La Via Francigena di Angiolino: resoconto della 3ª settimana
I sette giorni con Amos sono trascorsi in crescendo (soprattutto in termini di calorie, tasso alcolemico e bucature) e per la quarta settimana sta entrando in campo Massimiliano, accompagnato dal cognato Nicolino. Dopo 21 giorni di corvèe l’Ammiraglio ha passato il testimone al Cardinale che si è aggregato al Gruppo per le restanti tre ebdomade, seguito da Eugenio (Geo), Grazia, Assunta, Cecilia e Francesco (Cisco).
Le tappe della terza settimana sono state le seguenti:
- Vitulano – Benevento (17 km)
- Benevento – Buonalbergo (23,5 km)
- Buonalbergo – Celle di San Vito (29 km)
- Celle di San Vito – Troìa (17 km)
- Troìa – Castelluccio dei Sauri (24 km)
- Castelluccio dei Sauri – Ordona (20 km)
- Ordona – Stornara (20 km)
Centocinquanta chilometri, con la prime tre tappe ancora in territorio campano e le restanti quattro in Puglia, nella provincia di Foggia.
Lasciato Vitulano, per lunga discesa e attraversata l’Oasi naturalistica Zone umide beneventane, i nostri amici hanno varcato l’imponente arco di Traiano del II secolo D.C. di Benevento.
La seconda e terza tappa sono risultate alquanto impegnative per il dislivello (800 metri la prima e 900 la seconda) su e giù per le ultime asperità degli Appennini meridionali fino ad Aequum Tuticum, importante snodo viario dove si incrociavano la Via Traiana, la Via Aemilia e la Via Herculea e da qui hanno raggiunto Celle di San Vito (Cèlles de Sant Uite), il comune più piccolo della regione e che, assieme a Faeto, accoglie una minoranza francoprovenzale. Dalla quarta tappa in avanti hanno iniziato l’attraversamento del Tavoliere delle Puglie: ad attenderli, sconfinate distese di granoturco e frumento.
A Troìa, città dalla storia millenaria che ha restituito il più antico documento nel quale nel 1024 veniva citata la Via Francigena del Sud, ha inizio anche la Via Micaelica che, deviando dal tracciato classico, conduce a Lucera e Monte Sant’Angelo per poi ricongiungersi a Castelluccio dei Sauri, nuovamente sulla Via Francigena. Questo borgo, abitato fin dall’Età del rame, nel Medioevo divenne un insediamento bizantino dell’imperatore d’Oriente Leone III Isaurico, da qui il toponimo “dei Sauri”. A Ordona, i Volontari hanno visitato il parco archeologico di Herdonia, detta la “Pompei di Puglia” dove si conservano le vestigia dell’antica città romana. La terza settimana si è conclusa a Stornara, caratteristica città dei murales e del festival del rap.
Nel Sannio, i nostri amici hanno assaporato i cecatielli, il prosciutto di Pietraroja, gli ammugliatielli e dolci tradizionali come la Pigna e i susamielli, accompagnati dal famoso liquore Strega (vero Amos?). Nella Daunia, invece, primi piatti a base zuppa con cotiche e fagioli, pancotto, ovvero pane raffermo, cotto con patate e cime di rapa, condito con aglio soffritto in olio d’oliva e, come secondi, i turcenille, ovvero involtini con budella d’agnello cotti alla brace. Il tutto innaffiato con il Nero di Troìa, dai 14 gradi in su!
Per la seconda volta, da quando c’è Amos, la joëlette si è bucata (con le ragazze non era mai successo!). I maligni dicono per il suo peso eccessivo, dovuto alle abbondanti libagioni. Dalla foto si vede che è la strada sterrata con sassi appuntiti la vera causa …
A Stornara, i nostri pellegrini sono giunti a metà Cammino ed il buon Salvatore non poteva non dedicare, come del resto tutte le altre notti, uno stornello all’evento:
Siamo “nel mezzo del cammin” della nostra via
è la tappa diciannove che abbiamo in consegna
abbiamo camminato per 470 chilometri, che vuoi che sia
ne abbiam poco meno per completare la rassegna
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Ho terminato il commento di questa giornata
però mi sovvien un’ultima riflessione in piena nottata
siamo al giro di boa della nostra camminata
da lassù sarà contento l’eterno amico della nostra brigata.
Cari lettori e amici, alla prossima!