Mercoledì, 28 maggio 2025


Banner
ValleSabbiaNews logoBanner


 

mercoledì, 2 luglio 2014 Aggiornato alle 06:46Lettere

Ti ricordi il lago d'Idro?

di Federico Ferroni
Caro Direttore, di frequente ho notato che, quando le persone raccontano di Idro, dicono “Ma ti ricordi il lago d’Idro? Quanta gente c’era! Quanti locali, quanti turisti, quanti Olandesi!”

...Sembra, insomma, che Idro abbia vissuto un’età dell’oro, un periodo nel quale l’estate era ricca, colorata e spensierata. 

Venti anni fa era ancora viva l’idea di quell’illuminato olandese che aveva scelto di costruire un villaggio all’avanguardia e di aprire il lago al turismo dei paesi del nord, cambiando anche la vita di chi viveva nei paesi intorno al lago.
Adesso, quei tempi appaiono lontani e, come si dice, il presente è difficile, il futuro è incerto e viene spesso spontaneo chiedersi: ma cosa si può fare?

A Idro poi, come tutti sanno, non solo il futuro è incerto, ma anche il presente. Le opere sono vissute con apprensione, come un’umiliazione. E si è forse scelta, come reazione naturale, quella di rinchiuderci in noi stessi.
Ma il pericolo per una persona, per una comunità che parla solo con se stessa è quello di crearsi un mondo immaginario all’interno del quale tutto è positivo, con il forte rischio, però, di trovarsi poi frustrati e inconcludenti nel mondo vero.

Io credo, invece, che questo sia il momento di iniziare ad immaginare e pianificare il nostro futuro. Immaginare una comunità composta da  tutti i paesi che vivono sul e intorno al lago,  paesi che si riuniscono ed iniziano a pensare, a confrontarsi, ad esprimere idee comuni e, soprattutto, a realizzare progetti che diano forma al futuro dell’intera comunità lago d’Idro.

Nel turismo, per esempio, bisognerebbe creare un sistema tra tutti i paesi del lago e le realtà circostanti e costituire un insieme che possa generare vantaggi per tutti.
Nuove relazioni e servizi con i paesi del Trentino, con Bagolino, con Gaver, con la Valvestino, con  il Parco di Casto ecc.
Il modello può essere quello della Val Pusteria in Alto Adige, in cui, paesi diversi hanno deciso di fare un passo indietro e si sono proposti uniti, divenendo la valle dei bambini e delle famiglie con parchi giochi e attività diverse in ogni paese ma che si sostengono l’una con l’altra e che si fanno reciproca pubblicità, garantendosi un turismo qualificato tutto l’anno.

Ma questo può essere solo uno spunto; starà poi alla nostra comunità creare, nel rispetto della nostra identità, il modello turistico lago d’Idro.
Le risorse sono scarse, non creiamo doppioni. Iniziamo, almeno turisticamente, a ragionare come un unico intero paese del lago.
Ogni paese abbia la sua specificità, integrabile con quelle degli altri. E poi, spingiamo con forza per la creazione del collegamento che al lago manca assolutamente: una ciclopedonale che percorra tutta la sponda occidentale del lago e ci colleghi alle piste del Trentino e del lago di Garda.
E, con la ciclopedonale, completiamo la rete fognaria, perché il lago si salva anche con la pulizia delle acque.
E, non ultimo, considerato quanto piove, cerchiamo nuove idee per offrire ai turisti e agli indigeni modi più piacevoli di trascorrere il tempo che non siano solo le partite dei mondiali in televisione.

Una comunità più ampia è più ricca di idee e ha più forza per realizzarle. Il prolungamento e completamento della strada di fondovalle è opportuno che venga richiesto e sostenuto in modo unitario. E, in modo unitario, si dovrebbe cercare di razionalizzare i servizi comunali, per evitare inutili doppioni e per poter proporre, in tempi di forti ristrettezze, servizi che siano all’altezza delle esigenze dei cittadini.

Ma non dobbiamo perdere altro tempo: rispetto ad altre località,  vedi il lago di Ledro, siamo già in notevole ritardo e la crisi è già arrivata anche da noi. Dobbiamo cercare delle risposte, creare delle prospettive per chi vive il dramma della disoccupazione o per chi teme di viverlo.
Sempre in ambito turistico, per quanti anni ancora verranno i turisti stranieri in un lago splendido, ma che non offre i servizi che molte altre località propongono?
 
Siamo all’interno di comunità più ampie e dobbiamo avere la maturità e  l’autorevolezza di relazionarci con gli altri perché è nel vuoto del nostri progetti e della nostra identità che le minacce esterne trovano facile spazio. Non viviamo di ricordi.
Siamo Noi, non altri, che abbiamo il compito di dare un nome al nostro futuro.

Federico Ferroni - Idro


 

Leggi anche...