Giovedì, 5 giugno 2025


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martedì, 3 giugno 2025 Aggiornato alle 08:45Compleanni

Festa grande per la classe 1950

di Marisa Viviani

Coscritti di Bagolino e Ponte Caffaro in festa per il traguardo dei 75 anni

 

Eh sì, è stata proprio una festa con i controfiocchi quella che la classe 1950 ha organizzato per omaggiare sé stessa per aver varcato il termine dei 75 anni, indenne o quasi, e con tutte le rotelle a posto. 

 

Ed è stata appunto la sostanziale integrità del centro di comando cerebrale che ha indotto i nostri a radunare le superstiti energie ancora integre (e prima che si squaglino), per lasciare un segno del proprio passaggio su questa Terra. 

 

Già, perché la vita è un passaggio, poche storie, la candela si sta spegnendo; ed ecco il primo degli ironici simboli autorappresentativi del proprio percorso nel mondo, accompagnata dal cinico consiglio ad acquistarne una molto lunga nel supermercato più vicino. Del resto se si doveva festeggiare era meglio non piangersi addosso, a rischio di spegnere il mozzicone restante con un fiume di lacrime. 

 

 



 

E allora ridiamo, scherziamo, pensiamo e ricordiamo. Partendo dall’inizio. Da quell’anno 1950 quando tra Bagolino e Ponte Caffaro nacquero 143 bebè “numerosi, sani e belli” ; crebbero, si stanziarono nella loro terra, alcuni si sparsero per la provincia e anche oltre, e si moltiplicarono (ma non così tanto quanto avevano fatto i loro genitori). 

 

Le loro vicende (serie, spassose, commoventi, drammatiche, ironiche, autorevoli, paradossali, impareggiabili, indimenticabili, comuni e straordinarie) sono state raccolte in immagini e scritti a testimonianza della propria presenza nel mondo, sullo sfondo della storia del paese (Bagolino) e del Paese (Italia) con i loro cambiamenti. 

Il tutto riassunto in un video fotografico dal registro colloquiale leggero e divertente, con presentazione dal vivo e commenti a ruota libera, e stampato pari pari in un libro; il tutto riassunto anche in una seconda versione musicata, rievocativa di atmosfere culturali ed esistenziali passate; e infine in un libro di testimonianze personali scritte, ancora in fase di eleborazione da completare per l’autunno, con la prospettiva di ritrovarsi in un’altra festa di chiusura (poveretti quelli del ‘50, costretti a far festa nuovamente!). 

 

Ma perché tanto can can per un compleanno datato (se non geriatrico, preciserebbe malignamente qualcuno)? Bisogna riprendere allora il filo della cronistoria di questa festa annunciata.

 

Entrati nell’anno nuovo 2025, qualcuno si rese conto di avere non solo 75 anni, ma addirittura 3 / 4 di secolo di vita, insomma di essere in un certo senso un monumento vivente, portatore di un pesante carico di esperienze, testimone storico di un mondo in forte trasformazione a cavallo tra due secoli (e due millenni): altro simbolo autorappresentativo di un’età irrimediabilmente avanzata. 

 

Superato il colpo iniziale, i nostri decisero che bisognava lasciare una traccia del proprio passaggio nella storia, fosse significativa o modesta rappresentava il segno di un’esistenza unica e originale, irripetibile: la  nostra.

 

Ecco allora l’idea di raccogliere le testimonianze di questa vita lunga 3 / 4 di secolo : ricordi, fotografie, materiali scolastici e di lavoro, eventi, interviste ecc., per farne una sorta di “documento in vita” di una generazione: di vita reale, concreta, vissuta, sofferta, menomata, rigenerata, avventurosa, gratificata, esaltante, spericolata, serena, tranquilla, complicata, felice... persa.

 

Persa. Sì, qualcuno se n’è andato prima di raggiungere il traguardo dei 3 / 4 di secolo; sono 75 i superstiti di quella stagione di nascite numerose, a cui si aggiungono coetanei del 1950 nati in altri paesi e attualmente residenti a Bagolino e a Ponte Caffaro. A chi ci ha lasciato è stato dedicato un ricordo affettuoso durante la messa, così come nel corso della proiezione dei video durante la festa.

 

E vediamola dunque questa festa annunciata, imprescindibile per la significativa meta dei 75 anni, un evento anch’esso storico per la felice fusione delle due anime del comune, quella bagossa e quella caffarese, unite in un unico festeggiamento molto partecipato, che ha visto la presenza di 50 coetanei ben disposti alla compagnia.

 

Ritrovo dei bagossi Sabato 31 Maggio a Bagolino sul sagrato della Chiesa di San Giorgio e poi tutti a Ponte Caffaro, dove già i caffaresi attendevano davanti alla loro Chiesa di San Giuseppe, e dove si sarebbe svolta la santa messa celebrata da don Bruno Marchesi, che fu curato a Bagolino, che mantenne un forte legame con il paese, e soprattutto coetaneo egli stesso nato nel 1950. 

 

- È bello vedervi qui in tanti. Siete contenti? Vedo dei bei sorrisi. – L’approccio famigliare di don Bruno alla funzione religiosa è stato molto gradito, anche in seguito per il riferimento alla bellezza della pace che consente l’incontro con tutte le genti. 

 

Dopo le foto di rito, tutti insieme davanti all’altar maggiore e i soli amici di Ponte Caffaro presso l’altare della loro Madonna di Lourdes, via con il pranzo sul lago, a godersi ore di convivialità e di bel tempo, anche con i graditi ospiti don Bruno e don Francesco Mattanza parroco di Bagolino e Ponte Caffaro. 

 

Dopo altre foto nel bel parco del ristorante con taglio della torta, qualche canto in compagnia della fisarmonica, infine la proiezione dei video di cui si è detto ha concluso la giornata tra risate e ricordi. Accantonando l’immagine di quella candela, ridotta sì ad un mozzicone, ma tuttora vigorosa e intenzionata a restare accesa ancora a lungo.

 

Foto di Luciano Saia


 

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