Viaggi e miraggi
Egregio direttore, un tempo si chiamavano semplicemente “gite scolastiche”, oggi “viaggi d’istruzione”...
...Nomi diversi per indicare esperienze importanti, momenti di crescita e di condivisione che rimangono nella memoria dei ragazzi. Tuttavia, negli ultimi anni, i costi di queste iniziative stanno diventando sempre più proibitivi.
Si moltiplicano le proposte di soggiorni di 3 o 4 notti, anche all’estero, con quote che raggiungono facilmente i 450-500 euro.
Una cifra pesante per molte famiglie, che infatti chiedono – attraverso i figli – la possibilità di dilazionare il pagamento o di ricevere un sostegno economico dalla scuola.
Mi domando se gli insegnanti accompagnatori, che non devono sostenere alcuna spesa, si rendano davvero conto dell’impatto economico delle loro scelte.
E se una sola famiglia trova il coraggio di chiedere una rateizzazione, quante altre preferiscono tacere per non esporsi, pur affrontando grandi difficoltà?
Le gite scolastiche devono rimanere esperienze inclusive, accessibili a tutti.
Non servono mete “blasonate” per creare un ricordo indimenticabile: il nostro Paese offre città splendide, raggiungibili in poche ore e ricche di cultura.
Ciò che conta davvero per i ragazzi è stare insieme, non la distanza percorsa o il prestigio della destinazione.
Confido che scuole e docenti possano riflettere su questi aspetti, affinché nessuno sia costretto a rinunciare a un’opportunità formativa per ragioni economiche.
Cordiali saluti
Lettera firmata






