bambini e anziani sono maggiormente esposti a rischio di disidratazione rispetto agli adulti.

L’acqua viene definito il primo medicinale e, purtroppo, durante la pandemia ci siamo resi conti di quanto fosse importante un corretto utilizzo dell’acqua nella pulizia delle mani. Pochi però conoscono il legame che unisce la disponibilità di acqua e la salute mentale.

Il 22 marzo si è tenuta la conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul tema dell’acqua, una ulteriore occasione per rimarcare la necessità di garantire l’accesso universale all’acqua sicura entro il 2030.

Secondo António Guterres, segretario generale dell’Onu l’assemblea avrebbe dovuto “produrre un’audace agenda d’azione per l’acqua, che dia alla linfa vitale del nostro mondo l’impegno che merita”, rispetto all’urgenza di agire concretamente (United Nations, 2023).

L’acqua pulita è un diritto di base ed in quanto risorsa favorisce ogni aspetto della vita sulla Terra pur tuttavia se ne continua ad abusare, mettendo in serio rischio sistemi complessi che necessitano di grandi quantità d’acqua, come nel caso del comparto agricolo.

Nel mondo circa 2 miliardi di persone
non hanno accesso all’acqua potabile e 3,6 miliardi di persone non hanno accesso ad un’acqua adeguatamente depurata.

Secondo i dati del Rapporto UNICEF e WHO, ogni anno almeno 1,4 milioni di persone, la maggior parte bambini, muoiono per cattive condizioni igienico-sanitarie legate all’acqua (UNICEF and WHO, 2019.).

Il problema
dell’acqua, secondo WWF, impatta fortemente sulla vita di queste persone anche a causa del cambiamento climatico, aggravando ancor più una situazione già complessa e difficile da affrontare.

I due estremi
del problema idrico in relazione al clima, si manifestano attraverso la siccità, causata dall’evaporazione per l’aumento delle temperature, e da alluvioni e inondazioni per l’aumento del livello dei mari, dovute alla fusione dei ghiacciai (Bates et al. 2008).

L’acqua è un bene sempre più prezioso, non a caso definito “oro blu”, ma purtroppo ancora soggetto a numerosi sprechi. L’Italia a livello europeo è tra i paesi che spreca più acqua ed utilizza una quantità di acqua significativamente elevata per usi produttivi, utilizzando circa il 75% per la produzione di colture destinate a nutrire il bestiame e il 10% per pascolo e allevamento.

L’industria tessile invece a livello mondiale è responsabile di un ingente uso d’acqua (la seconda al mondo) per cui si utilizzano circa 93 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno (ISTAT – Water Footprint Network – FAO).

La crisi idrica mondiale
ha ripercussioni sociali oltre che economiche, producendo povertà, migrazioni, insurrezioni e violenza ma soprattutto gravi impatti sulla salute.

La mancanza della risorsa
e la sua contaminazione producono ulteriori fattori di stress individuale e sociale che intaccano il benessere mentale, oltre che fisico, delle persone.

Recenti studi condotti negli Usa associano condizione psicologica e fattori socioeconomici, rivelando una situazione particolarmente sfavorevole nella popolazione afroamericana operaia ed una interdipendenza tra malessere psicologico e sfiducia nella “public health information”.

Ciò determina che lo stress legato all’insicurezza idrica negli ambienti urbani accentua condizioni preesistenti, tali da incrementare le cause di malattia mentale.

I giovani sono i soggetti più coinvolti ed esposti nella lotta al cambiamento climatico, soffrendone però i vissuti negativi riferiti all’ambiente, che si identificano nell’ l’Eco-Ansia, l’intensa paura che si avveri lo scenario catastrofico e disastroso per cui le basi biologiche della Terra vengano meno (Innocenti, 2022).

Ciò è confermato dal report dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) di febbraio 2022, secondo cui il rapido aumento del cambiamento climatico rappresenta una minaccia crescente per la salute mentale e il benessere psicosociale, causando disagio emotivo, ansia, depressione, fino a dolore psicologico e comportamenti suicidari (Creutzig et al. 2022).

Si evidenzia il bisogno crescente
di valorizzare il benessere individuale tra i fattori di valutazione di un Paese, oltre che della crescita del reddito e di attribuire valore ad una più ampia varietà di esigenze individuali e collettive nelle scelte politiche e infrastrutturali per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

La scarsità delle risorse idriche rappresenta l’ennesima riprova del fatto che non esiste una giustizia climatica senza una giustizia sociale, sanitaria ed economica.

Fonte Matteo Innocenti, IPSI- Istituto Psicologico Italiano e Giulia Dockerty, AIACC- Italian Climate Change Anxiety Association

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