03 Maggio 2015, 09.17
Valsabbini

Pierfranco, il custode del lago d'Idro

di Mirella Prandelli

Ci sono delle persone che lasciano il segno, che vedono oltre i tuoi occhi, che colgono le fioriture della tua mente: quelle persone che hai la sensazione di conoscere da tutta la vita


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Pierfranco Bolandini fa parte di questa non meglio specificata categoria.

Oggi si divide fra la professione di erborista, che porta avanti nella sua bottega di Ponte Caffaro, e la sua vocazione di guida-custode del Lago di Idro. Nato a Bagolino in una data speciale, palindroma, il 25 maggio dell'anno 1952, da otto anni a questa parte, ogni primo sabato del mese fa l'accompagnatore lungo il periplo del Lago di Idro, iniziativa da lui stesso fondata.

«Ti do subito una splendida notizia! Oggi ho visto che due bellissimi cigni del lago sono in dolce attesa, ho scovato quattro belle uova.
Li ho chiamati Giulietta e Romeo!» queste le sue prime parole dopo i saluti, prima della nostra conversazione.

G- Come nasce questa iniziativa del periplo?


PB- A 20 anni sono partito e ho girato il mondo in cerca di ulteriori risposte spirituali, nonostante fossi già molto appagato dall'incontro con Dio. Fu in un monastero della Corea, accanto ad un lago, che avvertii qualcosa di speciale: qui venivano fatti dei lavaggi con l'acqua, delle cerimonie, delle preghiere per purificare le energie dell'uomo.
Una volta a casa ho deciso di portarlo nel nostro territorio, in cui la natura ci offre le stesse proprietà.
Poi piano piano si è creato un gruppo, unito da sensazioni molto intense. Siamo sempre di più: coppie, single, famiglie, persino cani addestrati a raccogliere rifiuti!

Parla di Blu, un cagnolino che si diverte a raccattare bottiglie di plastica abbandonate e non si perde nemmeno un giro, con la sua compagna di vita Mariarosa.

G- Cos'è che ti motiva da otto anni, ogni primo sabato del mese?

PB- Chi fa il giro del lago chiude un cerchio e diviene un messia tribale: significa che trasmette questa energia a tutto il suo clan, alla sua famiglia. Si tratta di un pellegrinaggio fatto per se stessi e per gli altri.
Non siamo fatti per vivere da soli, sconnessi. Il contatto dell'acqua ci purifica e lei, che percepisce quest'amore, ci ringrazia con la sua grande presenza.

G- Che valore ha per te la spiritualità?

PB- Conta il 95% della mia vita.
Ho avuto due grandi maestri spirituali. Uno è immenso ed intangibile, Dio.
L'altro è Padre Moon, un maestro che ho conosciuto in Inghilterra e che mi ha cambiato la vita, con i suoi grandi insegnamenti.

L'Inghilterra è solo una delle tappe della vita di Pierfranco: dopo il servizio militare, conscio del fatto che il lavoro industriale era deleterio per la natura dell'uomo, parte come volontario di pace per il mondo.
Inizia a Napoli come guida spirituale, poi si ritrova a pubblicizzare la conferenza di pace Forgive, Love and Unite di Washington, era il 1976.
Rientra in Europa, dove fonda in Albania la Federazione della Pace (tuttora esistente) e si sposta in Svizzera, patria della moglie, in cui viene nominato presidente della Colonia libera italiana.

G- E dopo tutto questo peregrinare, sei rientrato nella tua bottega. Come mai?

PB- Sì, sono qui perché, come mi disse il mio maestro, alla fine si deve tornare a casa.
Sono tornato per lavorare per la mia comunità e trasmettere questa filosofia di vita, questa consapevolezza d'umanità.
Agisco e vivo per questo e, prima o poi, vorrei provare ad abbattere le barriere del nostro mondo. Vorrei formare un gruppo per andare sui confini che dividono i popoli, quello della Corea, quello tra il mondo arabo e quello ebreo.
Devono essere questi i nostri obiettivi finali, altrimenti viviamo solo per noi stessi e non ha senso.

Troppe storie, troppo intense per qualche umile riga.
Queste cose esistono e si avvertono, bisogna solo trovare qualcuno che ce le mostri per davvero, qualcuno che lungo il sentiero del lago, ti invita a mangiare le primule «che sono ricche di potassio!», diceva.
Al prossimo giro.




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