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domenica, 26 giugno 2022 Aggiornato alle 09:00Blog - un pesce al giorno

Alla ricerca della tana perduta

di Elio V
No, non è un film con Harrison Ford ma narra comunque di una avvincente avventura nei monti orobici presso un torrente alpino da favola e come protagonista una meravigliosa Fario selvatica.
Dopo un'ascesa di circa un paio d'ore apro la mia 9 piedi coda 4, finale di tre metri che termina con lo 0,20mm (dato che ho dimenticato lo 0,16 in auto). Come imitazione in questi ambienti, dove la natura maestosa la fa da padrone, sono solito utilizzare dei 'terrestrial' su ami di dimensioni anche generose che potrebbero stimolare maggiormente la voracità del pesce.
Dopo diverse “trotelle” portate in posa per la foto, ora si para dinanzi a me una buca che ben conosco: la profondità, che a spinning si rivela un vantaggio, a mosca secca potrebbe essere un fattore di rischio in quanto non tutte le trote sono disposte a salire dagli abissi per ghermire la preda. Nulla di più sbagliato: l'abboccata è fragorosa con tanto di salti e piroette (un vero circo).
Mi accorgo subito che è di buone dimensioni perché mi impegna in un'estenuante fuga. Riesce addirittura a tornare nella sua tana. A questo punto il cimino si piega in maniera pericolosa rischiando di compromettere l'azione di pesca. 
Il raggiungimento della tana mi impedisce di fare leva e sono costretto a cambiare posizione spostandomi in alto verso monte. Il bel pesce non si muove neanche così, allora entro in acqua e mi avvicino cercando di prendere con delicatezza il finale visto che il cimino non spinge più.
Un lieve ma deciso colpo al finale costringe finalmente la trota fuori dalla sua dimora e dopo un altro interminabile minuto la guardo finalmente negli occhi: un bellissimo e colorato esemplare di Fario rustica. 
Le restituisco subito la libertà e raggiunge la sua tana perduta salutandomi con un colpo di pinna. Alla prossima ricerca... 

 

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