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giovedì, 16 febbraio 2012 Aggiornato alle 10:00Ricordi

E le radio private?

di Nerino Mora
Che fine hanno fatto le radio private? Quelle sorte negli anni Settanta del secolo scorso? Il nostro Nerino prova a ricordare.

In una giornata uggiosa il vecchio vinile gira sul piatto, ultimo modello del tempo trascorso.
Sbuca con un foglio di protocollo un ricordo ingiallito, dei numeri telefonici.
Sono le radio private valligiane di allora.
Certamente tutto non sarà esattissimo, ma tornano in mente, fra le tante, le più conosciute.
 
Ricordi che iniziano dal 1970, finita la scuola superiore.
I pionieri dell’emittenza privata fra il lecito e l’illecito facevano il loro esordio, a seconda della disponibilità ecomomica i trasmettitori potevano essere a transistor oppure a valvole, a volte ricorrendo ai famosi T14 militari che con opportuna modifica si prestavano all’uso.
Era il tempo della FM e della banda cittadina CB.
 
La prima radio ricordata e ascoltata non era della valle, ma trasmetteva da Gardone.
“Radio Garda” si chiamava.
C’era Radio Gamma da Roè Volciano.
Radio Sopraponte ed era il 1971: ebbe la vita corta pochi mesi e diventò l’attuale Radio Delta 2000
Radio Punto Stero a Salò
Radio Delta 2000 che trasmette tutt’ora da Gavardo, anche se non offre un palinsesto completamente autonomo e collabora con altre radio per taluni programmi.
Radio Valsabbia da Vobarno, che sopravisse per qualche anno. 
Radio Tione fece la sua comparsa a nelle Giudicarie e non si captò a lungo.
Radio Europa 23 da Manerba, poi traslocata a Riva del Garda.
Radio Antenna G1 a Gavardo, con trasmissioni ricche di informazioni e funzionò per un bel po’.
Radio Babilonia di Agnosine o dintorni, che si è sentita non per molto tempo.
Per ultima Radio Viva a Gavardo, che ancora trasmette la sua musica e i programmi nell’etere.

Così ho contato ben 11 emittenti  commerciali.
Delle quali ne sono rimaste solo due.
Non elenco le radio confessionali che trasmettono solo poche ore

Condurre una radio privata inizialmente era abbastanza facile, direi.
C’era l’entusiasmo dei dj che prestavano servizio gratuitamente, coi materiali racimolati alla meglio, impianti  di studio molto modesti e assai diversi da quelli attuali e super tecnologici.
C’era un buon bacino per la raccolta della pubblicità, al tempo vergine, che ha permesso alle alle radio private locali di vivere bene, grazie all’effetto novità.
 
A catturare molto pubblico le dediche, idea venuta a quelli di Radio Monte Carlo, che ogni radio imitava a modo suo, con una linea musicale prevalente e di conseguenza una particolare fascia d’utenza.
Tutti hanno cominciato con un unico ripetitore, poi sono arrivati i ponti radio di Prandaglio, Monte Baldo, Monte Colmo e Valledrane.
L’estensione dell’ascolto si accompagnava a maggiori costi per l’elettricità  e le manutenzioni. Non sempre sopportabili in ragione degli incassi.
C’era poi da fare i conti con l’invadenza delle concorrenti non locali, che trasmettevano dalle vette attrezzate per ripetere i segnali radio.
 
Da queste emittenti nacquero voci importanti, alcune tutt’ora attive sulle nelle emittenti nazionali.
Voci nate per caso, in occasione di periodi di vacanza in Valle, catturate qui per la prima volta dal microfono.
Voci che non negano come la Valle Sabbia abbia fatto da nido alla loro fulgida professionalità.

Certamente in questa memoranda avrò dimenticato qualcuno con cui fin da ora mi scuso.
Anzi: lo invito a completare queste righe.

Era il tempo dei pantaloni larghi e dei capelli lunghi, malvisti dai genitori che noi chiamavamo simpaticamente “matusa”.
Eravamo giovani e con tanta voglia di fare e di cambiare tutto.

Nerino Mora
 

 

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