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domenica, 30 marzo 2025 Aggiornato alle 08:00Blog - Maestro John

Tanti auguri, suor Mariateresa Goffi!

di John Comini

Gli 80 anni di suor Mariateresa Goffi, Albino Zabbialini e lo scienziato Faggin, il tunnel-rifugio di Gavardo, altri dieci compleanni e vari eventi

 

 

1) Sabato 5 aprile è il compleanno di suor Mariateresa Goffi, classe 1945. La conosco da quando mi recavo nella casa di via Schiave dal mio grande amico Deni Giustacchini, marito della sorella Gabriella, per preparare gli spettacoli del Teatro Poetico Gavardo. Ho sempre apprezzato in lei, fra le tante qualità, la grande sensibilità, l’apertura intellettuale ed il modo di ascoltare o raccontare, sempre con il sorriso.

È nata a Muscoline -dove è stata battezzata il 10 aprile- da mamma Domenica Mora (17/7/1920-6/8/1973) e da papà Celeste (12/5/1914-23/10/1982). Era la figlia maggiore, sorella di Rina (1/5/1946-19/11/1961 salita in cielo dopo lunga malattia), del simpatico fratello Pietro (23/10/1948-12/11/2020), di Gabriella e Giovanni.

Dopo gli studi ed un periodo di lavoro come governante presso la famiglia del ragionier Cosi, ha vissuto un periodo di riflessione su cosa fare nella propria vita (pare che un ragazzo le facesse la corte). Il fratello più piccolo, Giovanni (che ringrazio per le tante informazioni), la ricorda molto amorevole nei suoi confronti, e ancora adesso la chiama “sorella-madre”. 

Come per suor Liliana Rivetta, Mariateresa viveva nella “comunità educante” del paese. C’era una grande fede, folle oceaniche partecipavano alle processioni solenni, tutti cantavano con devozione e le particole alle Messe non erano mai abbastanza.

La realtà delle missioni era ben conosciuta attraverso le numerose figure di missionari gavardesi, che portavano i racconti vivaci delle loro esperienze ai giovani e ai ragazzi. Era un’aria buona che si respirava, alla quale contribuivano anche tutte le realtà educative della parrocchia, con 3 oratori, uno maschile e due femminili, Casa San Giuseppe della Venerabile Elisa Baldo e le madri Orsoline, dove molte ragazze anche dei paesi vicini si facevano suore. Era una catechesi continua, dall’Azione cattolica al gruppo missionario. C’era un formatore eccezionale, don Angelo Calegari, che dava alle ragazze come Mariateresa un prezioso sostegno spirituale. E c’era il parroco monsignor Luigi Ferretti, dalla figura esile e dal sorriso accogliente, così aperto a questi problemi che faceva organizzare due feste missionarie: una per la Chiesa universale, una per una congregazione che cambiava di anno in anno. Di lui suor Mariateresa scrisse: “Ho capito che quello che dice, lo vive prima lui. Ho capito che l’umiltà, la bontà, la carità e tante altre virtù che lui chiede ai suoi parrocchiani, sono prima di tutto parte della sua vita, tanto da portarlo a donarsi ai fratelli continuamente.” Mia sorella Rita ricorda che la “zia Ninì” (Domenica Giustacchini) persona attiva nel gruppo missionario e appartenente alle “Angeline” di Sant’Angela Merici, faceva catechismo alle ragazze: impiegata al Lanificio, ogni giorno passava a salutare la sorella Rina, malata di cuore, che la aspettava con ansia. La “zia Ninì”, visto che Mariateresa era particolarmente vivace, mai avrebbe pensato che scegliesse la vocazione religiosa.

Ma dopo una profonda meditazione, Mariateresa scelse di diventare missionaria comboniana ed i suoi genitori acconsentirono senza remore. Il 12 settembre 1964 è entrata in convento a Verona, accompagnata dalla “zia Ninì”. Il 3 maggio 1965 ha fatto la vestizione (veli bianchi) ed il 3 maggio 1967 ha preso i voti religiosi a Cesiolo (Verona).

Per raccontare la vita di suor Mariateresa ci vorrebbe un libro; posso solo sintetizzare i suoi viaggi e luoghi da un continente all’altro, spesso con incarichi importanti.

Il 29 Settembre 1967 è partita per gli Stati Uniti, dove ha studiato e lavorato fra Richmond (Virginia) e Pennsylvania. Lo zio Sandro Mora, fratello della mamma, si recò a trovarla nel 1971.

I voti perpetui suor Mariateresa li ha pronunciati il 21 giugno 1973 in Pennsylvania.

Dal 1978 al 1987 è stata in Uganda nel lebbrosario di Alito, dove ha donato cure e amore.

Dal 1987 al 1990  è a Chicago, dove studia “counseling”, un’attività che tende a migliorare la qualità della vita delle persone. Ricordo che l’amico Deni si era recato da lei con le piccole Lisa e Nika e la zia Livia, mamma di Eleonora Mora.

Dal 1990 al 1996 per due mandati è stata eletta Provinciale per l’Africa a Kampala (Uganda).

Dal 1996 al 1998 si trasferisce in Inghilterra, a Londra.

Dal 1999 al 2005 è eletta per due mandati Provinciale per l’America a Richmond (USA) dove la sorella Gabriella si è recata a trovarla per un periodo. 

Dal 2005 al 2008 a Londra è eletta Provinciale per l’Europa del Nord.

Dal 2009 al 2015 è eletta per due mandati Superiora a San Felice del Benaco: la

stupenda casa delle Comboniane è stata punto di riferimento per chi cercava un luogo di tranquillità e di silenzio, méta di seminari, ritiri spirituali, corsi di formazione ma anche di riposo per le suore di ritorno dalle missioni. Dopo 85 anni nel 2022 sono subentrate le Carmelitane Scalze di Verona.

Dal 2015 suor Mariateresa è stata Superiora a Limone del Garda, Casa Natale di San Daniele Comboni, svolgendo un prezioso servizio di incontri e di approfondimento spirituale.

Dallo scorso anno è impegnata a Verona nella casa generalizia di Cesiolo, dove è responsabile di un progetto per seguire le consorelle anziane con problemi di salute.

Ricordo che suor Mariateresa, attraverso il Bollettino Parrocchiale “Il Ponte”, inviava lettere intense e struggenti, come questa datata 22 febbraio del 1979: parla del lebbrosario di Alito, dove aveva prestato servizio anche suor Liliana Rivetta.

“Gavardesi carissimi, desidero anzitutto assicurarvi che le vostre offerte specificamente date per le Missioni, sono andate a beneficio non solo dei lebbrosi di Alito, ma pure di tanti vecchi soli, di vedove con bambini orfani, di  ammalati di lebbra che non hanno l’aiuto di un centro come il nostro. A nome di tutti questi fratelli e mio, grazie di cuore. L’Uganda è sotto molti punti di vista, un Paese meraviglioso. In certi posti la natura e la vegetazione sembrano voler supplire alle tensioni politiche e alle debolezze umane. Anche Alito, il lebbrosario nel quale mi trovo ormai da qualche mese, è tutto un fiore! Tutto intorno è un mondo di colori caldi e vivaci, tipicamente tropicali sono gli alberi ricchi di frutta e il caldo veramente estivo. Quando ho accettato di venire e continuare la mia vita missionaria fra questi fratelli, il pensiero delle piaghe e delle deformazioni causate dalla lebbra, e soprattutto il pensiero dell'odore fetido causato dalla cancrena, bloccavano un po’ il mio entusiasmo. Quale è stata invece la mia sorpresa nel constatare che in questo posto è più familiare il profumo dei fiori che la puzza delle piaghe...Certo, c’è anche quella, ma ci sono già abituata. Veramente mi sono sentita presto a mio agio fra questi fratelli che mi hanno subito accettata fra loro. Questo è un centro dove si curano 5889 ammalati di lebbra dei quali 849 bambini. Io ho la responsabilità dell'ospedale (non certo da confrontare a un ospedale europeo) dove gli ammalati vengono portati quando hanno complicazioni causate dalla lebbra; diversamente vengono seguiti e curati da una suora, nei 180 dispensari i quali, nella maggior parte dei casi, non sono che un punto di ritrovo sotto una pianta. Un giovane medico indonesiano divide il suo tempo fra l'ospedale, cioè la sala operatoria, la clinica delle ulcere, il giro dei malati e i 180 dispensari. Siamo coadiuvati nel lavoro da 48 ammalati di lebbra, attualmente controllati da sulfamidici preparati a questo scopo. Vi assicuro che il lavoro non manca; devo pure assicurarvi che il mio è più un ricevere che un dare; o, meglio, un vero scambio di beni. La pazienza, la serenità, l’ospitalità, il desiderio di essere utili che vedo in questi ammalati nonostante i loro limiti, mi sono di continuo esempio. Ammiro anche la loro forza nel soffrire e accettare una situazione politica, ambientale ed economica che non è certo delle più facili. Qui si tocca con mano la realtà meravigliosa che Gesù è venuto a portare la salvezza a tutti gli uomini, e che Lui vuole continuare a salvare per mezzo nostro, oggi. E mentre ci sforziamo di sanare nel Suo Nome, noi siamo a nostra volta, guariti dal nostro egoismo, dalla nostra autosufficienza, dalla nostra "superiorità", dal nostro efficientismo, proprio da questi nostri fratelli che noi pensavamo da meno di noi e ai quali pensavamo di poter portare la nostra “elemosina”...Che esempio!...Uniti nella preghiera ringraziamo il Padre dal quale ci viene ogni consolazione perché a nostra volta possiamo consolare chi è nel dolore. Vi saluto con tanta riconoscenza, Suor Mariateresa Goffi”

Mi piace ricordare alcune parole della lettera che suor Mariateresa scrisse dagli Stati Uniti. “Arrivo negli Usa con suor Enrica Facoetti il 29 settembre 1967 e subito il Paese mi sembra immenso…Poi l’impatto con quel mondo che non capivo, a partire dalla lingua; ma la comunità, accogliente, mi è stata di grande aiuto…
Di quel periodo ricordo eventi drammatici, come l’assassinio di Martin Luther King e del senatore Robert Kennedy nel 1968, la guerra in Vietnam e, nel 1974, l’impeachment del presidente Richard Nixon. Eppure era anche un periodo di liberanti trasformazioni nella vita sociale, con l’avvento dei “figli dei fiori”, e in quella religiosa, segnata da esodi laceranti dopo il Concilio Vaticano II ma anche da uno spirito nuovo, con cammini di “formazione continua” a tutti i livelli: nelle nostre comunità, con consacrati e consacrate di altre congregazioni, e a livello di diocesi.
Ho vissuto quegli anni soprattutto a scuola e nella casa di riposo, a contatto della classe media; così ho maturato l’impressione che la vita negli Usa fosse ricca, indipendente e bella. Ma quando vi sono tornata nel 1987, ho scoperto una realtà ben diversa!
Dopo nove anni in Uganda, segnati dalle ansie e dalle paure della guerra, arrivo a Chicago, una grande metropoli del Midwest con più di 7 milioni di abitanti, segnata da un divario scandaloso fra ricchezza e povertà. Dal ritmo lento dell’Uganda alla frenesia di Chicago, mi sentivo lentissima, come se tutti mi sorpassassero sia in auto che nella vita….La nostra comunità alloggia in una casetta ricavata dalla stalla della villa di uno dei sindaci di Chicago e inserita in un quartiere afroamericano. La parrocchia è nella zona povera a sud della città e raccoglie lo 0,25% dei cattolici dell’area. Proprio qui incontro l’altro volto degli Usa: una povertà degradante e senza dignità. L’altra nostra comunità di Chicago è inserita fra i latinoamericani, molti dei quali privi di documenti e quindi sfruttati e senza diritti. Ma un volontariato attivo a tutti i livelli provvede tanta assistenza. L’intensa immigrazione, in prevalenza dal Messico, stava cambiando la società e molti immigrati rivendicavano i propri diritti, compreso il riconoscimento dello spagnolo come seconda lingua nazionale. Proprio in questo periodo partecipo ai movimenti per i diritti dei più poveri e un giorno, a Chicago, assisto a un comizio tenuto da Barack Obama, che un giorno sarebbe diventato presidente. Anche le nostre comunità cambiano: aumentano l’età e la multiculturalità, soprattutto fra le giovani… Riparto per l’Uganda nel 1990 e torno di nuovo negli Usa nel 1998, nella stessa comunità di Chicago: ma siamo solo tre suore, senza giovani studentesse. Pochi mesi dopo rimaniamo in due e nel giugno 1999 io, eletta superiora provinciale, mi trasferisco a Richmond…Noi comboniane abbiamo attraversato l’Atlantico e arricchito le zone che ci hanno accolto, come loro hanno arricchito noi. Abbiamo contribuito a difendere i diritti umani degli afro e dei latinos, mentre beneficiavamo di una preparazione professionale di qualità. Gli studi al college, lontane dalla comunità, erano una grande sfida, ma rafforzavano la nostra identità missionaria e comboniana…In tre periodi diversi, ho vissuto ventun anni in tutto negli Usa, e ciò mi aiuta a percepire la complessità sociopolitica, sociale, religiosa ed economica di questo grande Paese, e farne oggetto di preghiera e di gratitudine.”

In un incontro a Salò nel 2018 “La Terra è di tutti: comprendere le migrazioni” promosso dal gruppo di lettura “Segna-Libro” e dalle associazioni “La Rosa e la spina” e “Non solo otto marzo”, suor Mariateresa ha detto: «In questi anni ho potuto godere della gioia missionaria del dare e ricevere. É stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita, facendomi riconoscere il volto di Dio nei fratelli e nelle sorelle meno fortunati e capire che chi è diverso da noi ci fa paura semplicemente perché non lo conosciamo».

Mille grazie, suor Mariateresa, per la gioia evangelica che hai sempre trasmesso a tutti noi e per essere stata sempre vicino agli ultimi ed agli emarginati. E mi commuovo al pensiero di quando, insieme a don Flavio Saleri e ad altre buone persone, avevi accompagnato a Gavardo suor Liliana Rivetta dopo il suo martirio in Uganda. «Ci siamo aiutati con la preghiera perché la commozione era tantissima».

Auguri, suor Mariateresa! Mi dicono che sabato farai festa con i tuoi familiari, e che domenica sarai al 50° di nozze dei miei amici Gabriella e Deni…Evviva!

 

 

 

2) Albino Zabbialini, ex sindaco di Muscoline e persona davvero cordiale e profonda, mi ha inviato un messaggio perché venerdì sera Rai3 trasmetteva il documentario

“Federico Faggin, l’uomo che vide il futuro”. Faggin è uno dei geni del nostro tempo, celebrato come Marconi e Fermi: fisico, inventore e imprenditore italiano di successo, è stato protagonista assoluto della Silicon Valley come padre del microprocessore e del touchscreen.  Oggi è un pensatore atipico, un innovatore che riflette sui limiti della tecnica: la scienza studia le macchine, ma non spiega la coscienza ed il libero arbitrio. In un’epoca dominata dall’intelligenza artificiale e dalla potenza degli algoritmi, Faggin ci ricorda che solo se guidata da libertà, creatività e responsabilità, la tecnologia può essere davvero al servizio dell’uomo. Ricordo che, grazie alla generosità di Albino Zabbialini (a cui mando un grande abbraccio), Faggin a settembre era intervenuto in un Salone “sold out” per parlare di “Scienza, Coscienza e Libertà”: in quell’occasione a tutti era stato regalato un suo libro. Io ed molti altri, non potendo entrare in teatro (manco fosse la Signora Maria!) siamo stati costretti a vedere la conferenza in diretta su internet. Ah se davvero noi umani smettessimo di competere con gli altri ma cercassimo insieme una vita migliore!

 

 

3) Nello Prati (la cui moglie è di Bagolino) mi ha ricordato che una volta a Gavardo esisteva una galleria-rifugio sotto il Monticello che da Via Giovanni Quarena (dove abitava l’amico coscritto Giusy Lazzarini) giungeva a Via Fornaci Vecchia dopo la casa Ferretti. L’amico Antonio Abastanotti (che ringrazio) mi ha scritto che è stata costruita dal 1943 al 1945 e che il materiale estratto venne portato sull’Isolo, dove vennero portati anche i detriti del tragico bombardamento. L’amica Anna Bendotti, gentilmente informatasi presso Giusy e Cesare Ferretti, ha saputo che dalla galleria si dipartiva un altro tunnel che giungeva fino in via Carera. In ogni caso le gallerie-bunker furono poco utilizzate e solo dagli abitanti delle case adiacenti. Si racconta che dopo la guerra erano usate dai ragazzi per i loro pacifici giochi.

 

 

4) Oggi compie gli anni in cielo Madre Maria Rosa Avanzi, nata il 30 marzo 1913. Quanti bambini ha visto nella sua vita: tra quei bambini c’ero io. All’asilo delle suore Orsoline eravamo divisi in piccoli, mezzani e grandi, i piccoli erano i “pisóni”. Oltre a Madre Rosa c’era suor Guglielmina, piccola come noi. E poi c’erano madre Francesca, suo Imelda, suor Benedetta e madre Crocifissa. Quando pioveva cantavamo: “Oh Madonnina santa abbi di noi pietà, un po’ di sole per carità…”così per ore e ore, fino a quando il sole aveva pietà di noi… Madre Rosa si era trasferita a Capriolo (dove è Vicario parrocchiale il gavardese don Francesco Bertuetti) nello stupendo castello-convento che domina il paese e occupa la parte sommitale di una collina: è salita in Paradiso il 15 marzo 2005.

 

Oggi è pure il compleanno dell’amico Massimo Scalvini. “Massi” è figlio di Gino e della Evelì Poletti ed è fratello di Marcello. Ha sposato la bella e simpatica Germana Moreni ed insieme hanno creato una bella famiglia con le figlie Anna e Simona, che hanno donato loro due splendide nipotine. Massi s’era diplomato presso l’Istituto Alberghiero di Gardone Riviera, con Aldo Abastanotti, Carlo Bresciani detto Charlie, Eugenio Grumi detto Geo e ad Ennio Beltrami. Ha lavorato da cuoco all’Ospedale di Gavardo, e come la moglie si è sempre impegnato nell’Avis, facendo parte del mitico gruppo ciclistico. Erano grandi amici dell’indimenticabile Mirco Comini e della sua famiglia. Massi è simpaticissimo, mi dice che i miei articoli sono così lunghi che li legge in bagno perché gli fanno un effetto positivo per liberare l’intestino. Beh, almeno il mio blog serve a qualcosa! Massi è milanista, quindi è in quaresima come noi juventini. 

 

Lunedì compie gli anni il sottoscritto. De Mello ha scritto “La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati a fare altre cose”. E nel film “C’eravamo tanto amati” un personaggio dice: “Il futuro è passato e non ce ne siamo nemmeno accorti.” 

Lunedì compie gli anni anche il mio coscritto Carlo Giovannini, che incontro spesso sulla Via Romana (ma lui è atletico, e sale spesso in montagna). Carlo ha sposato Marina ed ha una bella figlia, Michela. Il 31 marzo auguri anche al “grande” Luigi Torri, cugino di Carlo e marito di Ornella Soncina: hanno avuto due gemelli, Luca e Monica. Luigi detto Gigi si è sempre impegnato per la comunità, il papà faceva il barbiere accanto all’Albergo Braga. 

 

Sempre lunedì compie gli anni la mia amica Daniela Viola. Sorella del musicista Maurizio, abitava a Mocasina con la mamma ed è stata per molti anni mia collega nella fantastica Scuola di Prevalle San Zenone, poi si è trasferita a Soiano dove ci siamo incontrati varie volte per spettacoli con i bambini nel meraviglioso castello. 

 

Martedì in Paradiso festeggia il compleanno Padre Ezio Bettini, missionario comboniano. Nato il 1° aprile 1951, da bambino era stato tra gli studenti del maestro Piero Simoni, come Silvio Lauro, Ivano Maioli, Pierino Massolini, Luciano Monchieri, il caro Silvano Baronchelli e tanti altri. Poi si è innamorato del messaggio di Comboni, che diceva: “Salvare l’Africa con l’Africa”. Ordinato sacerdote il 24 giugno 1978, ha vissuto la sua vita missionaria per 23 anni in Sud Sudan, in tempi di guerra e di grandi difficoltà per quel martoriato paese (e purtroppo ci sono ancora segnali di altre violenze). Negli anni vissuti in Italia ha lavorato come promotore di vocazioni missionarie e come incaricato dei laici comboniani. Per 9 anni è stato a Milano amministratore della comunità comboniana dei missionari anziani, non autosufficienti e malati (“combattenti reduci della missione!” diceva). Caro padre Ezio, ho sempre apprezzato le tue omelie durante le Messe, la tua voce serena ma ferma che scuoteva le coscienze, una voce che parlava di una società cosiddetta cristiana ma che spesso è indifferente se non complice delle ingiustizie nel mondo. Come non ricordare padre Giampiero Baresi, don Pierluigi Murgioni, don Giovanni Arrigotti, don Luigi Franceschetti e tutte quelle persone che hanno speso la vita per l’annuncio del Vangelo, discepoli e testimoni dell’amore di Gesù per l’umanità intera? Caro padre Ezio, ti sei sempre impegnato per le adozioni a distanza in Sud Sudan, perché mai e poi mia hai dimenticato quella terra di conflitti etnici e di forti contrasti. Hai sempre portato nel tuo animo la tenerezza per quella gente, così lontana e così vicina. Improvvisamente sei tornato alla casa del Padre il 23 maggio 2022: il tuo grande cuore si era fermato, un cuore che ha vissuto sempre per i poveri, gli ultimi, i diseredati della Terra. Ciao, padre Ezio, ora potrai cantare le lodi al Signore insieme a suor Liliana Rivetta, nell’infinito azzurro del cielo.

 

Mercoledì compie gli anni l’amico Sergio Baronchelli, dallo spiccato senso estetico; ama raccontare mille aneddoti su personaggi e vicende del paese, conosce storie di ieri e di oggi e quando me le racconta lo ascolto ammirato. Architetto e juventino di razza, Sergio era un virtuoso del pallone, tant’è che tutti lo chiamavano “Sivorino” per la sua eccelsa tecnica, per i suoi dribbling ubriacanti e per la sua visione del gioco. 

 

Favolosi auguri a Mario Lazzaroni, nato il 2 aprile 1947 e coscritto di mio cognato Luigi Avanzi. Ha fatto la naja a Cuneo e poi a Sondrio nell’artiglieria alpina, il 9 maggio del 1970 (festa della mamma) ha sposato Maria Ferraboli con la quale ha formato una bella famiglia. Mario racconta che ha lavorato all’Enel (i suoi amici sorridono alla parola “lavorato” e infatti lo chiamano “Lasarù”…), e da bambino lo vedevo alle Acli quando chiacchierava con gli amici, con la sua voce tonante. Era un bravo calciatore nell’USO Gavardo. Da più di 30 anni suona i piatti nella mitica Fanfara Alpina Valchiese ed è volontario dell’AVG. È talmente innamorato della moglie che ha esclamato in presenza di vari testimoni: «Se ghès de turnà endré la spuserese apò prima!». Questo sì che è amore!

 

Giovedì 3 aprile compie gli anni Franco Agostini, classe 1928, persona cordiale ed apprezzata da tutta la comunità. Con la moglie Anna Tedoldi (che ci ha lasciati a gennaio) gestiva la bella salumeria-drogheria sotto i portici di Piazza Zanardelli. L’amico Antonio Abastanotti ricorda che sua moglie Maria aveva collaborato in negozio, stimata dai proprietari e dai clienti: era contenta di questo lavoro, che le dava anche modo di essere a contatto con molta gente. Franco è sempre stato un esperto apicultore, dalle api ha sempre ricavato un miele eccellente. Augurissimi!

 

 

Alcuni eventi:

* oggi, domenica, a Villanuova nella Chiesa di San Matteo dalle 14 alle 18 “Mercatino (di tutto un po’)” con la Parrocchia e la Caritas e con la mitica maestra Franca Loda, per raccogliere fondi a sostegno delle famiglie in difficoltà (anche lunedì 31 marzo)

* oggi a Villanuova al Cine-Teatro Corallo ore 17 e ore 20.30 “Susan e il Libro Magico” favola danzante nell’Universo Disney, spettacolo musicale ideato dal gavardese Enrico Bertoldi, con i ballerini della Candies' Academy (coreografie di Alessandra Dolcetti)

* oggi a Villanuova nell’Auditorium Garda Sala “E. Duse” ore 20 film “Fremont” per il Cineforum “Pratiche di pace” presentato dall’Ass.ne culturale “larosaelaspina” (ingresso gratuito, info 334.1405014 / larosaelaspina@gmail.com)

* lunedì a Idro all’Istituto d’istruzione superiore “Giacomo Perlasca” il Collettivo “10dieciventi20” porta in scena l’ultimo discorso di Giacomo Matteotti alla Camera dei deputati: al mattino per gli studenti, in serata aperto al pubblico 

* martedì a Roè Volciano in Auditorium ore 17.30 per l’Università del Tempo Libero “Una manovra per la vita-impariamo a prevenire il soffocamento e a liberare le vie aeree da corpi estranei” con la Dott.ssa Ilaria Doneddu Responsabile Centro di Formazione Emergenza SIMEUP

* martedì a Gavardo in Santa Maria ore 20.30 Lectio di Quaresima “Parole di Speranza”: “Cura” con il mitico don Luca Galvani (per le Parrocchie dell’Unità Pastorale “Madre Elisa Baldo”)

* mercoledì a Gavardo al Centro Sociale dalle 14.30 alle 17 laboratorio del cuoio con il mitico Cisco (info Anna 0365.32522)

* mercoledì a Sopraponte in Oratorio ore 20 Torneo di Burraco 4 smazzate: 3 turni Mitchell, pausa con rinfresco, 1 turno danese, 15 € a coppia, iscrizioni: Mariagrazia 3475616298, Mariangela 3467829964, Giovanni 3394996199 (solo messaggi WhatsApp) stop al raggiungimento di 18 tavoli, ma dicono sia già sold out

* mercoledì a Sabbio Chiese nella Sala Consiliare del Comune ore 20 "Femminilità in crescita", dedicato alle ragazze delle scuole medie e condotto dalla dott.ssa Giada Bianchi (Ostetrica) e dalla dott.ssa Nadia Ebenestelli (Psicologa dell’età evolutiva) per il ciclo “Prenditi cura di te”, ingresso libero

* giovedì a Soprazocco all’Oratorio S. Luigi Gonzaga al Punto d’Incontro dalle 14.30 alle 16 incontro con il Dott. Gianni Filippini rivolto alla cittadinanza per domande e consigli sulla salute (anche il 17 aprile, info Pierino 340 3332823)

* giovedì a Salò in Biblioteca ore 20.30  “Sulle Alpi - un viaggio sentimentale” a cura di Daniele Zovi, scrittore e divulgatore in campo forestale (per la rassegna del Club Alpino Italiano)

* giovedì a Gavardo in Biblioteca ore 20.45 “Spesa senza sprechi nel rispetto dell’ambiente” con la Dott.ssa Michela Bulgari, Biologa nutrizionista (per la rassegna Civis Gattopardo, il presente sostenibile: le scelte che fanno la differenza) info 0365 377462 cultura@comune.gavardo.bs.it

* giovedì a Villanuova nella Sala Consiliare ore 20.30 “Delitto in maschera – Un’indagine del giudice Albertano” presentazione della graphic novel di Enrico Giustacchini e Michele Avigo, modera lo storico Paolo Catterina

* venerdì a Gardone Riviera al Vittoriale ore 21 spettacolo teatrale  “La bolla” tratto dal libro “Autismo, pensieri e parole” a cura di Federica Belleri, regia di Francesca Martinelli: attraverso i racconti autobiografici di genitori, fratelli e sorelle, la Compagnia “Emozioni tra le righe” porta in scena frammenti di vita reale per abbattere il muro dell’incomprensione e avvicinare tutti a questa realtà

(partecipazione gratuita previa iscrizione obbligatoria tramite il link  Il Vittoriale degli Italiani  bit.ly/41swp77) il ricavato delle offerte sarà destinato all’Associazione di familiari di persone con disabilità "Sotto lo stesso cielo", per info contattare Elisa al numero 345.4591725

* sabato a Gavardo al Campo Sportivo dalle ore 16 “Open Day Attività estive” per scoprire le attività estive nel Comune: stand informativi, merenda per tutti e aperitivo (gli educatori di “Voiceout” presentano le attività per gli adolescenti) info comunicazione@ponteversogavardo.it 

* domenica a Villanuova nell’Auditorium Garda Sala “E. Duse” ore 20 film “The Old Oak” di Ken Loach, ultimo appuntamento del bel Cineforum “Pratiche di pace” presentato dall’Ass.ne culturale “larosaelaspina” (gratuito, info 334.1405014 / larosaelaspina@gmail.com)

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese!

 

maestro John

 


Nelle foto: 

1) Suor Mariateresa incontra Papa Giovanni Paolo II in Uganda

2) Suor Mariateresa col fratello Giovanni

3) Madre Rosa Avanzi (sul fondo) alle Prime Comunioni

4) Massimo Scalvini  (con gli occhiali) mentre si distrae durante la Messa…

5) Padre Ezio Bettini alla Prima Messa a Gavardo, con i genitori, don Angelo Marini e don Francesco Zilioli

6) Mario Lazzaroni (il 3° accosciato da dx) quando giocava nel Gavardo


 

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