17 Novembre 2022, 10.40
Casto
Ciclismo

Un nuovo inizio per Sonny Colbrelli

di Redazione

Al cospetto della sua famiglia e della bici con la quale ha vinto la Parigi-Roubaix il “Cobra” ha annunciato ufficialmente l’addio al ciclismo agonistico e l’avvio di un nuovo percorso sempre nel mondo delle due ruote


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Come era stato anticipato, questo martedì 15 novembre Sonny Colbrelli ha tenuto una conferenza stampa nello stabilimento della Fsa a Busnago (Monza Brianza), per annunciare il suo addio al ciclismo agonistico, ma non l’abbandono del mondo ciclistico al quale resterà legato in una nuova veste.

È la conseguenza dell’arresto cardiaco accusato in Spagna e l'installazione di un defibrillatore sottocutaneo: "Da quel 21 marzo la mia vita è cambiata - ha spiegato Sonni - La bici mi ha dato e mi ha tolto tanto, pero ho capito che di vita ce n'è una sola". Il ciclista di Casto lavorerà ancora con la Bahrain-Victorious: sarà il trait d'union tra il management e la squadra.

Colbrelli era reduce da un 2021 straordinario, coronato con la vittoria della Parigi-Roubaix. Indimenticabile, come il fango su quella bici rimasta intatta da quel giorno. "Non voglio che venga pulita" ha detto l'azzurro, legato ancora per due anni alla Bahrain-Victorious.
Colbrelli darà il proprio contributo alla formazione sotto una nuova veste: "Sarò a supporto del mio team perché posso dare ancora tanto. Prima con le vittorie, ora insegnando ai giovani e dando qualche consiglio alla squadra. Il gruppo ogni anno cambia, bisogna trovare sempre uno stimolo per amalgamare il team. Ho tanti progetti in testa e spero di realizzarli".

Dall’altra parte della sala c’è la sua bicicletta ancora infangata. È appena arrivata dalla Germania, dove era custodita nel quartier generale europeo della Merida. Andrà per qualche giorno a Reggio Emila, nella sede italiana dell’azienda taiwanese. E poi finalmente a casa di Colbrelli, a San Felice sul Benaco, sulla sponda bresciana del Lago di Garda.

Sonny ha pianificato nei minimi dettagli come rinforzare il trattamento per la conservazione del fango: «Sulla bicicletta hanno già spruzzato una lacca pochi giorni dopo la Roubaix, ma adesso applicherò anche lo spray speciale che ho già usato per conservare il fango su casco e indumenti, che indossavo quel giorno», racconta il campione bresciano consapevole che quella bicicletta è una reliquia del ciclismo più epico. Sulla ruota posteriore è ancora possibile vedere la foratura rimediata nella Foresta di Arenberg a 80 chilometri dall’arrivo, il cui impatto è stato attutito dal liquido espanso nella camera d’aria, rimedio indispensabile nella durissima Classica celebre per i suoi micidiali tratti in pavé.

Colbrelli userà i bassorilievi naturali
del fango della Roubaix come ispirazione per la sua nuova linea di biciclette, col marchio del Cobra, il suo soprannome. Inizialmente ne saranno prodotte 71, il numero di pettorale che aveva alla Roubaix, con un disegno che terrà insieme anche i colori degli altri grandi successi della carriera di Colbrelli: il campionato italiano e quello europeo.

Sono venuti in tanti ad ascoltare le parole di Sonny in questa zona industriale della Lombardia in una giornata piovosa. In prima fila la sua famiglia: la compagna Adelina, i figli Vittoria e Tommaso, i genitori e il fratello Tomas, 26 anni, che sta vincendo molte gare in mountain bike.
C’è Davide Cassani che gli è stato molto vicino e ci sono i rappresentanti della Bahrain Victorious che hanno confermato il suo contratto fino al 2024, adesso con il ruolo di ambasciatore, testimonial e soprattutto motivatore in grado di tenere alto l’umore della squadra: «Mi mancherà scherzare con i miei compagni, a partire da Damiano Caruso», racconta Colbrelli che si commuove dopo poche parole, ma ritrova presto la sua allegria.

«Prima c’era Sonny che si alzava per andare ad allenarsi. Adesso c’è Sonny che si alza per preparare la colazione ai bambini. Qualche volta di notte pensavo di togliermi il defibrillatore, fare ancora due o tre anni di carriera al massimo e rimettermelo. Ma poi ho capito che abbiamo una vita sola e non bisogna essere egoisti. Sono fortunato a essere qui oggi. I ciclisti si allenano spesso da soli e se mi capitasse un altro malore così in discesa, mi farei molto male. Non siamo come i calciatori che sono sempre su un campo dove c’è un defibrillatore e un medico vicino».

Qui il pensiero corre subito al tremendo arresto cardiaco di Christian Eriksen agli Europei 2021. Il campione della Danimarca è diventato amico di Colbrelli: «È il mio esempio, gli ho scritto pochi giorni dopo il mio ricovero in ospedale. Gli ho mandato un messaggio e mi ha richiamato dopo un quarto d’ora. È una persona speciale. Gli ho scritto nei giorni scorsi per dirgli ‘in bocca al lupo’ per il Mondiale. Mi ha invitato ad andare a vedere una sua partita. Vorrei farlo presto, essere a Old Trafford per una gara del Manchester United».

Colbrelli deve ancora metabolizzare il suo addio al ciclismo, ma la sua vita sembra comunque piena di gioia grazie a quello che ha seminato nella sua carriera al di là delle corse. «E poi c’è una circostanza che potremo apprezzare col passare del tempo: Sonny ha lasciato appena dopo il trionfo alla Roubaix. Tutti lo ricorderanno all'apice della carriera, senza l'ombra del declino che contraddistingue ogni sportivo», spiega un parente per trovare un elemento di consolazione. Lo dice a pochi metri da quella bicicletta, eternata dal fango della Roubaix più epica dei tempi moderni, osservata da tutti con la devozione dovuta allo sport quando si fa storia.




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