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sabato, 7 settembre 2013 Aggiornato alle 06:57Energia

Una centrale per il Caffaro

di Ubaldo Vallini
Torna a far parlare di sè ill progetto per la realizzazione di una nuova centrale idroelettrica lungo il torrente Caffaro. Seguiremo gli sviluppi
 
«Il vecchio progetto è stato modificato in modo radicale e non abbiamo ancora avuto il tempo di analizzarlo bene. Ci pare però che ci possano essere delle criticità già dal punto di vista burocratico.
Insomma: dobbiamo istruire per bene la pratica e poi valutare tutto quanto per bene, perché le questioni da prendere in considerazione sono molte».
 
Non si sbilancia e prende tempo Gianluca Dagani, il sindaco di Bagolino, quando gli chiediamo dirci cosa ne pensa del fatto che nei giorni scorsi A2A ha richiesto una nuova Valutazione di Impatto Ambientale, dopo aver modificato l'iniziale progetto per la realizzazione di una centrale idrolettrica da 4.550 kW che andrebbe a sfruttare le acque della valle del Caffaro.
 
Una vicenda complessa che affonda le radici nel 1998 con la prima domanda di concessione.
Il progetto arrivò due anni dopo, ma non se ne fece nulla. Asm nel 2005 tornò alla carica con una richiesta di variante alla domanda di concessione, ma l'anno dopo le vicende si complicarono con la necessità di assoggettare il progetto alla Via.
 
Quattro anni trascorsero fra pronunce di compatibilità ambientale, sopralluoghi, richieste di integrazione ed altre incombenze tecniche e burocratiche.
Fino al dicembre del 2009, quando l'amministrazione comunale si mise di traverso, tanto che lo stesso Gianluca Dagani ai tecnici arrivati a Bagolino per spiegare cosa stavano facendo si trovò a dire: «Così come l’avente presentato, quel progetto, statene certi, non lo realizzerete mai».
 
«Volevano discutere delle ricadute economiche di cui avrebbe beneficiato il territorio, quando ancora mancavano i necessari presupposti della sostenibilità paesistica ed ambientale» ha poi detto l'amministratore motivando il suo secco diniego.
 
Qualche cosa però è cambiato, di quell'iniziale progetto: «Sono stati ridotti/annullati tutti gli impatti ambientali orIginari» affermano in A2A. Non si prevede più lo sfruttamento dei torrenti Scaie e Bruffione, ma "solo" del Caffaro e del Sanguinera.
Il deflusso minimo vitale nei preziosi torrenti alpini è aumentato del 90% (da 0,231 a 0,438 mc/s).
Non verranno più costruiti quattro chilometri e passa di galleria che avrebbero portato l'acqua dalle vasche di accumulo del Gaver fino alla centrale svuotando - questo era il timore - la montagna sovrastante di ogni autonoma fonte idrica, ma una condotta forzata lungo la strada che scende a Valle Dorizzo.
La potenza dell’impianto si ridimensionerebbe ai 3,066 kW.
 
«Vedremo» ripete Dagani.
 
In foto:
- il torrente Caffaro nella Piana del Gaver
- dove è previsto il bacino di accumulo (prima e dopo)
 
 

 

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