Traning autogeno
Riprendendo il discorso legato al training autogeno possiamo vedere come gli ambiti di applicazione siano molteplici.
Tra i principali troviamo: ansia, fobie ed attacchi di panico, tic e balbuzie, disturbi del sonno, dipendenze e disturbi alimentari.
Può inoltre essere efficace per il trattamento di problematiche fisiche come gastriti, asma, stipsi, tachicardia, disturbi della pelle.
I benefici possono essere:
- Maggiore consapevolezza di sé, del proprio funzionamento e delle proprie emozioni grazie all’ascolto e al controllo delle aree corporee;
- Percezione meno intensa del dolore;
- Miglioramento di attenzione e concentrazione;
- Recupero delle energie fisiche e psichiche;
- Miglioramento delle prestazioni, comprese quelle sportive, controllando il tono muscolare, l’ansia e recuperando le energie in un minor tempo;
- Normalizzazione delle funzioni corporee,
Per condurre al meglio il training è necessario assumere una postura adeguata, che non favorisca alcuno stato di tensione. Viene quindi consigliata la posizione supina (stesi su un materasso con un cuscino sotto la testa, gambe divaricate e piedi volti all’esterno), la posizione del cocchiere (seduti su una sedia con le gambe divaricate, le braccia appoggiate sulle cosce e la testa piegata in avanti) o la posizione su poltrona (seduti su una poltrona, appoggiando la testa e con le braccia distese lungo i braccioli della stessa).
E’ inoltre opportuno condurre il training in un ambiente tranquillo, lontano da fonti che potrebbero interferire sulla concentrazione e sull’attenzione.
Rispetto alla tipologia di abbigliamento, si consiglia l’utilizzo di un vestiario che non generi un senso di costrizione ma che lasci libertà ed è consigliato togliere orologi, occhiali ed accessori vari.
Va infine sottolineato che l’utilizzo del training autogeno è sconsigliato a persone con problemi cardiaci, disturbi psicotici, grave ansia o depressione.
Concludendo, è bene tenere in considerazione che il training autogeno è una tecnica di rilassamento, per questo motivo, pur generando uno stato di benessere, non si sostituisce ad altri tipi di percorsi che vanno a lavorare sui vissuti e sugli aspetti cognitivi ed emotivi.
Consiglio inoltre di rivolgersi ad un professionista qualificato per l’apprendimento dello stesso.
Esistono comunque altre tecniche che generano uno stato di rilassamento nella persona ed aiutano a gestire stati di ansia e di stress.
Tra queste possiamo trovare il rilassamento progressivo di Jacobson, il body scan, la mindfulness, la respirazione lenta.
Dott.ssa Moro Sabina
3934107718
sabina.moro@outlook.it
Instagram: 21grammi_di_psicologia