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domenica, 23 febbraio 2014 Aggiornato alle 08:38Terza pagina

La filosofia nasce grande con Anassimandro 1.3

di Dru
Il divenire (la generazione) delle cose è cioè lo stesso costituirsi della differenza delle cose, a partire dall'uno

La differenza (tra le cose) esiste soltanto nel differenziarsi (delle cose  a partire dall'uno), ciò che vi è di identico in ognuna delle cose diverse (ossia l'identità o unità del diverso), e l'unità da cui tutto viene e in cui tutto ritorna.

Ciò da cui le cose vengono e in cui esse vanno a finire non sta al di là degli estremi confini del Tutto, perché al di là di tali confini vi è niente.

"L'arché" non solo è ciò che vi è di identico nelle cose diverse, e non solo è la dimensione da cui provengono e in cui esse ritornano, ma è anche la forza che determina il divenire del mondo, ossia è il "principio" che, governando il mondo, lo produce e lo fa ritornare a sé.

L'acqua del mare non è solo ciò da cui provengono e in cui ritornano le onde, ma è anche il vento, ossia ha in sé anche la forza del vento che forma le onde.

"Lógos" o ragione è la parola greca che, sin dall'inizio del pensiero filosofico, nomina quel lasciar parlare le cose senza imporre loro un senso estraneo, ma lasciando che esse, manifestandosi, si impongano.

Eraclito dice appunto: «Non dando ascolto a me, ma al Lógos, è saggio convenire che tutte le cose sono uno».

Ed è ancora Eraclito ad affermare che «la sophía è dire cose vere e farle».

E ancora: «Non bisogna agire e parlare come dormienti», e quindi innanzitutto come quei dormienti che orientano la loro esistenza conformandosi al mito.

E ancora: «Bisogna seguire il comune. Pur essendo comune il lógos, i molti vivono come se avessero una loro saggezza privata».

La "saggezza privata" è appunto quella del mito: il mito è una pluralità di miti (e quindi di gruppi umani) tra loro contrapposti.

Invece il "comune" è il lógos, perché il lógos, lasciando parlare le cose (che, manifestandosi, s'impongono su ogni "saggezza privata"), è comune a ogni uomo e ogni uomo deve seguirlo se non vuole agire nel sogno, ma nella veglia."

Proprio perché la sophía è dire e fare cose vere, la filosofia delle origini stabilisce la forma di ciò che sarà chiamato "etica" ("morale") e "scienza".
Sono infatti entrambe un agire che intende farsi guidare dalla verità.

Come conoscenza della verità, la filosofia intende essere il fondamento che consente di dominare veramente il mondo, cioè di agire in modo veramente efficace su di esso.

Ma dominare il mondo significa mettersi nella condizione di sopportare il dolore e di liberarsi dall'angoscia che esso produce.

Quando il dolore è insopportabile e l'angoscia opprime, non c'è la forza e la potenza di dominare le cose e gli eventi; quando questa potenza si esprime, l'uomo è riuscito a contenere il dolore e a liberarsi dall'angoscia.

La potenza è salvezza, e la salvezza è potenza.

Ma la potenza e la salvezza offerte dal mito non hanno verità.

Come fondamento del vero dominio del mondo, la filosofia, sin dalla sua nascita, intende essere il fondamento della "vera" potenza e della "vera" salvezza dell'uomo.