La Ivar fa investimenti per quasi 6 milioni
Zitto zitto e sempre defilato, Umberto Bertolotti della Ivar di Prevalle si fa il suo bell’esercizio e chiude il bilancio 2008 con 48 milioni di ricavi (46,4 nel 2007) e un utile netto di 1,6 milioni (esattamente come nell’esercizio precedente) dopo ammortamenti per 900mila euro (ma se si aggiungono 2,5 milioni di canoni di leasing si arriva a 3,5 milioni), oneri finanziari netti per 1 milione e tasse per un altro milione.
La quota di export è vicina all’80% dei ricavi, pari alla media dell’esportazione del comparto valvolame bresciano. Bilancio didattico e didascalico, grazie anche al contributo professionale di Angelo Turina, commercialista in Salò e consigliere di amministrazione della società di Prevalle. Nel 2008 la spesa per investimenti è stata di 3,5 milioni, a fronte dei 4 milioni del 2007. A ciò vanno aggiunti altri 2,2 milioni di euro per un impianto fotovoltaico di 400KWh, tra i maggiori sinora realizzati in provincia di Brescia. Il personale è aumentato, passando dalle 83 unità impiegate nel 2005 alle 135 del 2008, costato 4,6 milioni di euro. Migliora il margine della gestione industriale (la differenza tra valore e costi della produzione, altrimenti detto risultato operativo) che sale da 3,1 a 3,8 milioni di euro. Il Mol (Ebitda, margine operativo lordo ovvero l’utile prima di oneri, tasse, ammortamenti e svalutazioni) è aumentato di 3,6 milioni di euro rispetto al 2007.
Patrimonio e struttura
Il patrimonio netto, grazie anche ad una riserva di rivalutazione di oltre 3 milioni, sale da 10 a 15 milioni di euro, generando un margine di struttura primario (il rapporto tra patrimonio e investimenti-immobilizzi netti per 12,4 milioni) positivo. Partecipazioni iscritte per 1,1 milioni, magazzino valutato 16 milioni (idem nel 2007), crediti commerciali 10 milioni (idem nel 2007), disponibilità liquide (ovvero liquidità «pura» sui conti correnti) per quasi 2 milioni. Al passivo debiti verso banche postati per 18 milioni (17 milioni nel 2007) e debiti commerciali 8,7 milioni rispetto ai 9 dell’esercizio precedente. Anche Ivar è delocalizzata all’estero, in Regno Unito e Scozia, con due piccole ma efficienti unità operative. Il 2009 non desterà sorprese, se non quelle già metabolizzate della crisi in atto che, scrive Bertolotti, «dovrebbero impattare negativamente sull’attività sociale senza mettere in crisi la continuità aziendale». Come a dire che qualche margine andrà sacrificato, ma si vedrà l’alba del 2010.
a. ch. dal Giornale di Brescia