Sabato, 14 giugno 2025


Banner
ValleSabbiaNews logoBanner


 

venerdì, 15 maggio 2015 Aggiornato alle 13:50Genitori in formAzione

I figli e lo studio con Marco Vinicio Masoni

di Giuseppe Maiolo
Marco Vinicio Masoni è il relatore nella prossima serata del ciclo Genitori in FormAzione che si tiene venerdì 15 maggio alle ore 20,45 presso il Teatro parrocchiale di Muscoline

Il tema che il prof. Masoni, psicologo psicoterapeuta e direttore del “Centro formazione & Studio”  di Milano, affronterà è quello della scuola e del rapporto dei ragazzi con i genitori e con gli insegnanti.
Marco V. Masoni, che si è occupato per molti anni di devianza minorile, dedica infatti molta attenzione alle preoccupazioni che si vivono in famiglia relativamente all’apprendimento e alla funzione formativa della scuola.
E’ autore di numerose pubblicazioni nelle quali offre preziosi spunti di riflessione e suggerimenti pratici per aiutare sia i genitori che gli operatori della scuola a favorire i processi di apprendimento e migliorare la qualità del lavoro scolastico.
Per anticipare brevemente il tema della serata, gli abbiamo posto alcune domande.

“Studia, studia, studia”  sono le parole che soprattutto in questo periodo, si sentono pronunciare di più in famiglia. Perché?
Le parole sono antiche, la loro ripetizione disperata è un fatto attuale. Qualcosa di molto importante è cambiato. La scuola è quasi la stessa (ahimè), le ansie dei genitori anche, ma loro, i ragazzi, non sono più quelli di 30  o 40 anni fa. Stanno avvenendo due cambiamenti importanti: 1) si è sempre più individualisti e 2) le gerarchie sono sempre meno  visibili e leggibili, da qui una insofferenza dei ragazzi nei confronti dei comandi e degli ordini, mai provata prima con questa intensità.

I problemi o le difficoltà scolastiche per i genitori, sembrano prevalere su tutto. Come mai?
Incontro nel mio lavoro ragazzi e perfino bambini che non vogliono più andare a scuola, ragazzi che mi dicono che non la reggono più, che stanno male...  è sempre più difficile anche insegnare. Ciò che una volta era semplicemente ovvio e quindi facilmente comandabile, ora richiede  competenze e sforzi nuovi , ora occorre “motivare”. Termine presente come il prezzemolo, ma  usato assai raramente pochi decenni fa.

Andar male a scuola è sempre il sintomo rivelatore di un disagio o di un malessere psicologico?
Andar male a scuola non è quasi mai sintomo di un disagio dello studente,  è sintomo di un disagio -non riconosciuto- della scuola. Riteniamo che ogni difficoltà di apprendimento sia in realtà una difficoltà di insegnamento. Il che non vuol dire colpevolizzare gli insegnanti, ma riconoscere che il “pachiderma” scuola, nel suo complesso, va adeguato ai tempi. Basti pensare che in alcuni paesi del nord Europa e in Nuova Zelanda  si stanno abolendo i gruppi classe ( strumento ormai disfunzionale) per attuare piani studio simili a quelli universitari, con laboratori  e gruppi  elastici ecc.

Scarso interesse per lo studio o risultati scolastici negativi sono sempre e solo  responsabilità degli scolari e degli studenti?

Gli studenti non sono mammolette e hanno le loro responsabilità, ma molte ne ha la scuola. Almeno la metà .

Per questo tipo di problemi e per aiutare chi manifesta queste difficoltà,  generalmente è più  utile lavorare con i diretti interessati o con gli adulti di riferimento?
Dato che ritengo i ragazzi sani (compresi quelli che vanno male scuola), il lavoro è da fare soprattutto con i genitori e con gli insegnanti. Se vuoi che tuo figlio cambi, cambia tu!

 

Leggi anche...