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lunedì, 22 ottobre 2012 Aggiornato alle 08:00Mostre

Oltre le Decennali

di red.
Numeri eccezionali di presenze per le proposte culturali messe in campo a Sabbio Chiese in occasione delle decennali della Madonna della Rocca

Sono quasi i numeri di una mostra milanese quelli registrati dalla doppia manifestazione davvero di successo che, a Sabbio Chiese, ha fatto da corollario alla recente edizione delle Decennali.
A fine ottobre, quando i due eventi verranno chiusi, avranno superato ampiamente la quota di 15 mila visitatori, ogni più rosea aspettativa. Inaugurate insieme il primo settembre, «Dei monti e dei laghi - Il paesaggio lombardo nella pittura dell'Ottocento dal Piccio a Segantini» e «Gli stampatori, da Sabbio alla conquista del mondo (uomini, idee e tecniche da Cinque a Seicento)» sono ancora allestite nel suggestivo santuario della Madonna della Rocca, e alla fine dell'avventura avranno fatto vivere all'antica struttura simbolo di Sabbio e della valle risalente al X secolo, e già profondamente ferita dal terremoto del 2004, un momento di gloria lungo due mesi.
 
«Dei monti e dei laghi» è divisa in quattro diverse sezioni e mette in vetrina una cinquantina di dipinti da Giovanni Carnovali detto il Piccio a Giovanni Segantini, passando per Stefano Bruzzi, Francesco Filippini, Angelo Inganni, Luigi Bariletti, Filippo Carcano e altri autori ancora.
 
La rassegna sul lavoro degli artigiani della carta e dell'inchiostro racconta invece di chi, partito da Sabbio, nel Cinquecento e nel Seicento, conquistò il mondo della stampa.
Quest'ultimo evento espositivo, curato da Michela Valotti con Alfredo Bonomi ed Ennio Ferraglio, propone al pubblico 30 preziose edizioni degli specialisti sabbiensi che raggiunsero non solo Brescia e Venezia, allora capitale dell'editoria, ma anche Bergamo, Verona, Roma, Ferrara, Trento, Milano, Torino, Ancona, Campobasso e Messina.
 
Si tratta di un suggestivo viaggio a ritroso nel tempo e nella tecnica che celebra il lavoro della famiglia Nicolini, di Nicolò Bascarini, dei Bevicchia, dei Ventura, dei Baruzzi, dei Carampelli, dei Pelizzari e dei Gelmini.
Questi ultimi artigiani del torchio, va ricordato, furono addirittura incaricati della stampa dei testi del Concilio di Trento.
Fonte: Bresciaoggi

 

 

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