Venerdì, 9 maggio 2025


Banner
ValleSabbiaNews logoBanner


 

domenica, 13 agosto 2023 Aggiornato alle 08:00Blog - Maestro John

Se telefonando

di John Comini
I primi telefoni e l’ultima cabina, il compleanno di Antenore, il ricordo di Gabriella Ranesi e di Anna Leni, infine alcuni eventi

Come raccontare a chi è giovane i tempi di quando non c’erano cellulari, smartphone, iPhone e altre diavolerie? Ti guarderebbe come se tu raccontassi una favola. Ma è tutto vero.

Marcello Zane ne “I  giorni del Gattopardo” racconta che nei primi del ‘900 la prima rete telefonica gardesana fu fondata dal gavardese Giovanni Quarena unitamente a Giovanni Devoti, Angelo Fuchs e altri: si registravano 38 telefonate locali e 80 interurbane.

Grazie alla notevole influenza del Quarena esercitata sul Cotonificio Ottolini di Villanuova, si collegò telefonicamente sia la sede villanovese alla città, sia affidando alla Società elettrica gavardese la gestione telefonica.

Ogni abbonato disponeva di un apparecchio dotato di un campanello avvisatore e di una manovella con la quale si azionava il piccolo generatore di corrente che serviva ad attivare il segnale di chiamata alla centrale; il microfono veniva appeso ad una leva che manteneva il commutatore in posizione di riposo quando non si voleva parlare, o di collegamento alla linea quando si sollevava il microfono stesso per attivare una comunicazione.

La diffusione del telefono conobbe in città, nei primi decenni del secolo, uno sviluppo intenso: Brescia era affidata alla STIPEL (Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda) con 2.500 abbonati.

Nelle valli il telefono
giungerà a distanza di decenni. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale c’erano circa 8.000 abbonati, fra cui 18 a Gavardo.

Il telefono era riservato a grandi aziende ed enti pubblici. Non era solo una questione economica: c’era un profondo disagio verso un’innovazione che minacciava il cuore dell’identità sociale.

Solamente nei primi anni Cinquanta
il telefono divenne compagno usuale di uffici e salotti. Nel 1953 gli abbonati bresciani erano oltre 12.000, di cui però ancora più di 8.000 nella sola città (oltre il 66%). Gavardo ne aveva meno di 100.

Mia mamma, che da ragazza lavorava come addetta all’uccelliera presso il famoso dottor Antonio Duse di Salò, raccontava che a volte riceveva le telefonate di D’Annunzio, paziente del dottore.

Quando abitavo nel “grattacielo” non c’era il telefono in casa, ma in negozio: penso di averlo usato una volta sola per pochi secondi: la telefonata costa!

I commessi viaggiatori,
prima di arrivare in negozio, telefonavano per concordare l’orario in cui potevano mostrare gli ultimi modelli di scarpe.

Non esistevano gli attuali “messaggi vocali”: se volevi parlare con qualche amico, andavi a trovarlo a casa a piedi, e se la notizia era urgente ci andavi in bicicletta.

Se si viaggiava in auto, non c’era Google Maps: si “tirava giù” il finestrino e si chiedeva: “Scusi, dov’è via…?”: insomma, “có la lèngua en bóca se nàa dapertët”.

Ricordo il centralino del telefono in via Quarena (ne parla anche l’amico Maurizio Abastanotti nel suo bel romanzo “Alfa senza filtro”).

C’erano due centraliniste, le signore Ferrari e Tedoldi (quest’ultima faceva da perpetua a don Nando): incantato le vedevo inserire i vari spinotti di collegamento.

Ho sentito raccontare di due fratelli, uno era emigrato in Australia, e quando dopo anni si sono telefonati, al solo sentire la voce dell’altro dire “Pronto?” si sono messi a piangere per tutta la telefonata, non riuscendo a pronunciare una sola parola per l’emozione.

Dopo alcuni anni, io e la mia attuale moglie abbiamo messo il classico telefono grigio con la rotella per comporre i numeri. Sollevavi la cornetta, infilavi l’indice nei buchi della ruota e la giravi fino in fondo, numero per numero.

Se sbagliavi un numero, riagganciavi e ricominciavi tutto da capo. Se sbagliavi al primo o al secondo numero, pazienza. Ma se sbagliavi gli ultimi numeri, o proprio l’ultimo, ti arrabbiavi e dovevi ricominciare. E più la telefonata era urgente, più avevi fretta e più sbagliavi.  

In molti modelli di telefono c’era una targhetta centrale con su scritto il numero di casa, metti che qualcuno te lo avesse chiesto. C’era la rubrica telefonica formata da moltissime pagine, in una rubrichetta segnavi i numeri importanti in ordine alfabetico.

In fondo era un esercizio di memoria: ancora adesso ricordo i numeri dei due negozi di scarpe (Gavardo e Salò) e di alcuni amici.

Ricordo la “zia Ninì” Giustacchini: anche se per molto tempo le era mancato il dono della vista, attraverso un udito finissimo riconosceva tutte le persone che la salutavano, e ricordava una cinquantina di numeri telefonici e telefonava a tutti in occasione di onomastici, compleanni e ricorrenze familiari.

D’estate, quando mi recavo in Sardegna con mia cognata Margherita ed i bambini, ogni sera ci recavamo in un locale per telefonare alla nonna Virginia. Ore di coda, e veloci a parlare perché c’era la fila. C’era gente che urlava al telefono, forse pensava che non si sentisse bene perché eravamo distanti…

Quando han cominciato a girare i primi “cellulari”, grandi come mattoni, nei primi tempi quelli che li usavano per strada venivano scambiati per matti poiché sembrava che parlassero da soli.

I miei amici
Luca Lombardi e Sara Ragnoli anni fa mi avevano regalato un cellulare, che utilizzavo per salire in Tesio durante l’estate. Pensavo: “Se si avvicina qualche lupo o cinghiale, chiamo subito a casa.” Sono sempre stato molto furbo… Ma poiché per anni non sono mai stato assalito da belve feroci, non ho mai usato il cellulare e mi è stato disattivato il numero, così ho perso anche i soldi della ricarica.

Ancora adesso non ho lo smartphone, e quando chiedo alcune foto per gli articoli agli amici, mi dicono “Te le mando su WhatsApp”. Io rispondo che non ce l’ho e loro mi guardano come fossi un pirla, io che è già tanto se uso le mail…

Tra l’altro quando telefono a qualcuno utilizzando il cordless, mi rispondono “Ciao John dimmi…” e non c’è più la sorpresa dall’altro capo del filo (immaginario).

Quando squilla il telefono salto per aria: chi sarà a quest’ora? Magari è mezzogiorno, e allora rispondo nervosamente perché spesso sono quei rompi della pubblicità. Oppure se suona la sera, magari alle 21, penso subito male: sarà successo qualcosa! E se per caso non riesco a sollevare la cornetta, sono ansie su ansie: Chi sarà stato? Forse una notizia buona. Forse cattiva. Di solito le notizie cattive corrono più veloci del vento e ti raggiungono subito.

Chissà perché quando io chiamo qualche cellulare spesso non risponde nessuno.

Non dimenticherò mai quella volta che mio figlio Andrea (luce dei miei stanchi occhi) si era recato all’estero, e lo avevamo “costretto” a chiamarci ogni sera, anche solo per dirci “tutto bene”.

Ma una sera non ci aveva chiamato, e noi continuavamo a fare il numero: niente da fare, “Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile…” e già ero in preda all’ansia, io che ad ogni sirena di ambulanza penso subito male.

Poi è arrivata la sua telefonata: “Ero al bar con gli amici”, eravamo così contenti che non l’abbiamo neanche sgridato.

La stessa cosa è capitata il 14 agosto del 2018, quando è crollato il Ponte Morandi. Per caso avevo visto le prime immagini in diretta: ho telefonato a mio figlio, che era appena partito in viaggio. Non rispondeva.

Ho vissuto alcuni minuti di terrore puro. E quando finalmente mi ha risposto, sono rimasto incollato alla televisione per vedere quell’assurda tragedia. E come un film catastrofico, tutti abbiamo visto cose che mai avremmo pensato di vedere. Sembrava davvero l’Apocalisse, con i telefonini che mandavano immagini strazianti.

Penso che le nuove tecnologie, come tutte le nuove invenzioni, siano utili se usate bene e dannose se usate male.

Leggo che aumentano gli incidenti stradali per l’uso del telefonino mentre si è alla guida, e molte persone subiscono truffe telefoniche.

Sappiamo delle cattiverie sui social, degli insulti degli odiatori seriali vigliaccamente protetti dall’anonimato. Oppure se hai bisogno di qualcosa (prenotazione importante, ufficio…) è sempre più raro che ci sia una voce umana che ti ascolti.

Spesso risponde una voce registrata che ti fa entrare in una vera odissea: opzioni da digitare, attese snervanti con musichetta… Ma so anche che gli smartphone vengono usati per operazioni chirurgiche a distanza, per contattare persone disperse, per poter accedere nelle Babele delle città, e se l’amico Luca non avesse il navigatore faremmo fatica a trovare i luoghi esatti degli spettacoli.

Nel mondo virtuale trovi di tutto, dalle ricette alle letture della Messa (le usa anche l’amico Beppe Mangiarini per capire quando iniziare a cantare), da come fare i vestiti (un tempo si “usavano” i consigli delle nonne) a come trovare un nuova moglie (la mia mi basta e… avanzi).

Adesso vedo che tante persone, anche più anziane di me, hanno il loro bel cellulare. E molti ti fan vedere foto su foto delle loro vacanze e tu continui a dire “Bellissima!”. Non parliamo poi dei nipotini, fotografati e filmati in ogni situazione: guarda che bello che sta facendo la cacchina. Allora pensi a cosa direbbe la Signora Maria: “Bèla cagada!”.

Ormai i telefoni che abbiamo usato per una vita diventeranno roba da rigattiere. Li indicheranno i bambini sui banchi dei mercatini vintage chiedendo: “Mamma, che cos’è quello?”

Il 10 febbraio 1952 (l’anno in cui sono nato) a Milano si inaugurava la prima cabina telefonica in Italia. Ho letto sul facebook del Sindaco Comaglio: “Il tempo passa e porta con sé modi e abitudini di vita per lasciarne il posto a nuove e diverse.

E così anche a Gavardo, come ormai in altri paesi, in agosto verrà dismessa la cabina telefonica da piazza Marconi. Non per i lavori di riqualificazione della piazza, specifico, ma per volontà del gestore.

Niente più gettoni
che finivano (o schede telefoniche quando previste) e che costringevano a parlare velocemente oppure perché fuori c’era la fila di persone in attesa. E quando era presente anche la porta della cabina e ci si chiudeva all’interno si creava un mondo con chi stava all’altro capo del telefono…e tutto il mondo fuori (citazione di Vasco).

Vogliamo parlare dei film
per cui la cabina telefonica è fondamentale? Uno per tutti il Doctor Who che davvero portava in mondi diversi ogni volta che si chiudeva la porta.

Ora invece ognuno di noi ha il proprio telefono personale che si tiene in tasca o in borsa e ci si ritrova a parlare in ogni momento e in ogni dove. Il tempo passa e con sé porta nuove tecnologie e nuova abitudini di vita e così se ne va la cabina telefonica. Però un po’ di nostalgia rimane, quante volte si chiedeva agli amici: "hai un gettone da prestarmi? Poi sono arrivate la carte.".

Fra i commenti, 

Sara Scalfi: “Non si usavano più da tempo, eppure...quanta nostalgia ripensandoci!”
Anna Allie Veneziani: “In Trentino le hanno trasformate in luoghi dove lasciare (o prendere) libri che non si usano più”
Stefania Signori: “Un altro pezzo di storia che se ne va!”
William Donini: “E dove si cambia Superman adesso?”
Gli risponde Bianca Bresciani: “In corsa… ovviamente! Alla velocità della luce!”
Guccini ha scritto: “E se Superman trova nella cabina un’anziana signora impegnata in una conversazione senza fine che cosa fa, la scaraventa nell’iperspazio? («Buona donna mi scusi, sa, ma devo salvare il mondo!»)

Tutti ricordiamo il telefono rosso che garantiva la pace tra Washington e Mosca. Sarebbe bello che i potenti della Terra tornassero a parlare.

Se telefonando…

PS.- Un giorno la nonna del Gianmario Moreni ha risposto al telefono: “Pronto c’è Gianmario?” “Sé sé el ghè!”…e ha messo giù.

Oggi, domenica 13 agosto,
compie gli anni l’amico Antenore Taraborelli, classe 1950. È felicemente sposato con Anna Martini: con lei ama passeggiare in montagna, viaggiare con gli amici Ermanno e Gabriella Poletti, e spesso si recano al mare a Cinquale dove Antenore può fare il bagno mentre Anna va a far compere al mercato di Forte dei Marmi, rivoltando tutti i banchetti alla ricerca di qualche vestito da comprare perché, come dice sempre, “Ghó nient da mitim adoss!”.

Da sempre Antenore
è socio dell’Avis, ed è stato anche Presidente della Sezione Gavardese, alternandosi con il grande Arturo Tebaldini in questo importante ruolo. Anche Anna si è sempre data da fare per gli altri, adesso è nei volontari per accompagnare gli anziani alle visite negli ospedali.

Anna ed Antenore
hanno avuto la grazia di due figli davvero splendidi, Francesca nell’82 e Giovanni nell’83. A loro hanno donato un amore infinito, trasmettendo con l’esempio i valori della condivisione, del rispetto, delle radici cristiane ed umane.

Antenore ha nel cuore la passione della fotografia, ed è così profonda che l’ha trasmessa al figlio Giovanni, anche lui valente fotografo e socio dell’Avis.

Giovanni però non è milanista come il padre, giustamente ha scelto la Juventus, la squadra migliore che ci sia al mondo… Francesca si è sposata con Loris Losa, abitano a Daone ed hanno due figli favolosi: Marianna (che frequenta l’ultimo anno del liceo classico e scrive racconti con uno stile eccezionale) e Riccardo, un ragazzo davvero educato e simpatico. Giovanni è innamoratissimo di Gaia Costa, ed hanno una meravigliosa bambina di nome Adele, che ha fatto felici i nonni.

Antenore ed Anna
abitano a Gavardo e spesso soggiornano a Bagolino, dove hanno tessuto una bellissima rete di amicizie e dove sono conosciuti con simpatia da tutti. Antenore con Anna hanno formato proprio una famiglia accogliente! Auguri, Antenore, e sappi che la tua Anna (classe 1951 come la mia attuale moglie) ti sarà sempre vicina, sempre vicina…E domenica 20 agosto compie gli anni anche Francesca: evviva!

Questa settimana è l’anniversario di due belle persone che ci hanno lasciato un anno fa: Gabriella Ranesi ed Anna Leni.

Gabriella Ranesi
è mia coscritta, abbiamo frequentato l’asilo dalle suore Orsoline.

Gabriella era figlia di Emilio Ranesi e Dina Cobelli, che gestivano un negozio di frutta e verdura a Gavardo, in via Quarena. Gabriella è la minore di tre fratelli: il maggiore, Bruno, lavorava all’Enel ed ha sposato Rosanna, con la quale ha avuto Germana, figlia unica strappata alla vita a soli 39 anni. Poi c’è la dolce

Alba, moglie del simpatico Pierino Massolini.  Dopo le Scuole Medie Gabriella è divenuta segretaria d’azienda.

Ha lavorato presso la ditta Portesi a Virle, quindi presso varie Case di Riposo, mentre il marito Bruno Bonardi, che ha sposato il 25 aprile 1975, ha continuato per alcuni anni l’attività nel negozio di via Quarena.

Vivevano a Prevalle San Zenone, dove ho insegnato e dove talvolta incontravo Gabriella, sempre sorridente e affettuosa.

Ha avuto una bella famiglia, i figli Barbara (che abita a Serle con Massimiliano e le ha regalato i nipoti Alessandro e Niccolò) e Cristian (che abita a Ghedi con Karin ed hanno avuto i figli Azzurra e Filippo). Gabriella ha accudito i suoceri e si è data sempre da fare per gli altri.

Tutti ricorderanno
la bionda Gabriella con un affetto sincero, perché Gabriella era una persona buona.

Anna Leni è nata il 28 giugno 1954
ed è coscritta di mia sorella Valentina. È figlia di Santina Poletti e di Giovanni Leni; suo fratello Angelo ha lavorato in banca San Paolo ed è un camminatore ed un viaggiatore alla scoperta di nuovi paesaggi.

Come Angelo,
conosco anche Anna dai tempi dell’oratorio: sempre entusiasta, con la sua voce argentina ed il suo viso sempre allegro. Ha avuto una vita piena, intessuta di amicizie e di affetti. Anna si è sposata con l’amico Ivano Maioli, con il quale ho vissuto bei momenti sia all’oratorio sia alla colonia in Magno.

Ivano è stato insegnante al Centro di Formazione Professionale SCAR di Roè Volciano, ed è una persona impegnata in mille iniziative. Come Anna, che era impegnata nell’associazione di volontariato AVG e nelle attività parrocchiali.

Anna era ragioniera e lavorava in Tribunale a Brescia, per un periodo ha lavorato a Salò. Anna e Ivano hanno avuto la gioia di due figli: Donata (nata nell’80, che con Gerry le ha dato la gioia dei suoi amati nipotini Sebastiano e Samuele) e Alberto, nato nell’84.

Anche quando ha vissuto periodi difficili, Anna li ha sempre affrontati con un coraggio ed una forza ammirevoli.

Sua figlia Donata
, al termine della Messa e prima della preghiera del volontario letta dall’amico Ernani, ha letto queste profonde parole che mi permetto di citare ancora talmente è bella:

“Cara mamma, non posso pensare a cosa non ho più di te. Ma posso pensare a cosa mi rimane di te…
Mi rimane la tua grande forza nell’affrontare una vita sempre in salita, e la pazienza di non lamentarti mai di quanto la vita ti avesse tolto
Mi rimane la generosità con cui offrivi sempre il tuo aiuto a chiunque avesse bisogno
Mi rimane l’abbraccio confortante delle tue dolci attenzioni di mamma che riversavi su di noi facendoci sentire sempre protetti e amati
Mi rimangono le tue ricette, per te il cibo era cura, presenza
Mi rimane il tuo essere una nonna amorevole, presente e una moglie straordinaria, che cammina sempre al fianco del proprio compagno e non lascia mai la sua mano…
Mi rimane la gratitudine per quanto la vita ti avesse donato e l’amore che nutrivi per essa
Mi rimane la tua fede, salda, incrollabile…tu non vacillavi mai…o meglio non lo facevi vedere mai
Mi rimangono i tuoi consigli, le nostre chiacchiere e le serate passate tutti insieme
Mi rimangono i tuoi amici, tutte le persone che ti hanno amato attraversando la tua vita, tu rivivrai attraverso i loro racconti
Mi rimane la gioia di aver visto in questi giorni dolorosi l’affetto che tantissimi hanno dimostrato verso di te e verso tutti noi
Mi rimane il tuo amore che alla fine è l’unica cosa che conta e grazie a questo la nostra famiglia porterà avanti la tua storia…”

Ciao, Anna, e grazie per quello che hai donato.

Alcuni eventi:
* oggi, domenica, a Livemmo (Pertica Alta) per “Borgo Cre_attivo” dalle 10 alle 19 “Dal legno al gioco” Sfide di logica dei giochi in legno per le vie del borgo, ore
16.30 i racconti di Domenico Pedroni con Valerio Cherubini, ore18 “Dalla Smart city alla Smart land”Aldo Bonomi e Stefano Bruno Galli in dialogo con Fabio Gafforini per Cult- cura Festival)
* oggi a Bagolino alle 18 Cävrìl-Ösnà, derby delle contrade sfida di calcio nel campo della pineta, poi stand gastronomico e musica
* oggi alla Rocca di Anfo passeggiata animata per i più piccoli alla scoperta della più grande fortezza napoleonica d’Italia
* oggi a Bagolino nella sala della Pro Loco mostra “Note artistiche”: opere di Bouchra El Maurid, Matteo Cretti, Diana Scalvini e Michela Lombardi (ore 10-12 e 16-19 fino al 20 agosto ingresso libero)
* oggi a Bione ore 12.30 gnocco fritto, il 15 Festa di Ferragosto (prenotare 3489318340)
* oggi a Villanuova Festa de là del pont: ore 12 pranzo sotto il tendone, ore 14 gara di trisacco, ore 20 Messa, ore 21 danze con Mario Ginelli; lunedì Messa e danze con Paolo Facci, martedì spiedo d’asporto (prenotare a Franca 3389392842 a Gabriele 3387792396), Messa e danze con Laura Talenti
* oggi a Turano in Valvestino mostra fotografica “La montagna e i suoi lavori - L’arte del carbonaio Bollone-Bondone” (aperta fino al 20 agosto, i giorni feriali ore 9.30-11.30, festivi ore 15-17 nella sala consiliare del Municipio di Valvestino)
* oggi a Idro alla Fattoria La Mirtilla dalle ore 16 attività ludiche creative-esperienziali a cura della Cooperativa Co.Ge.S.S., dalle 19 cena con taragna
e salamine (15 € ricavato per progetti della Cooperativa Sociale ETS Co.Ge.S.S. che da 30 anni si occupa del sostegno a persone con disabilità in Valle Sabbia, prenotare https://forms.office.com/e/Tzgsjsmb1s o Francesca 348 5593186)
* oggi a Serle “Tre dé ai pè de San Bartolomè” nel piazzale della Casa dei serlesi: pranzo, cena e tombola per i più piccoli nel pomeriggio, la sera rock anni ‘60, ‘70 e ‘80 dei George Towers & Friends (organizza l’U.S. Serle)
* a Gavardo al Museo Archeologico Valle Sabbia a Gavardo in piazzetta S. Bernardino mostra archeologica “Sotto lo stesso sole. Europa 2500-1800 a.C.” (fino al 30 settembre)
* a Serle in biblioteca “Il mondo della cava” mostra fotografica sulla vita in cava di generazioni di serlesi (fino al 31 ottobre negli orari della biblioteca) e mostra permanete delle sculture marmoree di Dante Colosio
* da lunedì a giovedì a Belprato “Il paese delle case dipinte”: lunedì laboratorio artistico Cromos guidato da Lorena Bianchini (3298932643), spazio espositivo Arté opere in ferro di Francesco Pozzi (fino al 20)
* lunedì a Serle “Tre dé ai pè de San Bartolomè”, nel pomeriggio torneo di briscola, a cena porchetta al forno e musica con le ragazze della BackStreet Ballet
* martedì giorno dell’Assunta al Santuario di Paitone Messe ore 5, 6, 7, 8, 9, 10 , 11 presieduta da mons. Giovanni Palamini e 18.30 da don Leonardo Farina (confessioni nella mattinata) alle 21 concerto degli amici del Coro Erica di Paitone
* martedì a Serle “Tre dé ai pè de San Bartolomè” cucina aperta a pranzo e a cena con il karaoke e la musica a 360° di Marco.
* martedì a Livemmo Pertica Alta all’Azienda Agricola Malga Casine “Ferragosto in Malga” con stand gastronomico, visita guidata e animazione per bambini (info 339 2329442)
* martedì a Bagolino Piccolo mercato di Ferragosto all’Azienda Agricola Terre Solive in Via Cerreto (3665242132)
* mercoledì a Livemmo Pertica Alta ore 9.30 “Ferro e carbone: alla scoperta dell’antico forno a Livemmo” escursione su prenotazione si parte dal lago di Bongi
* mercoledì a Belprato di Pertica Alta dalle ore 16 narrazioni nei cortili a cura del “Treatro Terrediconfine” e musica dei “Tre Dicc Moc e ‘na Mà Grea”
* mercoledì a Bagolino per “San Rocco in musica” Elisa Citterio in “Sola, in viaggio” e San Rocco Lab, Laboratorio di musica dal mondo a cura di Musica Spiccia (anche giovedì e venerdì)
* giovedì a Vestone dalle 9 alle 12 apre il Museo del lavoro (ogni giovedì d’agosto, info 3393783978 museodellavor@libero.it)
* a Salò al Salòttino mostra “Insetti”  con 13 artisti: Cinzia Battagliola, Cristina Beretta Barbieri, Pi Cro, Ornella Daccordi, Emanuele Garletti, Gabriella Goffi, Marco Onorio, Simona Paganella, Davide Patrignanelli, Paola Pezzotta, Benedetto Spiess, Mario Toselli, Laura Zani (dal giovedì alla domenica ore 10-12 e 16-20 fino al 15 agosto)
* venerdì a Gavardo ore 16.30-17 e 17.30 visite guidate gratuite alla chiesa di San Rocco: info sistemamuseale@cmvs.it (tutti i venerdì d’agosto)
* venerdì a Lucone di Polpenazze "Visite guidate gratuite al sito palafitticolo" a cura del Museo (ogni venerdì fino al 1° settembre)
* venerdì a Idro visita a Santa Maria ad Undas (ogni venerdì d’agosto, info sistemamuseale@cmvs.it)
* venerdì in Malga Valsorda a Livemmo dalle 19.30 “Cronache funamboliche dal Grande Nord” con Marco Berni, musica di Alessandro Sipolo, letture di Osvi Ghedi, con la partecipazione straordinaria di Roberto Ghidoni-lupo che corre
* sabato a Sabbio Chiese dalle 15.30 alle 18.30 visita al Museo della civiltà contadina e dei mestieri (ogni sabato d’agosto, info e prenotazioni 3397687463)
* sabato a Livemmo Pertica Alta Intrattenimento solidale con estrazione lotteria benefica per il restauro della Santelle settecentesca di via Valzelle a Livemmo, ore 18.30 apericena (10 €, prenotare entro giovedì 3290777250, ore 19.30 estrazione lotteria, ore 20.30 divertimento in compagnia (riflessidiluce2009@gmail.com)
* sabato a Belprato Festa Patronale di S. Bernardo con Messa solenne e cena a base di spiedo
* sabato a Gavardo all’Isolo Teatro all’aperto con “Umore Acqueo” a cura delle Associazioni che amano il Fiume Chiese ed il suo Lago d’Idro (al Teatro di Sopraponte se piove)
* sabato sera in Degagna “Ahi Maria!” con Paola Rizzi al campo sportivo con stand gastronomico

Io continuo a pregare per un amico ed un bambino. Madre Elisa Baldo, aiutali!

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese!                                 
                                                                                                         
maestro John

Nelle foto:
1) Antenore da bambino
2) La cabina telefonica accanto al Comune (dal facebook del Sindaco Comaglio)

3) Anna Leni (la terza seduta da destra) con alcuni amici ed il marito Ivano
4)Gabriella Ranesi (con la borsetta bianca) con la sorella Alba ed alcune amiche (grazie per la foto a Jose Baccaglioni)


 

Leggi anche...