Sabato, 13 dicembre 2025


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lunedì, 22 luglio 2024 Aggiornato alle 06:38Lettere

Un guerriero senza armi

di Marina Corallini

Comincio con la sua data di nascita 09-04-1971. 

E quella della sua morte 30-06-2024.Si chiamava Stefano Bonomini, aveva 53 anni


 

 

Voglio ricordare Stefano con un mio pensiero personale: lui aveva una malattia genetica con il nome di Fibrosi cistica, con poche speranze di vita. 

Ha dovuto lottare dalla nascita alla fine senza respiro per vivere, con terapie massacranti, con impianti igienico-sanitari a casa con sacrifici enormi da parte di mamma Caterina e papà Luigi.

 

La sua vita è stata un percorso pieno di drammi, fra ospedali e cliniche, con maggiore ricovero a Verona dove era sempre seguito.
Però, nonostante tutti questi intoppi, voglio sottolineare il suo attaccamento allo studio, sempre con l’ossigeno appresso per respirare. È così riuscito a laurearsi e a diventare docente alle Superiori, con grande tenacia.
 

Racconto un pezzo del suo percorso.

A Novembre del 2014 a lui si deve la fondazione, con un gruppo di giovani di Bione che riesce a coinvolgere, dell’Associazione culturale “BiùCultura”. 

Ne diventa il primo presidente ed è lui a volere fotemente la mostra “Bione Corna Nibbia 5000 anni fa in Valle Sabbia”, grazie alla quale venne pubblicato un ricco catalogo.
 

Poi termina il suo impegno, nell’associazione che proprio quest'anno celebrerà  i 10 anni della nascita.
Così l’ho visto e sentito io: un guerriero che ha fatto la guerra senz’armi contro se stesso, sempre ferito, facendosi del male per non morire.
La diagnosi di questa malattia prevede che non siano molti a sopravvivere così a lungo. Lui però ha fatto di tutto e di più, combattendo la sua guerra per sentirsi felice ogni volta che poteva affermare: “Ce l’ho fatta”.

 

Poi una ricaduta dopo l'altra, senza mai fermarsi nella sua voglia di combattere. Csoì decide anche di sposarsi e diventa padre di un bellissimo bambino che, per grazia divina, chiamerà Giovanni Paolo. Ora ha 8 anni.
Nella sua battaglia non si ferma: dopo lunga attesa arriva un polmone compatibile.
Col nuovo respiro altro coraggio: acquista casa per il suo futuro e quello del figlio.
 

Nuova ricaduta, questa volta è una meningite, supera anche quella.
Arriva infine il crollo: il guerriero ha dovuto depositare le armi e non gli è restato che attendere con consapevolezza che si compisse quel destino segnato fin dalla nascita.
Il 30 giugno conclude il percorso del guerriero senz’armi.

 

Ho presenziato al suo funerale e sono rimasta meravigliata: con tutto il suo operato non c'era  nessuno a spendere una parola per lui.
Una mancanza che non gli ha reso giustizia. 
 

Stefano non era un ragazzo invisibile, di carattere forse troppo permaloso: tutti noi abbiamo aspetti della nostra personalità difficili da accettare.
 

Io Stefano lo io lo ricordo così: malato grave dal giorno della nascita fino alla fine, con una gran voglia di dimostrare a tutti, soprattutto a se stesso, di riuscire comunque nella vita.
Stefano, per me sei stato un grande guerriero.

 

Con affetto
Marina Corallini

 


 

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