martedì, 26 luglio 2022 Aggiornato alle 09:00Eventi
Bondone orfano della festa dei carbonai
di Gianpaolo Capelli
La tradizione vorrebbe che l'ultima domenica di luglio a Malga Alpo, nella stupenda verdeggiante conca che accoglie la chiesetta alpina e la ristrutturata malga Alpo di Bondone, si celebrava la “Festa del Carbonaio”.
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Nella chiesetta alpina è salito a celebrare la santa messa anche “El pret dei carboner” don Mansueto Bolognani, legato da sincero affetto ai due paesi fino dagli anni sessanta e ampiamente ricambiato.
Tanti i parroci che negli anni sono saliti a Malga Alpo a celebrare la santa messa: don Natale Bonomini, Padre Dino Filosi, don Bruno Armanini, Padre Giorgio Anesi e da ultimo il parroco attuale don Andrea Fava. Nel 2007 era salito a Malga Alpo anche don Ivan Maffeis con la mamma e il fratello, al tempo direttore del settimanale Vita Trentina e ora arcivescovo di Perugia.
Bellissimo il suo “reportage” sulla festa e sui carbonai in quella occasione. Fu il giornalista collaboratore Diego Andreatta nel maggio del 2007 a volere i carbonai di Bondone in occasione del Film Festival della Montagna di Trento, nel giardino arcivescovile per un “poiat” dimostrativo per quelli che volevano conoscere il duro lavoro dei carbonai di Bondone.
In chiusura della giornata come illustra la foto allegata, l'Arcivescovo Monsignor Luigi Bressan si cimentò a mescolare la polenta carbonera: “Polenter ad honorem”. Polenta che Monsignor Bressan nativo della Sarche mangiava ancora in giovane età: era il pasto della mamma in quei tempi di ristrettezze per nutrire i numerosi figli.
Un film sui carbonai di Pinerolo in quel 2007 venne presentato al Film Festival di Trento fuori concorso, ricevette il secondo premio; il film raccontava quello che i carbonai di Bondone da secoli erano soliti fare: il carbone.
Dopo l'annullamento del 2020 e 2021 causa covid si sperava vivamente che in questo 2022 si sarebbe tornati lassù a Malga Alpo per la celebrazione della santa messa nel ricordo dei carbonai di Bondone e dei contadini di Baitoni che fino agli anni settanta, monticavano la malga con le numerose bestie che salivano da Baitoni, poi sfalciavano tutti i prati della bella località montana, da dove in un'ora di cammino si arriva in Tombea.
Questa sarebbe stata la ventottesima edizione, le ultime a cura della “Associazione culturale i Carboner”, le precedenti, invece, a cura dalla pro loco di Bondone e Baitoni, pro loco che attende un rilancio dopo la sua cessazione di pochi anni fa.
Ritornando alla festa, era 1995 quando don Dino Menestrina, parroco per un lustro di Bondone e Baitoni, pensò di organizzarla a Malga Alpo per ricordare i carbonai di Bondone e i contadini di Baitoni che avevano fatto la storia lavorativa dei due paesi con attività completamente diverse, pur facendo parte dello stesso comune.
Una scommessa vinta quella di don Dino: negli anni la festa è andata assumendo sempre più importanza con la presenza di centinaia di persone, venute dal Bresciano e dal Trentino. Si partì quasi in sordina, ma la popolazione dei due paesi rispose all'invito di don Dino e grazie alla associazione culturale della parrocchia, della pro loco e del comune, la festa ebbe il suo imprimatur con una folta partecipazione della gente locale e dei paesi limitrofi.
In quella prima edizione fu grande l'impegno di Caterina Cozzatti e del maestro Gianni Cortella di Storo che supportati dai numerosi volontari dei due paesi organizzarono giochi e intrattenimenti vari, seguito dal pranzo conviviale a base di polenta carbonera. In malga allora era presente il compianto “pastorello”, Graziano Lorenzi con le sue pecore. Gli spiedi luculliani per cinquecento persone arriveranno negli anni successivi.
Accogliere le centinaia di partecipanti implicava un lavoro immane per i volontari che negli anni preparavano la festa.
Bisognava ottenere il permesso dal proprietario che aveva in comodato la malga, lasciare le bestie fuori dal grande stallone, ripulirlo e preparare il tutto in modo da renderlo accogliente per gli ospiti come al ristorante: ospitalità e accoglienza sempre eccezionale per tutti. Alla fine della festa smontare tutto e far rientrare le bestie.
In quella prima edizione fu quasi tutto improvvisato e pur mancando di esperienza tutto andò per il meglio: la chiesetta alpina mancava e la celebrazione della Santa messa avvenne proprio sul prato dove ora si trova la chiesetta.
Non mancava in passato, contrariamente ad adesso, la costruzione del poiat con l'accensione alcuni giorni prima e la cavata nello stesso nel giorno della festa.
Nei primi anni salivano a Malga Alpo carbonai di Bondone a cui va il ricordo: Valerio Lino “Balot”, Omicini Rino “Migio” e altri . Negli ultimi vent'anni è stata la volta di Dario Scalmazzi e Pietro Salvotelli, ultimamente a dar manforte ai due “veci” è arrivato Mansueto Scalmazzi, ora si spera anche nell'aiuto di Pietro Cimarolli “Borì”. Nel paese dei carbonai l'arte e il ricordo di fare carbone deve continuare.
Fu grande, la soddisfazione del parroco don Dino nel vedere la partecipazione corale dei due paesi. Egli negli anni passati tra la sua gente ha sempre promosso l'unione dei due paesi, cercando di smussare le piccole incomprensioni, gli attriti che sorgevano: il campanilismo faceva male alle due comunità e a lui stesso.
I due paesi sono stati uniti in tante manifestazioni: meravigliose le feste degli anziani organizzate:tutti impegnatissimi nelle tante realizzazioni dei presepi viventi ad anni alterni nei due paesi sotto la sapiente regia di Caterina Cozzatti, che richiamavano migliaia di persone.
Il tempo fa dimenticare quel che non si dovrebbe dimenticare e le festività celebrate nei due paesi, che una volta vedevano la partecipazione totale degli abitanti della comunità, hanno lasciato posto ad una devozione esclusiva, quasi come se i santi festeggiati appartenessero solo a Bondone o a Baitoni.
Negli anni della povertà gli abitanti dei due paesi si spostavano in massa da un paese all'altro a piedi per le festività, oppure per riunirsi coralmente insieme a pregare: ora ognuno a casa propria. Questo non è campanilismo?
Concludendo, rincresce che la festa del carbonaio manchi nel calendario estivo delle manifestazioni 2022, come manca anche quella spettacolare e seguitissima di “Bondone in strada”, in agosto. I volontari sono sempre meno e invecchiano. I giovani? Ai posteri l'ardua sentenza!
Si vuol vivamente sperare che il prossimo luglio 2023 la festa del carbonaio sia nuovamente realtà. L'attuale giovane amministrazione comunale deve cercare di ricostruire la pro loco dando nuova energia alle attività promozionali in favore dei due paesi, coinvolgere i giovani, il futuro dei due paese dipende da loro.
Nel ricordo dei carbonai ecco il video realizzato da David Capelli “La storia dei carbonai di Bondone raccontata da Gianpaolo Capelli e nelle foto storiche inizio anni ‘60 scattate in montagna ai suoi carbonai dal “Pret dei carboner don Mansueto Bolognani.
Foto 1 Piana di Malga Alpo, foto 2 la Festa del Carbonaio 1995, foto 3 Carbonai a Trento con l'arcivescovo mons. Luigi Bressan, foto 4 Don Dino Menestri
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