03 Luglio 2022, 09.00
Gavardo
Blog - Maestro John

Stessa spiaggia stesso mare

di John Comini

Vacanze al mare, ricordi di oggi e di ieri (miei e di Manuela Bonacina di Sabbio). Ma prima alcuni appuntamenti della settimana.


* Domenica 3 luglio arriva il fantastico Carrozzone degli Artisti in Piazza De Medici a Gavardo: imperdibile!

* Lunedì 4 la Bibliomerenda alla Biblioteca Area 63 “Con le mani nella terra: le piante aromatiche”

* Sempre lunedì Pilates al Parco dell’Isolo

* Alla Biblioteca Area 63 venerdì 8, per Voltiamo Pagina, Erica Patti presenta “Col senno di poi. Uccisi e bruciati dal padre. La madre racconta la strage di Ono San Pietro”

* Nel pomeriggio di sabato 9 alle 18 gli amici Marcello Zane e Rosalba Albano per “Libri in giardino” nella sede di Liberedizioni invitano alla presentazione di “Storie e leggende dei samba” con Marcelo Sola e Laura Gatta del ‘Coletivo Bresamba’: musica, letteratura e stuzzichini  

* La sera di sabato all’Isolo il Coro La Faita diretto dal maestro Valerio Bertolotti propone “Canti sullo scrosciar dell’Isolo”: gli amici coristi rasserenano lo spirito!

* Domenica 10 alle ore 14,30 ed alle ore 16,30 visita guidata alla bella Chiesa Parrocchiale SS. Filippo e Giacomo di Gavardo

Oggi torno a casa dopo una settimana a Cinquale, in compagnia della mia attuale moglie (che non soffre il caldo, anzi, a 40 gradi indossa un golfino…) e degli amici Anna Martini ed Antenore Taraborelli, abbronzatissimi ed innamoratissimi, nonostante le ironiche battute di Antenore sul potere delle donne che comandano noi poveri maschietti. Chiama Anna “la capo-gita”, ma è contento di seguirla in spiaggia e di accompagnarla a visitare il mercato di Forte dei Marmi. Con noi per alcuni giorni c’erano la solare e vivace Emanuela ed il fratello di Anna, Maurizio. Di lui ho sempre apprezzato i modi cordiali e la passione di musicista: canta con i Km0 ed ha una voce profonda e ricca di pathos. Con Maurizio ho avuto l’occasione di parlare a lungo, di ascoltare alcune tappe della sua vita, di sentirlo cantare Guccini, De André, Bertoli, imbracciando la sua chitarra color smeraldo con sulla testa il nuovo cappello (ne possiede una ricca collezione). Insieme a questa bella compagnia abbiamo visitato il borgo di Pietrasanta, ricco di scorci suggestivi e di bei negozi che, come le Sirene di Ulisse, ammaliavano le nostre donne. Emozionante il viaggio a Colonnata: durante la cena si è scatenato un vero e proprio nubifragio, con fulmini e saette: al ritorno strade bloccate da alberi sradicati ed un’atmosfera da film di Hitchcock! Stasera, con Anna ed Antenore, potremo ritrovare Maurizio ed Emanuela al Morso, l’agriturismo nell’incanto di Limone, davanti ad un succulento trittico, degna conclusione delle vacanze marine.

Al mare ho avuto la fortuna di incontrare la bella famiglia di Marina Melzani.
Lei canta nel coro di Bagolino, di cui il marito Massimo è supporter entusiasta: nel repertorio del coro, formato da una quarantina di elementi, ci sono anche canzoni del grande Bepi De Marzi. La simpatica Marina mi ha informato dei prossimi concerti del coro:
* sabato 23 luglio nella Chiesa di San Rocco a Bagolino, con il coro Monte Pizzoccolo
* sabato 6 agosto alla locanda Stella Alpina in Val Dorizzo
* domenica 11 settembre a Ono Degno per il decennale della Madonna del Pianto
* domenica 18 settembre a Bagolino, all’apertura della festa in onore della Madonna di San Luca
* sabato 24 settembre nella Chiesa di San Giorgio col coro San Giuseppe e le Cantorine, sempre a Bagolino
* domenica 25 settembre a chiusura della festa della Madonna di San Luca.

Da Marina ho saputo che Luca Ferremi, con altre persone, si è recato a Santiago di Compostela dove, in un cimitero posto sul celeberrimo sentiero, ha portato le ceneri dell’amico e compagno delle magistrali Renzo Mosca, recentemente scomparso. Caro Renzo, ora sarai nel Paradiso degli scrittori e dei poeti, ma nel mio povero cuore ci sarà sempre un posto per te.

Ed ora alcuni miei ricordi del mare. Dopo Livemmo andavo alla colonia di Igea Marina: stesse mutande firmate, stesse canzoni, al posto della cara Orsolina avevamo la madre Crocifissa, detta da noi monellacci ‘suora Barbisuna’.

Sulla spiaggia, fermi immobili ore e ore al sole a prendere l’abbronzatura, quindi ci si girava come su uno spiedo. Quando passavano i bambini di altre colonie si chiedeva loro: “Di che colonia siete?” Ci affratellavano i cappellini bianchi.

Corse delle biglie sulle piste fatte col culo (si trascinava un bambino e con il lato B si formavano complessi circuiti).
Il momento del bagno era eccitante. La madre ci diceva: “Per fare il bagno non bisogna aver mangiato prima di tre ore, attenti alle buche, ai granchi, agli scogli, attenti all’acqua fredda, attenti all’acqua salata.” Gonfiavo il salvagente a forma di paperetta, lo tenevo ben saldo, e mi affidavo a Dio. Al fischio della madre urlavamo come ossessi, entravamo in acqua e dopo qualche secondo ci fermavamo di colpo. Dal caldo al freddo si creavano bisogni primari. Il tempo di bere acqua salata, di tentare di stare a galla, e già il bagnino ci faceva risalire. È per questo che non ho imparato a nuotare, so fare solo il morto. Quando sono andato in viaggio di nozze in Sicilia ho detto a mia moglie: “Se faccio così con la mano non ti sto salutando, è segno che sto annegando.”

Pomeriggio in camerata a dormire, poi di nuovo in spiaggia. L’altoparlante annunciava lo smarrimento di qualche bambino. Aerei da turismo che trascinavano striscioni pubblicitari nel cielo azzurro. Quanto chiacchierare che facevamo noi bambini. Cose per noi fondamentali, misteriose per i grandi. Al tramonto ritorno in colonia, cena, giochi liberi. L’amico Renato Massolini, biondo, bello e di gentile aspetto, era corteggiato da molte bambine. In camerata la cara signorina Dori Lazzarini, sempre radiosa e gentile, ci invitava a dormire. Si sentiva il fischio del treno. Se la notte pioveva, la mattina sulla spiaggia sventolava una bandiera rossa. Mare mosso, bagni proibiti. In spiaggia, infreddoliti, ci coprivamo con asciugamani. Sentivo la tristezza per l’estate che stava finendo. Quando appariva un timido sole, tutti ci impegnavamo alla ricerca delle conchiglie. Appoggiandole all’orecchio sentivi le onde del mare (per forza, eravamo al mare!). Poi a casa ne portavamo un sacchetto pieno: chissà perché dopo qualche giorno non le ritrovavo più. Scomparse. Misteriosamente. Tanto ci sarebbero state altre estati, altre spiagge, altre conchiglie.

L’amica Manuela Bonacina di Sabbio ha scritto un bellissimo ricordo del viaggio al mare da bambina.
“Si partiva sempre di notte alle tre o poco dopo. Papà a fine agosto  aveva finito di fare il fieno e finalmente si poteva concedere un poco di meritato riposo.
Fuori era buio; la sensazione dell’addormentarsi la sera prima aveva quella tensione tipica di quando sta per accadere una cosa straordinaria come quando arrivava Santa Lucia. Si caricavano le valigie e la mamma quando si viaggiava aveva sempre con sé un mezzo limone: credo fosse perché qualche goccia di limone potesse servire in caso di mal d’auto o per disinfettarsi le mani sudate o… vai a sapere perché…il limone era il quarto passeggero.

Ricordo che il paesaggio fuori dai finestrini sembrava trasfigurato dalle luci di notte, sembravano altri paesi, ero piccola non uscivo mai di sera, per me paesi come Manerba e Moniga...erano Las Vegas!
E cominciavano le emozioni…le cose straordinarie…cose che ora sono all’ordine del giorno, anzi direi che oggi sono considerate fastidiose. Il casello a Desenzano, l’aria densa dell’autostrada …un’aria dall’odore dolciastro misto di esalazioni di carburante e miasmi di concime…allora anche questi odori avevano un loro fascino perché erano il preludio del profumo marino e salmastro che da lì a poco avrebbe invaso l’abitacolo.

Guarda c’è lo stabilimento della Motta! della Barilla! Ma allora esistono! Con le mani e il naso appoggiato ai finestrini scoprivo una parte di mondo sconosciuta.
I finestrini erano giù ma non tanto che se si faceva contraria si prendeva il torcicollo o ci si ammalava. Questa cosa mi è rimasta addosso e anche adesso ho questa fobia del doppio finestrino giù, retaggio di vecchi ammonimenti.

L’aria condizionata non esisteva ma io ricordo un caldo tutto sommato sopportabile, si sudava certo ma lo si accettava senza tante lamentele che oggi se fa caldo si muore e se fa freddo si muore. Era così: d’estate faceva caldo e d’inverno faceva freddo. Il ciclo delle stagioni era più regolare sicuramente ma credo che anche noi fossimo più regolari, più in sintonia con esso.

E poi il panino e mortadella dell’autogrill! Aveva un profumo, un sapore quel panino…oddio a casa avevamo tutto, chiaro, erano gli anni 80, pieno boom economico, ma la scoperta dell’autogrill aveva riservato in me uno stupore da occhi spalancati e bocca aperta.
Scendevi, ti sgranchivi le gambe, aspiravi l’aria già inquinata ma che già sapeva di posti nuovi,  senza montagne e dai confini infiniti. Entravi e l’aroma del caffè ti invadeva…e poi quelle vetrine con tutti i panini dai colori diversi e i cesti pieni di leccornie, salumi formaggi e i souvenir e le cioccolate…

Poi una tirata unica fino a destinazione che non bisognava perdere tempo ed evitare le code. E si arrivava.

Ricordo la hall dell’hotel e il proprietario che ci accoglieva con una stretta di mano e un “Benvenuti, avete fatto buon viaggio?”…Sì abbiamo fatto buon viaggio anche senza aria condizionata, senza sedili ergonomici, senza radio, smartphone, con una valigia di pelle piena di cose semplici…e un limone come amico.”

Grande Manuela! Te voe bè!

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese! W gli operatori di pace!
maestro John

Nelle foto:
1) Il sottoscritto in colonia (in piedi, al centro)
2) Gli amici a Colonnata, fotografati da Antenore (poco prima del diluvio)
3) L’amica Manuela Bonacina
4) Il Coro La Faita in una foto-ricordo



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