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giovedì, 16 gennaio 2025 Aggiornato alle 17:55Eventi

Sant'Antonio Abate patrono degli animali

di Gianpaolo Capelli

Antonio, Tony. Tonino, Tone... è fra i nomi più utilizzati nei battesimi, ma anche fra quelli più pronunciati sia in italiano che nel lessico dialettale. E si festeggia, come a Darzo

 

 

Non per caso gli Antonio e le Antonine hanno ben due onomastici nel calendario: il tredici giugno Sant’Antonio da Padova il Taumaturgo, nel cuore di tutti, ma c’è anche quello che si festeggia proprio il 17 gennaio, ovvero Sant'Antonio Abate, protettore degli animali.

 

È questa una festa anche per i contadini, che si ritrovano per fare benedire i loro animali, senza mancare di festeggiare con pranzi e cene conviviali, degustando i buoni prodotti, meglio se nostrani e cresciuti in casa.

In molti dei nostri paesi il piatto forte è la trippa, immancabile alla festa di San Romedio in Val di Non.

 

Brevemente: Antonio abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa. 

Nato a Coma, nel cuore dell'Egitto, intorno al 250, a vent'anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. 

Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l'Oriente. Anche Costantino e i suoi figli ne cercarono il consiglio. 

 

La sua vicenda è raccontata da un discepolo, sant'Atanasio, che contribuì a farne conoscere l'esempio in tutta la Chiesa. 

Per due volte lasciò il suo romitaggio. La prima per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Daia. La seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Conciliio di Nicea. 

Nell'iconografia è raffigurato circondato da animali domestici (come il maiale), ma in generale è protettore di di tutti gli animali.

 

Anche se le feste infrasettimanali sono state spostate più o meno alla prossima domenica o a quella successiva, i contadini ci tengono a festeggiare il Santo nel giorno in cui cade la sua festività: il diciassette gennaio appunto.

Innumerevoli i paesi dove i parroci e i frati (sono sempre di meno) si ritrovano ad impartire le loro benedizioni, direttamente in stalla o in luoghi dove gli animali vengono portati per l’occasione.

 

Un esempio è quello di Darzo, nella Valle del Chiese, davanti “Al Capitel de Sant'Antone” in centro al paese, a ridosso della bottega di alimentari di Romano Beltrami di una volta. 

Qui a mezzogiorno il parroco benedice gli animali, per la verità pochi perchè le stalle in paese non ci sono più, e la benedizione la prendono doppia gli animali domestici che sono la compagnia di tante persone.

 

Come da previsioni tempo bello assicurato e gli alpini di Darzo, alla guida del Capogruppo Elvio Giacometti, ci daranno dentro a “trisar” una ottima polenta carbonera, naturalmente con il salame di quel maialino che è stato benedetto l'anno scorso e che quest'anno nel “pastom” la fa da padrone per dare sapore e vigoria alla polenta de Sant'Antone.

Polenta su prenotazione.

 

Auguri a chi festeggia “Sant'Antonio del porcello”, buon onomastico e buona festa a tutti i contadini, augurando loro un’annata prospera e piena di raccolti soddisfacenti.

 

Gianpaolo Capelli.

 

Foto 1 Darzo la casa decorata di fianco al Capitel che ricorda il lavoro e le miniere di Darzo.

Foto 2 Sant'Antonio Abate terracotta di proprietà di Valerio Gianni Baitoni.

Foto 3 Capitello di Sant'Antonio

foto 4 Capitello di sant'Antonio particolare.

Le foto sono di Capelli Videotecnica di Condino.


 


 

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